Il pubblico biancorosso cercava certezze in questa stagione, e una l’ha finalmente trovata in Keith Langford. Difficile dire se l’Olimpia Milano riuscirà finalmente ad alzare al cielo un trofeo, dopo anni e anni di soldi spesi dal patron Giorgio Armani e poche, se non pochissime soddisfazioni. La Coppa Italia ha confermato che questa squadra sembra quasi aver paura di vincere, tanto da essere uscita contro la Dinamo Sassari dopo aver condotto di quasi venti punti: la seppur ottima formazione sarda, infatti, non può competere dal punto di vista economico con la superpotenza Milano, ma sul campo ha dato una bella lezione alla squadra di Banchi. Una lezione che, però, in futuro potrebbe essere fondamentale per la vittoria di uno scudetto o, perché no, per la conquista di una Final Four di Eurolega: quest’ultima si disputerà proprio a Milano e, salvo sorprese, l’Armani è praticamente con un piede agli ottavi di finale, facendo tutti gli scongiuri del caso.
Luca Banchi qualche giorno fa ha affermato che nelle prossime sei settimane si sarebbe deciso il destino di questa squadra: un modo per scuotere i propri giocatori che, al bivio, devono sicuramente tirare fuori quel qualcosa in più per superare i propri limiti, specie in ambito europeo. Subito dopo è arrivata la vittoria in casa dei Campioni d’Europa e quella a Reggio Emilia, una squadra che tra le mura amiche aveva messo in difficoltà chiunque: nel primo caso si è trattato del primo successo esterno nelle top 16, nel secondo dell’undicesimo sigillo in campionato. All’interno della stessa conferenza stampa, inoltre, aveva invitato i suoi a essere meno snob, richiamando lo spirito operaio che ha sempre permesso a Milano di tirarsi fuori dalle situazioni meno confortanti: e Langford è assolutamente l’emblema di tutto questo. Un grande attaccante, probabilmente il miglior esterno in Europa in questo momento, che però non si tira indietro quando c’è da piegare le gambe e difendere duro, anche solo per sporcare un passaggio o ricevere uno sfondamento. In una sola parola, un leader: in primis dal punto di vista tecnico, poi un trascinatore emotivo ma allo stesso tempo un freddo assassino in grado di ammazzare la più difficile delle partite. Uno così, fidatevi, è sempre meglio averlo nella propria squadra.