Vi portiamo alla scoperta di tutte e sedici le compagini che a partire dall’8 marzo torneranno a darsi battaglia nel massimo campionato russo di calcio. Ogni giorno analizzeremo i punti di forza e di debolezza di ciascuna squadra; oggi tocca all’Anzhi Makhachkala.
La rivoluzione di fine 2013-Una decisione improvvisa e scioccante. Si può definire così la scelta del presidente Suleiman Kerimov di ridurre, la scorsa estate, in maniera drastica le risorse investite nello sviluppo e nella crescita del progetto Anzhi. Nessuno in Dagestan si aspettava un avvenimento del genere (che Mondopallone ha giudicato e analizzato a suo tempo), tutti credevano ben presto di poter affrontare i grandi club europei in Champions League e di alzare al cielo qualche trofeo nazionale. Sogni svaniti in una sera di agosto, in un momento di debolezza dell’uomo che tanto aveva dato a questa società ma che, evidentemente, poco aveva ricevuto, in termini soprattutto economici. Non ci è dato sapere se la causa principale sia stata di stampo finanziario (ma è ipotizzabile), resta il fatto che a Makhachkala in poche settimane un gruppo che poteva lottare per il primato si è completamente smantellato, diventando una delle peggiori squadre del torneo, di poco superiore al Khimki che nel 2009 disputò un campionato quasi imbarazzante. In sei mesi di gare sono arrivate soltanto due vittorie, curiosamente entrambe ottenute con i norvegesi del Tromsoe, e molti scontri diretti casalinghi sono stati miseramente falliti, con l’ultimo incontro col Kuban segnato da un rigore mancato in pieno recupero.
Il calendario non fa dormire sonni tranquilli-In inverno sono arrivati alcuni colpi che hanno alzato il livello della rosa (non che fosse un’ impresa così ardua). Bystrov, Bukharov, Aliev, Smolov, Bylyaletdinov: tutti giocatori con tanta voglia di riscatto, arrivati ovviamente a parametro zero. Scommesse che al momento non possono far sorridere un ambiente come quello dell’Anzhi (scosso peraltro dalla rissa Asildarov-Sapogov occorsa nel ritiro di Belek, con il primo cacciato dalla squadra e finito al Luch e il secondo ancora svincolato), che necessiterebbe di certezze. Intendiamoci, a conti fatti tutti e cinque potrebbero risultare grandi colpi per una squadra ultima in classifica; è altresì vero che non dimostrano qualcosa di buono da troppo tempo. Insomma, come detto, incognite totali. Il problema, oltre a una rosa di complessa valutazione, risiede anche nel calendario; le sfide da vincere (vocabolo ancora sconosciuto in campionato) sono quasi tutte fuori casa e l’Anzhi deve ancora affrontare tutte le prime cinque della classifica. La salvezza, anche se i play out distano solo 5 punti, pare abbastanza improbabile. Sarà cruciale la sfida in casa dell’Ural (all’andata un gol di Acevedo nel recupero mandò in estasi i supporters ospiti) del 30 marzo.
La stella: Oleksandr Aliev-In Russia se lo ricordano bene, soprattutto a Mosca, sponda Lokomotiv. Con i ferrovieri nel 2010 giocò la migliore stagione della carriera, realizzando un impressionante numero di centri da calcio piazzato. Giocatore funambolico, Aliev si è fatto spesso notare per i suoi eccessi fuori dal campo, spesso in compagnia di Artem Milevskiy, a un passo anche lui dall’Anzhi quest’inverno. Dotato di un piede fuori dal comune, ha una facilità di calcio sconcertante, oltre che una buona visione di gioco. Se dovesse far valere il suo talento, l’Anzhi sarebbe la favorita del suo spicchio di tabellone per un posto nei quarti di finale di Europa League.
L’allenatore: Gadzhi Gadzhiev-In casi come questi l’allenatore è forse quello con meno colpe, dato che il materiale a disposizione di certo non consente un lavoro totalemente gratificante. Nonostante questo alibi, Gadzhiev, tecnico di origini daghestane, ha commesso degli errori pesanti e i tifosi (sempre meno, tra l’altro) dell’Anzhi lo hanno spesso contestato. Qualche giorno fa c’è stato un consulto con Kurban Berdyev, ex tecnico del Rubin Kazan, anche se le parti hanno tenuto a precisare che il turkmeno non è al momento candidato alla panchina, nonostante il pubblico avallo dello stesso Gadzhiev. L’ex tecnico del Saturn non è in bilico, ma deve essere bravo a tirare fuori la voglia di rivalsa dai nuovi arrivati, etichettati da molti come bolliti.
La formazione tipo-Con l’arrivo dei cinque calciatori sopracitati si preannuncia uno stravolgimento nell’undici iniziale dell’Anzhi, ed è quindi abbastanza dura indicare uno schieramento titolare fedele alla realtà. E’ obbligatorio quindi immedesimarci in Gadzhiev e fare alcune scelte come se fossimo i nuovi allenatori dell’Anzhi: preferiamo Bukharov a Smolov, Aliev è un titolare inamovibile e Adeleye si contende il posto con Tagirbekov. Dando per scontato il sempre ottimo Angbwa, rimane il dubbio, Eschenko o Grigalava? In molti direbbero il primo, noi optiamo per le qualità fluidificanti del georgiano.