Molte volte anche noi di MondoPallone abbiamo sottolineato come il calcio femminile in Italia sia una faccenda completamente diversa rispetto al calcio maschile, di come siano diversi tempi, modi e tematiche e di come l’altra metà del calcio sia in positivo differente da quella maschile.
Ebbene, da qualche tempo purtroppo (e sottolineo purtroppo) il calcio femminile sta assomigliando al calcio maschile in alcuni frangenti ma soprattutto in uno in particolare: la questione arbitri.
Grazie ad uno sguardo complessivo sia sulla Serie A che sulla Serie B Femminile abbiamo il contatto diretto con molte società che ci inviano i loro comunicati stampa, a volte anche incrociati, e riusciamo ad estrapolare dati comuni. E purtroppo stanno arrivando sempre di più ai nostri occhi frasi come “arbitraggio discutibile” e “terna non all’altezza”, frasi confermate dalle immagini televisive delle partite.
Siamo alle battute conclusive dei campionati femminili ed in queste ultime giornate in molti casi si decidono promozioni e retrocessioni: si capisce istantaneamente che la direzione della gara può indirizzare non solo una partita ma anche il corso di un campionato intero e sarebbe il caso che la terna arbitrale sia all’altezza per non cadere in errore e creare non pochi malumori. Malumori che, volendo essere sinceri, covano da tempo nel Dipartimento.
Per chi come noi segue il calcio femminile da quasi 3 anni certe frasi e certi discorsi ormai suonano non sporadici e casuali, visto che nel corso di questo tempo abbiamo sentito varie volte parlare male degli arbitri che dirigono le gare di calcio femminile e che sono scelti dalle CND locali. E qui, secondo me, si trova tutto il punto del dirimere.
Si parla di Dipartimento, di miglioramento del calcio femminile, di esportazione e sdoganamento dell’immagine del calcio in rosa… Non sarebbe meglio far fare prima un salto di qualità agli arbitraggi piuttosto che alla gestione? Cosa hanno le partite femminili in meno di quelle maschili per meritarsi molte volte arbitraggi non all’altezza che portano a proteste clamorose come quella urlata dalla Grifo Perugia, quella in carta bollata del Napoli Calcio Femminile e quella accennata sotto voce in alcuni ambienti dell’Inter Milano? Bisogna proprio arrivare ad annunciare di ritirare la squadra per far capire che le donne meritano un arbitro che arbitri bene nella direzione delle loro gare?
Da sempre esiste l’annosa questione del “chi controlla i controllori”. Questa volta non è un problema di controllo. E’ un puro e semplice problema di scelta. Servono arbitri migliori per un calcio che si sta portando con mille sforzi alla ribalta di tutti. Presidente Tavecchio, mi rivolgo a lei. Lei può capire ed ascoltarmi. Facciamo degli arbitri del calcio femminile un punto di orgoglio e di distinzione dal calcio maschile. Seguiamo l’esempio di altre nazioni come la Germania e cominciamo ad allenare arbitri donna. Rendiamo il calcio femminile un calcio bello e degno di essere giocato e visto da tutti senza la paura di un arbitraggio da campetto di provincia. Sarà uno sforzo iniziale ma le assicuro che ne varrà la pena.