Giallo Mondiale presenta… 1978: Marmelada Peruana

Il campionato del mondo svoltosi in Argentina nel 1978 è stato senza dubbio il più controverso mai messo in archivio: innanzitutto, per il contesto socio-politico vigente in quel momento a Buenos Aires e dintorni, a dir poco terrificante. In secondo luogo, perché la nazionale di casa giunse alla finalissima tramite un episodio molto particolare. Una gara che prese il nome di “Marmelada Peruana”.

DATA: 21 giugno 1978

LUOGO: Rosario (Argentina), Estadio Gigante de Arroyito

EVENTO: Argentina-Peru, fase finale della Coppa del Mondo, seconda fase

PROLOGO

Nel 1976 la “Giunta dei Generali” prese il potere in Argentina, imponendo una dittatura che impoverì il popolo sudamericano a tutti i livelli. Per dare maggiore visibilità possibile al Paese a livello internazionale, la Coppa del Mondo di calcio fu impiegata dal regime a scopo propagandistico e l’unico obiettivo fu quello di vincere la competizione. Soprattutto per provare a distrarre la stampa estera dalle atrocità perpetrate da Videla & Co. La FIFA assegnò l’organizzazione all’Argentina nel 1966, ben prima del colpo di stato. Nel frattempo, in particolar modo nelle settimane antecedenti l’inizio del torneo, il popolo cercò di sfruttare l’interesse suscitato dall’evento per portare il mondo a conoscenza delle malefatte dei generali. Fu in questo clima che ebbe inizio il torneo. L’Albiceleste, guidata dal “Flaco” Menotti, superò il primo turno battendo per 2-1 sia l’Ungheria che la Francia, ma perdendo la terza gara contro l’Italia e, di conseguenza, anche la prima posizione. Nella seconda fase, sconfisse la Polonia e pareggiò a reti bianche con il Brasile. A quel punto, prima dell’ultimo match (il secondo girone qualifica la prima classificata per la finalissima e la seconda per il terzo posto) Argentina e Brasile si trovavano a quota 3, mentre Polonia e Peru erano già eliminate. Ultimo turno: Brasile-Polonia e Argentina-Peru. All’epoca non era stata ancora introdotta la contemporaneità per le ultime gare di un girone, cosicchè i verdeoro giocarono alle 16:45 e si sbarazzarono dei biancorossi per 3-1. Il Brasile chiuse quindi a 5 punti con una differenza reti di +5. L’Argentina, giocando alle 19:15, poteva quindi fare i suoi calcoli: una semplice vittoria non sarebbe bastata, per la differenza reti in finale sarebbero andati i brasiliani. Automaticamente, servivano almeno 4 gol di scarto per andare poi a sfidare l’Olanda all’ultimo atto.

Videla

 

 

 

 

 

 

 

 

I FATTI

Prima della partita, soprattutto a livello mediatico, venne dato grande risalto alla presenza tra i pali del Peru di un portiere di origine argentina, nato proprio a Rosario – sede della partita – ed ex giocatore della squadra locale: Ramon Quiroga. Il nostro protagonista si era costruito una discreta carriera in patria per poi emigrare in Peru, a due riprese, nello Sporting Cristal. Abbondantemente chiuso nell’Albiceleste per la presenza di Fillol, Baley, Lavolpe e Gatti, accettò la proposta della federazione peruviana, che gli offrì la cittadinanza e la maglia della nazionale biancorossa. Quiroga accettò e disputò anche un discreto Mondiale, facendosi notare anche per alcuni interventi spericolati fuori area. Vista l’evidente concentrazione di elementi poco trasparenti a favore dell’utilizzo di Quiroga proprio in quella partita, il Brasile auspicò l’avvicendamento con il suo secondo Sartor. Ma invano. La gara cominciò. Il Peru, non solo per mano del proprio contestato portiere, diede la chiara impressione di non impegnarsi a fondo. L’Argentina ebbe campo libero e colpì: 6-0 fu il risultato finale. Infuriarono le polemiche, come preventivabile. Il Brasile, in primis, si sentì defraudato. La squadra di Passarella, Kempes e Bertoni diventerà poi campione battendo in finale l’Olanda ai supplementari. Per l’orgoglio dei generali in prima fila.

Quiroga

 

 

 

 

 

 

 

 

 

I PROTAGONISTI

ARGENTINA: Fillol – Olguin, L. Galvan, Passarella, Tarantini – Larrosa, Gallego (Oviedo 86), Luque, Ortiz – Kempes, Bertoni (Houseman 65).

PERU: Quiroga – Duarte, Manzo, Chumpitaz, R.Rojas – Quesada, Cueto, Velasquez (Gorriti 52), Cubillas – Munante, Oblitas.

Arbitro: Wurtz (Francia)

EPILOGO

La gara Argentina-Peru venne ribattezzata “Marmelada Peruana”, il corrispondente di ciò che noi italiani conosciamo come “biscotto“. In questo caso, però, non si sarebbe trattato di un discorso puramente sportivo, perché gli unici a trarre vantaggio dagli eventi furono i padroni di casa. Il Peru, invece, avrebbe ricevuto dal governo argentino una colossale fornitura di grano e un fondo di 50 milioni di dollari. Prima dell’inizio della gara, negli spogliatoi, gli avversari avrebbero ricevuto la visita del generale Videla e di Henry Kissinger. Lo stesso Quiroga, in vena di confessioni, avrebbe parzialmente ammesso un accordo sottobanco per poi ritrattare. Gli aneddoti su questo fattaccio sono numerosi, le testimonianze frammentarie e il condizionale d’obbligo: non è stata ancora scovata alcuna prova certa di una combine. Ramon Quiroga, però, è ricordato nel polveroso librone della storia del calcio principalmente per questo controverso episodio.

 

Leggi anche le precedenti puntate di “Giallo Mondiale”:
1 1962: la Battaglia di Santiago;
2 Il male oscuro di Ronaldo.