Uruguay, Tabarez: “Otto Nazionali hanno vinto il Mondiale e tre di queste sono nel nostro girone”

Arrivare al terzo match del girone mondiale già qualificati. E’ questo l’obiettivo dell’Italia ma anche di Inghilterra e soprattutto dell’Uruguay di Oscar Tabarez, storico cittì sudamericano ed ex conoscenza della nostra Serie A. In un’intervista rilasciata questa mattina alla Gazzetta dello Sport, l’allenatore della Seleccion ha analizzato lo stato della sua formazione e del prossimo girone in Brasile.

Soltanto otto nazionali sono state capaci di vincere un Mondiale, e tre di queste sono nel nostro girone. Poteva andare da meglio a molto meglio – spiega Tabarez che poi parla dei nostri Azzurri – Fu una partita assai equilibrata, e non mi nascondo il fatto che quel giorno a Prandelli mancassero giocatori importanti come Pirlo e Balotelli. Al Mondiale può succedere, nel 2010 utilizzai tutti i giocatori tranne i portieri di riserva. Però alla Confederations io avevo tutti i migliori a disposizione, Prandelli no“.

Italia e Uruguay che si sono incontrate anche nel 2011 a Roma in amichevole e in quella occasione vinsero i sudamericani: “Beh, penso che pochi possano vantare la mia competenza, a proposito dell’Italia: l’ho affrontata due volte in quattro anni, e ne ho viste quasi tutte le altre gare. E’ una delle nazionali cresciute di più nel periodo, l’evoluzione portata da Prandelli nell’ordine di squadra, nella circolazione del pallone e nello sviluppo del gioco offensivo è stata impressionante. Sinceramente, contro la Spagna alla Confederations meritavate di passare voi“.
Su Mario Balotelli: “Balotelli è un anarchico, dunque il giocatore più pericoloso per noi. Non è facile preparare un piano difensivo che funzioni, lui trova sempre una maniera sin lì inedita per colpire. In questo ricorda molto Suarez“.
Infine il tridente Suarez-Cavani-Forlan: “Tra i migliori ma mi fermo qui. Anzi no, aggiungo Forlan: l’età gli ha tolto un po’ di velocità, ma in un mese secco può ancora essere uomo da copertina. Cavani non è qui con noi, è appena rientrato da un lungo infortunio; Suarez sì, e l’ho voluto abbracciare per la splendida stagione che sta vivendo. In Uruguay è un dio“.