Parola del Profeta
Ci voleva lui per far carburare l’Inter? Sembra proprio di sì. Hernanes veste il nerazzurro, Mazzarri trova la formula giusta per far girare la sua squadra. Il successo di ieri sera contro la Fiorentina ha, dunque, avuto il merito di evidenziare ulteriormente come nella rosa a disposizione dell’ex tecnico del Napoli, prima dell’arrivo del Profeta, mancasse – più che quell’organizzazione di gioco che in molti non riconoscevano – il tassello decisivo, quello che unisse i reparti, che rafforzasse il centrocampo, che garantisse fluidità di gioco e concretezza nei meccanismi.
Hernanes, in mezzo al campo, a mio avviso ha fatto la differenza e la farà d’ora in avanti. L’ex Profeta della Lazio detta i ritmi, ispira, trascina, insomma: sta riuscendo ad accendere quella luce, nell’Inter, che troppo spesso è rimasta buia in questa stagione. Diciamolo apertamente: la rosa a disposizione di Mazzarri non è di quelle di primissima fascia. Rolando, Jonathan, lo stesso Palacio: tutti giocatori dotati di buona tecnica, qualcuno è anche capace di essere decisivo, ma… no, non sono veramente elementi di spicco. Così come non lo sono Nagatomo, Juan Jesus e Kuzmanovic. L’Inter 2013-2014, sostanzialmente, ha una qualità media discreta. Unisce elementi di spessore (Guarin, Campagnaro, Handanovic) a scommesse per il futuro (Botta, Kovacic, Wallace, Icardi), giocatori forti ma in là con gli anni (Zanetti, Cambiasso, Milito, Chivu) a talenti interessanti e desiderosi di esplodere (D’Ambrosio, Taider). Insomma, una bella varietà di situazioni e alternative, che Mazzarri avrebbe dovuto saper gestire in maniera più efficace, fino a questo momento. Certamente: Juventus, Napoli e Roma sono superiori sulla carta, ma l’Inter, qualche punto in più, avrebbe comunque potuto averlo (vedi i pareggi rimediati con Bologna, Parma, Sampdoria e, soprattutto, quello scoppiettante, col Toro, per 3-3), e magari vivere adesso una classifica diversa. Adesso, i nerazzurri sono a -5 da una viola fresca battuta, e sono troppo, troppo distanti dalle posizioni altissime.
Impossibile, oramai, competere per il titolo.
Per il terzo posto, invece… qualcosa si può ancora fare. Otto sono i punti che separano l’Inter da un Napoli che però ancora deve giocare il suo 24′ turno; sembrano tanti, ma suvvia: il girone di ritorno è appena iniziato.
Soprattutto, ora all’Inter c’è un Hernanes in più.
Che no, figuriamoci se è il nuovo messia del calcio, e quindi no, figuriamoci se – da solo – può riuscire a trascinare i nerazzurri. No. Da solo no. Inserito in un contesto efficace, invece, sì. Hernanes, più un’Inter che con lui diventa da disorganizzata a organizzata, ed ecco che sì, questo sì, può funzionare. Contento Mazzarri, che con l’anello mancante là in mezzo sta riuscendo a smussare gli angoli e “far quadrare il cerchio” e… contento Thohir, contento Moratti, contenti i tifosi. Una mano bella grossa dal Profeta ha avuto, il tecnico nerazzurro. Si doveva trovare, il povero Walter, con un Guarin in meno: si trova con un Hernanes in più. Roba mica da poco. Roba che fa piacere. Roba che in quel di Milano, sponda nerazzurra, magari non sognano e non sogneranno da qui a fine stagione, però almeno qualche soddisfazione – fidatevi – proveranno a togliersela. Parola del Profeta.