“La FIFA organizzerà ogni quattro anni una competizione denominata Coppa del Mondo. L’oggetto d’arte sarà offerto dalla FIFA. La prova sarà aperta alle squadre nazionali di tutte le associazioni affiliate … ”.
Così, al congresso di Barcellona del 1929, la FIFA ratificava l’idea maturata l’anno precedente ad Amsterdam e fortemente sostenuta dal suo presidente, Jules Rimet.
Erano gli anni in cui l’ Europa stava per conoscere l’avvento del nazismo, mentre l’intero continente americano (e non solo) pativa le conseguenze del crollo di Wall Street nel ’29.
Prima dell’avvento dei mondiali, la competizione calcistica a maggior visibilità era il torneo olimpico. E proprio nelle olimpiadi del ’24 a Parigi e del ’28 ad Amsterdam, l’Europa aveva scoperto la prestigiosa scuola sudamericana, rappresentata dall’Argentina e soprattutto dall’Uruguay, squadra vincitrice in entrambe le manifestazioni (nella finale di Parigi, a spese dell’Argentina, in quella che ai tempi venne definita “la più bella partita di tutti i tempi”).
Sia per questo aspetto che per onorare i cento anni della costituzione platense, fu deciso che sarebbe stato proprio l’Uruguay ad ospitare la prima edizione del trofeo, battendo la candidatura di Italia, Ungheria, Paesi Bassi, Spagna e Svezia. Decisiva anche l’offerta del paese organizzatore di ripagare le spese di viaggio ai partecipanti.
Da Genova, salparono sul piroscafo italiano “Conte Verde” – noto per la qualità e regolarità del servizio e per l’ottima cucina italiana – le nazionali di Romania, Belgio e Francia (quest’ultima solo cedendo alle pressioni dello stesso Jules Rimet). Con loro viaggiava Anche Jules Rimet, portando con sé l’ “oggetto d’arte”: una Coppa in oro massiccio alta circa 30 cm e del peso di 1,8 Kg, cesellata dall’orafo francese Abel Lafleur e raffigurante una vittoria alata con le braccia alzate a reggere una tazza.
Da Marsiglia invece, salparono i giocatori della Jugoslavia, a bordo del “Florida”.
Durante la lunga traversata, stando ai racconti portati da quel vento lontano, ben presto le squadre furono costrette a interrompere i propri allenamenti, avendo perso tutti i palloni in mare.
A Montevideo, venne inaugurato per l’occasione il monumentale Estadio del Centenario, da 100.000 posti, realizzato in soli cinque mesi con turni lavorativi di 24 ore, grazie all’illuminazione notturna, e completato il giorno stesso del debutto dell’Uruguay. Fu soprattutto in questo stadio che si disputarono gli incontri.
Tuttavia, l’inaugurazione della competizione avvenne in una altro impianto di Montevideo, lo Stadio Pocitos, il 13 luglio del 1930 alle ore 13.
Fu quello l’incontro che bagnò l’esordio del mondiale con la prima realizzazione dell’atto che racchiude in sé il senso di tutto il gioco del calcio: il gol.
Accadde in Francia – Messico, dopo 19 minuti dall’inizio della partita, quando il francese Lucien Laurent con un tiro al volo di destro, superò il portiere messicano Bonfiglio. Laurent, di ruolo centrocampista, aveva all’epoca 22 anni e visse fino all’aprile del 2005, raccontando a generazioni di nipotini in tutto il mondo, la storia di quel gol. Qui, il video di una sua intervista.
La partita proseguì e vide i francesi imporsi per 4-1, pur avendo disputato l’ultimo quarto d’ora in dieci uomini. Il portiere di ruolo Thepot infatti, fu costretto ad uscire per infortunio e, non essendo all’epoca previste sostituzioni, fu sostituito tra i pali dal giocatore Chantrel.
Di seguito il tabellino dello storico incontro, del quale non sono reperibili immagini.
13 luglio 1930 – Montevideo – Stadio Pocitos.
FRANCIA-MESSICO 4-1
Marcatori: 19′ Laurent, 40′ Langiller, 42′ Maschinot, 70′ Carreno, 87′ Maschinot.
FRANCIA: Thepot, Mattler, Capelle, Chantrel, Villaplane (capitano), Delfour, Pinel, Lucien Laurent, Maschinot, Liberati, Langiller. Allenatore: Caudron.
MESSICO: Bonfiglio, Rafael Garza Gutierrez (capitano), Manuel Rosas, Amezcua, Sanchez, Felipe Rosas, Lopez, Ruiz, Mejia, Carreno, Perez. Allenatore: Luque de Serralonga.
ARBITRO: Domingo Lombardi (Uruguay)
Contemporaneamente, allo Stadio “Parque Central”, scendevano in campo Stati Uniti e Belgio. Pochi minuti dopo la rete di Laurent, andò in rete lo statunitense Bart McGhee. Secondo qualcuno, forse la marcatura avvenne anche prima del gol di Laurent e se ne discusse a lungo, prima di una decisione ufficiale della FIFA, ma del resto, intorno a quel Mondiale rimane un alone di mistero e qualche incertezza di cronaca, comprensibile se pensiamo che alla finale dell’evento, in Italia la Gazzetta dello Sport dedicò solo 22 semplici righe:
“L’Uruguay vince il Campionato di Montevideo, sconfiggendo per 4 a 2 l’Argentina. Montevideo, 30. Il campionato mondiale di calcio ha avuto oggi il suo epilogo attraverso una partita combattuta con estrema vivacità. L’Argentina, malgrado le sue azioni coraggiose, non è riuscita a spuntarla sul terreno dell’Uruguay che è uscito vittorioso dall’incontro per 4 a 2. L’incontro è stato interessantissimo per l’impegno degli atleti e l’autorità delle azioni. Se gli uruguayani furono superiori agli argentini in talune finezze stilistiche e nel senso perfetto della posizione, l’Argentina ha qualche volta superato l’antagonista in slancio e gagliardia. Il grande stadio ha echeggiato delle grida di oltre 100.000 spettatori. All’incontro ha presenziato il Presidente della Repubblica con tutti i membri del governo.”
Di seguito, un video della finale Uruguay – Argentina.
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1 Camerun – Colombia e i colori di Italia 90.