Rugby League: i Sydney Roosters si godono il successo nel World Club Challenge contro Wigan
Troppo forti, semplicemente. È ancora netto il divario tra le due principali competizioni di Australia e Gran Bretagna nel rugby league, almeno per quanto riguarda i top team: l’edizione 2014 del World Club Challenge ha premiato a Sydney Roosters, capaci di regolare i Wigan Warriors con punteggio di 36-14.
La sfida, che vedeva per la prima volta dopo 20 anni l’Australia ospitare l’annuale incontro tra i campioni di NRL e Super League, è stata dominata da Sonny Bill Williams e soci soprattutto nel primo tempo, chiuso con un impressionante 18-0. Puntuale Maloney nel convertire le mete, fenomenale Jennings, autore di una tripletta: non era mai successo nella storia della competizione, il giocatore di New South Wales ha un modo dolce e superbo di fare la storia.
Sino al 40′ Wigan è stata proprio schiantata, grazie alla pressione difensiva del XIII di Trent Robinson, oltre a una supremazia fisica e atletica tale da forzare molte penalità. Quando difendi sotto costante pressione, alzi l’asticella ben oltre il ritmo cui sei solitamente abituato, paghi: troppe volte gli Easts hanno potuto guadagnare campo e terreno, per poi pianificare set a ritmi alti.
Vero che i Warriors, nella ripersa, sono andati a proporre un gran bel rugby league, figlio di una maggiore consapevolezza nei propri mezzi, oltre che di un normalissimo calo da parte dei Roosters, che sin lì erano andati a cento all’ora, però lo sforzo di rimettere in piedi la contessa si è fatto sentire al momento della verità, dove i campioni NRL hanno chiuso i conti con autorevolezza, grazie alle mete finali del nazionale neozelandese Waerea-Hargreaves e di Kenny-Dowall.
Il 36-14 finale fotografa la serata, poco condizionata dagli sforzi di tantissimi Roosters in Coppa del Mondo (probabilmente la cosa si sarebbe fatta sentire a campi invertiti), testimonianza in qualche modo della necessità di riforma del rugby league europeo: come detto dai telecronisti (australiani) di Nine Network, a un club come Wigan non manca la qualità ma l’abitudine a giocare a questi livelli settimana dopo settimana, per abituarsi a certi avversari. Che se non sono quelli dei test match, ci vanno comunque vicini: chiedete a Josh Charnley se ogni settimana in Inghilterra affronta gente così.
La sensazione è che, pur con qualche difetto, la riforma del campionato inglese che entrerà in vigore dal prossimo anno aiuterà i britannici a competere ai più alti livelli: 12 squadre invece che 14 alzeranno intensità e difficoltà della singola partita, insieme allo split nell’ultimo terzo di stagione che vedrà i migliori 8 club giocare un’appendice di campionato tutta loro. Con il probabile ingresso di Salford nel gruppo di testa, chi a partire dalle prossime edizioni giocherà contro australiani e neozelandesi World Club Challenge, Four Nations e Coppa del Mondo avrà acquisito un’esperienza superiore a quella attuale, potrà viaggiare, sul campo, quella frazione di secondo più veloce che ti permette di battere i migliori.
Per il resto, meglio soffermarci sull’attualità: s’è visto del bel rugby, e per un veterano come il capitano azzurro Anthony Minichiello è l’ennesimo successo in una carriera da leggenda.
Hanno arbitrato Ben Cummins e Gerard Sutton, il tallonatore Jake Friend è stato eletto uomo partita.
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