C’era in Europa: il calcio della Germania Est – Lokomotive Lipsia, Carl Zeiss Jena e Magdeburgo finaliste di Coppa delle Coppe
Chi capitasse oggi a Lipsia troverebbe una città dove è abitudine circolare in bicicletta, con un laghetto artificiale balneabile ricavato in una vecchia cava e una certa attenzione per l’ambiente. Ai tempi della DDR però, la città era ben diversa. In parte ricostruita dopo la seconda guerra mondiale, dedita alla chimica, oppressa dalle esalazioni e ingrigita dalle costruzioni funzionali dell’architettura socialista, rispondeva all’immagine della città industriale, come del resto anche le vicine Magdeburgo, per la meccanica pesante e Jena, per la meccanica di precisione e per l’ottica. Fu proprio attraverso le squadre di queste tre città che la Germania dell’Est riportò i migliori risultati calcistici in Europa, sempre in Coppa delle Coppe.
Nella città della taverna di Faust, fu il Lokomotive Lipsia a raggiungere sorprendentemente una finale, nel 1987. Pur non avendo mai vinto un titolo nazionale, il Lokomotive Lipsia riuscì ad aggiudicarsi quattro volte la coppa nazionale.
Nell’arco di quella competizione, il Lokomotive eliminò i modesti avversari del Glentoran, poi il Rapid Vienna agli ottavi, gli svizzeri del Sion nei quarti e quindi il Bordeaux in semifinale.
Il 13 maggio 1987 ad Atene, i tedeschi trovarono in finale una squadra di grandi tradizioni e in forte ascesa: l’Ajax allenato da Crujiff, tra le cui fila militavano Rijkaard, Winter, Bergkamp, Muhren e van Basten. Fu proprio Marco van Basten, in procinto di approdare al Milan, a firmare dopo 21 minuti la rete decisiva dell’incontro, con uno stacco di testa.
Di seguito il tabellino dell’incontro:
13 maggio 1987, Atene: AJAX-LOKOMOTIVE 1-0
Ajax: Menzo, Silooy, Verlaat, Rijkard, Boeve, Winter, Van’ t Schip, Wouters, Van Basten, Muhren (83′ Scholten), Witschige (67′ Berkamp).
Lokomotivee: Muller, Kreer, Baum, Lindner, Zoetsche, Bredow, Scholz, Liebers (75′ Kuhn), Edmond (55′ Leitzke), Richter, Marshall.
Arbitro: Agnolin.
Rete: 21′ Van Basten.
Qui, il video della gara
L’anno successivo, contro il Napoli (che pure avrebbe vinto quella Coppa delle Coppe), il Lokomotive Lipsia fece la sua ultima apparizione in Europa.
Più nota in Italia invece, almeno per i romanisti di vecchia data, la squadra del Carl Zeiss Jena. Risale infatti alla Coppa delle Coppe del 1980-81, uno storico incontro contro la Roma, che vide uno dei più clamorosi rovesci della storia delle Coppe. Accadde che, dopo una partita di andata vinta tranquillamente dalla Roma di Liedholm all’Olimpico contro questa squadra di fama modesta, grazie alle reti di Pruzzo, Falcao e Ancelotti, nella partita di ritorno, giocata in un ambiente ostile ai romanisti, il desiderio di rivalsa dei tedeschi portò ad un esito imprevedibile: con un 4-0 articolato in due gol per tempo, il Carl Zeiss Jena conquistò una qualificazione storica, tra i rimpianti dei romanisti e qualche accusa di doping ai tedeschi.
Nei turni successivi, i tedeschi legittimarono la propria partecipazione, giungendo fino in finale ed eliminando nell’ordine il Valencia, i gallesi del Newport County e poi il Benfica.
Soltanto in finale, nella sfida tutta interna al blocco orientale con i georgiani della Dinamo Tbilisi (all’epoca facente parte dell’ URSS), i tedeschi, nonostante il vantaggio raggiunto al 63’, furono costretti a capitolare nei minuti finali.
Di seguito il tabellino dell’incontro:
Finale -13. Maggio 1981, Rheinstadion di Düsseldorf (Spettatori 9.000)
Dinamo Tbilisi – FC Carl Zeiss Jena 2:1 (0:0)
Tbilisi: Gabelija – Chisanischwili – Tawadse, Tschiwadse, Kostawa – Swanadse (67. Kakilaschwili), Darasselija, Sulakwelidse – Guzajew, Kipiani, Schengelija- Allenatore: N. Achalkazi
Carl Zeiss Jena: Grapenthin – Schnuphase – Brauer, Kurbjuweit, Schilling – Hoppe (89. Oevermann), Krause, Lindemann – Bielau (74. Töpfer), Raab, Vogel – Allenatore: H.Meyer
Marcatori: 0:1 Hoppe (63.), 1:1 Guzajew (67.), 2:1 Daraselija (87.)
Arbitro: Riccardo Lattanzi
Chi arrivò invece fino in fondo, riuscendo ad alzare la Coppa delle Coppe, fu il Magdeburgo.
Occorre risalire ancora più indietro nel tempo, fino al 1974. Il Magdeburgo arrivò in finale superando il NAC Breda, il Banik Ostrava e lo Sporting Lisbona. Ad attenderli, a Rotterdam, il favorito Milan, allenato da un giovane Giovanni Trapattoni e illuminato dal talento di Gianni Rivera.
Tuttavia, complice un’autorete di Lanzi nel primo tempo, il Magdeburgo riuscì a imporsi, raddoppiando nella ripresa e andando a cogliere uno storico successo, che rappresentò il punto più alto toccato dal calcio della Germania Est. A guidare quella squadra, l’attaccante Jurgen Sparwasser74 (poche settimane dopo). altra storia, che merita di essere raccontata a parte.
Di seguito il tabellino:
Rotterdam, Feijenoord Stadion, 8 maggio 1974: Magdeburgo – Milan 2-0
Marcatore: Lanzi 42’ (aut.), Seguin 74’.
MAGDEBURGO: Schulze, Enge, Zapf, Abraham, Gaube, Pommerenke, Seguin, Tyll, Raugust, Sparwasser, Hoffmann. Allenatore: Heinz Krügel
MILAN: Pizzaballa, Sabadini, Anquilletti, Lanzi, Schnellinger, Benetti, Maldera, Rivera, Tresoldi, Bigon, Bergamaschi (60′ Turini). Allenatore: Giovanni Trapattoni
Arbitro: Arie van Gemert