In redazione, qualcuno di noi (sono buono: non faccio menzioni) ha dichiarato, ieri: «Qui lo dico e qui lo nego: a Madrid vinciamo». La frase, di per sé, non è sbagliata: dopotutto, non si dice chi vince. Tutti tifosi dell’Atlético, adesso?
Se si tiene ai colori rossoneri, diciamolo, ieri è andata male (potete leggere il nostro resoconto qui). In generale, anche se si tiene ai colori italiani: ne sono rimaste ben zero. Niente, nulla, nisba. Quest’anno l’Europa che conta sarà appannaggio di altri. Visto i livello delle italiane, in generale, sarebbe stato anche prevedibile.
Prevedibile, ma non auspicabile. Poi, certo, se dal sorteggio ti viene fuori un girone come quello del Napoli, tanto di cappello per un’eliminazione onorevolissima; meno onorevole per la più dotata del lotto, la vecchia Signora che non è riuscita a venire a capo di Galatasaray e dei campioni di Danimarca (non proprio questo Gotha del calcio moderno). Però può succedere, anche ai migliori (anche a chi finalmente ha avuto i giocatori per il salto di qualità).
Alla fin fine, bisogna dirlo: meglio perdere con chi merita. Nella Liga, finalmente, quest’anno c’è lotta vera: in discussione il predominio assoluto del Barcellona, e più in generale è una corsa a tre (Real in testa, Atlético tre punti indietro, Barça un punto sotto). Un fatto che sembra suggerire un’interpretazione possibile: là dove c’è una certa competitività, c’è anche più fame, e più risultati. Non sempre è vero; ma, con la Serie A già usucapita da una squadra, ci sembra indicativo.
Quindi, lo possiamo dire: per quanto riguarda la Champions, quest’anno le italiane vanno in vacanza già a marzo. Non è una bella prospettiva, non è certo quello che avremmo sognato a inizio stagione. Magari senza illuderci di vincerla; ma almeno portare una squadra tra le prime otto, ecco. Diego Costa timbra due volte il cartellino: apre e chiude una contesa che, alla fine, non c’è neanche stata troppo. Chiude la partita: quella dei nostri colori nell’Europa più in vista.
Poscritto. Avrei potuto parlare dei cori razzisti che la curva della Juventus ha lanciato all’indirizzo della Fiorentina, e con questo ricollegarmi anche ai prossimi scontri in Europa League. Ma credo, sinceramente, che la stupidità non meriti alcuna diffusione.