Giovani e (con)vincenti
Non uso il solito titolo perché oramai è più che inflazionato, anche se “La meglio gioventù”, titolo del film di Marco Giordana (2003), sarebbe perfetto per descrivere questa Roma. Perché? Suvvia, è semplice: guardate la politica-giovani che ha intrapreso la squadra giallorossa. Jedvaj, Paredes (girato momentaneamente al Chievo), Sanabria (attualmente al Sassuolo), Golubovic (prestato al Novara) sono tutti giovani, anzi, giovanissimi talenti che Sabatini ha saputo catturare nella giungla del calcio internazionale e marchiare di giallorosso.
A questi nomi, aggiungiamogli quello di Alessio Romagnoli, che ieri sera, contro l’Inter, ha disputato un’ottima partita, e… già: ecco delineata la strategia di una Roma che punta a fare bella figura adesso, certamente, ma soprattutto pensa a tutelarsi per il futuro. Romagnoli, dicevamo: una partita di carattere, la sua, contro i nerazzurri. Lui, classe 1995, un gol all’attivo in maglia giallorossa (siglato nella passata stagione, all’esordio, nella vittoria dei capitolini per 3-1 ai danni del Genoa), un buon fisico, e soprattutto una mentalità da duro del pallone, tenace, caparbia, che gli consente di crescere con calma, di fargli capire che non è il momento, adesso, di essere frenetici, ma di aspettare il momento buono per far vedere a tutti che si possiede grandi qualità.
Ora, definirlo un predestinato, Alessio Romagnoli, è sicuramente esagerato. E’ presto, prestissimo per poter dire che sì, arriverà da qualche parte. Di certo, sta convincendo; di certo, la Roma lo ha inserito al centro di quel progetto che da qualche anno a questa parte è il fulcro di una delle più importanti strategie di crescita giallorosse: lo sviluppo di un grande parco giovani. Progetto, questo, che – sarò retorico ma la penso così – dovrebbe essere condiviso da più e più squadre qui in Italia. Perché oramai ce ne siamo resi conto (guardiamo alle competizioni europee, e alle figure barbine che stiamo facendo): il pallone nostrano ha perso smalto, in giro per l’Europa si trova di meglio. E si trova di meglio perché la gestione dell’economia e quella… sì, dei giovani, sono migliori. Noi, di economia, possiamo parlare ben poco dato il fango che politicamente ci avvolge da anni e non ci consente di agire come meglio vorremmo; possiamo, dunque, parlare di giovani, e scrutare, fiutare, scovare, prendere i talenti migliori che ci sono in giro per il mondo, farli crescere, magari rivenderli (vedi Marquinhos, no?) o renderli cardini della squadra. Puntare sulle potenzialità dunque, sperando diventino qualità. Progetto ambizioso? Sicuramente. La Roma, tra tutte, ha iniziato a lavorarci su, e sembra aver iniziato a farlo proprio bene. Le altre, prego, seguano l’esempio.