La parentesi nazionale è chiusa e l’Italia torna da Madrid con una sconfitta di misura e la piena consapevolezza di un divario presente, difficile da colmare da qui a giugno, tra gli azzurri e le furie rosse spagnole. Qualche indicazione positiva dall’amichevole del Vicente Calderon c’è stata a partire dalla prova di Paletta, un nuovo oriundo in una sorta di ritorno al passato come negli anni trenta e della gloriosa nazionale di Vittorio Pozzo. Si è riusciti a limitare i danni, subendo una sola rete, però in campo è mancata la gara alla pari. I nostri hanno subito la pressione degli avversari e sono riusciti a respirare e a far vedere qualcosa solo durante i cali degli spagnoli.
Claudio Prandelli ora deve rimboccarsi le maniche e cercare di trovare delle soluzioni per rendere più competitiva questo gruppo. Certo non sarà facile in virtù del clima che si è creato, tra chi mostra ostilità per qualche convocazione non gradita e chi reputa poco credibile il codice etico prandelliano, osannato, invece, lontano dai nostri confini. Ma pazienza. La nazionale è sempre stata così, un gruppo che lascia indifferente quasi tutti i tifosi per poi unirli al primo pallone giocato durante il mondiale. Adesso, però, è tempo di archiviare il caso Italia e riprenderlo più avanti perché tra poche ore si tornerà a parlare di serie A con una serie di argomenti, pronti a occupare le prime pagine dei giornali, dal possibile addio di Berlusconi al Milan ai ricorsi di Borja Valero e De Rossi. Quindi non ci resta che lasciar lavorare il nostro c.t., sperando tra qualche mese di poter dare dei giudizi migliori sulla prova del nostro undici.