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Non è brasiliano però… che gol, che fa!

Suo figlio è intelligente, ha talento… ma proprio non si applica“.

Chissà quanti genitori si sono sentiti ripetere queste parole dagli insegnanti dei propri figli: ieri sera, dopo aver visto lo straordinario gol di Balotelli, il mio pensiero è andato proprio in quella direzione. Vederlo camminare sul campo per novanta minuti è una tristezza infinita per chi ama questo sport perché un tiro così, in Italia, lo hanno davvero in pochi: non si tratta però del genio del Campione, perché Mario deve ancora maturare tanto per potersi definire tale ed essere annoverato tra i più forti del globo. E di certo non sarà una giocata decisiva, per di più contro un Bologna non proprio irresistibile seppur a tratti migliore dello stesso Milan, a farmi cambiare idea sul suo conto; però è innegabile che ai rossoneri, alla Nazionale e al calcio italiano serve il miglior Mario Balotelli.

Serve un Balotelli protagonista prima sul campo e poi, ma solo poi, anche nella vita privata. Serve vederlo trascinare i compagni sul campo e non viceversa, come affermato dallo stesso attaccante ex Manchester City: perché i Campioni sono quelli che migliorano le prestazioni di coloro che li circondani, quelli che riescono a essere leader senza alzare la voce ma soltanto con l’esempio, la dedizione e la tenacia. Ecco, per l’appunto, qui serve applicarsi per davvero perché non basta un talento cristallino per poter essere decisivo nel Milan: serve costanza ed equilibrio, due doti che non sembrano far parte del curriculum di Mario. Almeno per ora.
Sembra di essere ritornati ai tempi in cui, dopo un gol, si tolse la maglietta esibendone una con scritto “Why always me?“. Ci sarà un motivo, Mario, non può essere così semplice come dici, perché per diventare un personaggio mediatico bisogna anche comportarsi come tale, e tu non fai nulla per evitare tutte queste attenzioni. Perché condividere con chiunque la gioia di essere padre e non tenersi dentro queste forti emozioni? Sfogati con gli amici, con la tua ragazza ma non su twitter, perché equivale a parlare con la stampa e questo non fa bene alla tua carriera. Ormai dovresti averlo imparato sulla tua pelle.

L’aiuto deve giungere anche da chi lo circonda, in primis Seedorf: è appurato che Balotelli abbia un fisico da prima punta, ma non gli piaccia proprio come ruolo. In occasione di un cross in area di rigore, Pazzini lo ha rimproverato perché, per lui, Mario non aveva tagliato come qualunque attaccante con l’istinto del gol avrebbe fatto. E aveva tutte le ragioni del mondo per farlo, perché a parti invertite mi sento abbastanza sicuro di dire che il Pazzo, quel cross, lo avrebbe convertito in rete anche bendato. Seedorf deve capire che Balotelli ha bisogno di una spalla forte su cui appoggiarsi, ha bisogno di giocare lontano dalla porta perché quello è il suo gioco, quello che lo entusiasma. E per rendere al meglio non c’è cosa migliore che divertirsi, nel calcio come nella vita quotidiana.