Se dice anche lui che questo Milan, così, proprio non va, allora beh: il problema è decisamente reale. George Weah, mica uno qualsiasi: lui si è scomodato, e su Twitter ha accusato un po’ tutti quelli là, che vestono il rossonero in campo e indossano la divisa del diavolo in panchina e dietro la scrivania.
Il Milan ha rimediato una figuraccia in quel di Madrid, un 4-1 emblematico, con gol, rossonero, del suo uomo più significativo: Ricardo Kakà. Quasi un segno del destino, quasi come a dire “da lui, dalla bandiera ritornata quest’anno dopo la parentesi madrilena, bisogna ripartire”. Da lui, Kakà, e chissà se anche da Seedorf, che non è che stia convincendo così tanto, diciamo anche questo.
Ci si aspettava un cambio di rotta con l’olandese in panchina, un cambio che potesse riportare il Milan non diciamo ai fasti di un tempo, ma magari a competere sia in Italia che in Europa. E’ bastato confrontarsi con una delle squadre più forti, attualmente, in Spagna, per capire che di limiti ce ne sono tanti, troppi. E chissà come si fa a risolverli, perché, caro Milan, il naufragar mica t’è tanto dolce in questo mare…