Mauro Icardi, tra gossip e (quasi) un gol a partita
Improvvisamente sembra non essere più un problema, per tutti quanti – tifosi nerazzurri per primi – che Mauro Icardi sia fidanzato con Wanda Nara. Il tempo, probabilmente, sta facendo scemare l’interesse verso la love story che coinvolge l’argentino ex Sampdoria con la bella modella sudamericana: a far passare l’arrabbiatura ai tifosi nerazzurri sono state le recenti prestazioni del numero nove interista, che ha colpito il pubblico di San Siro a suon di belle giocate e con un gol, quello di Firenze, che ha deciso le sorti del match contro i toscani. La posizione di fuorigioco è netta, nessuno lo nega, ma ciò che è importante per l’Inter è sapere che là davanti, al centro dell’attacco di Mazzarri, ci sia uno in grado di buttarla dentro, anche in fuorigioco, perchè no. Un uomo d’area, un giocatore capace di fare sponde e far salire la squadra compatta e corta, appoggiandosi al proprio centravanti e senza costringere i centrocampisti a cercare solo la palla in verticale per Palacio che, dopo una prima parte di stagione da vero e proprio alieno, sta tornando sulla terra dimostrando di essere ciò che è sempre stato: un ottimo giocatore ma non un Campione capace di “cantare e portare la croce” come il Cavani del Napoli di Mazzarri.
Per il momento Icardi ha mostrato di poter spaccare le partite entrando nella ripresa: mai una presenza da titolare per lui, complice una serie di infortuni che hanno compromesso l’autonomia del centravanti di Rosario. Avrà lo stesso rendimento anche partendo dal primo minuto? Difficile dirlo, perché un conto è giocare mezz’ora con la squadra completamente a trazione offensiva e gli avversari stanchi, un altro è sapersi gestire all’interno dei novanta minuti. L’ingresso con la Juventus, però, ha fatto ricredere chi già diceva che non fosse un attaccante da Inter, voci puntualmente tornate non appena l’argentino ha iniziato a non vedere più il campo per i già citati problemi fisici. I numeri non mentono, Icardi realizza quasi un gol a partita – considerando i minuti giocati in campo – ed è il miglior attaccante d’Europa nella speciale classifica reti/palloni toccati, davanti a Mattia Destro e Alvaro Morata. I numeri possono essere aridi e i paragoni difficili, ma alla fine aiutano sempre a rendere più comprensibile la realtà.
Passiamo alle note dolenti: la testa sembra non essere propriamente quella di Javier Zanetti, tanto per usare un eufemismo, e il ragazzo deve sicuramente limitare alcuni comportamenti fuori dal campo che alimentano – ma non giustificano – il polverone mediatico del gossip. Migliorare i passaggi, inoltre, è un obiettivo tecnico che Icardi deve assolutamente imporsi al più presto, perché troppo spesso lo abbiamo visto sbagliare appoggi banali ma importanti nell’economia del gioco di Mazzarri. Infine la costanza di rendimento, non solo all’interno di un campionato, ma anche della partita stessa, perché Maurito possiede doti tecniche e fisiche importanti ma non è ancora in grado di sfruttarle al meglio, e fare staffetta con Milito può aiutarlo molto nel suo processo di crescita, seppur Diego oggi non sia certamente quel fenomeno che, nel 2010, trascinò l’Inter di Mourinho alla vittoria del triplete.
Mazzarri in passato ha detto che Icardi sarebbe stato l’uomo del futuro per i nerazzurri, ma a quanto pare le pressioni di Thohir, unite alle prestazioni di Maurito e alla scarsa prolificità di Palacio e Milito, possono renderlo quello del presente. A meno di colpi di testa, non calcistici, o di cuore, anch’essi fuori dal campo.