Prendiamo un paese di un miliardo di persone (più del 15% della popolazione mondiale, giova ricordarlo). Diamogli una potenza economica in divenire, diamogli anche l’atomica. E torniamo alla prima frase: prendiamo un paese di oltre un miliardo di persone. Più di un miliardo di potenziali campioni, si direbbe.
Poi cominci a fare nomi, e capisci che stiamo parlando dell’India. Potenza mondiale sullo scacchiere geopolitico, potenza assoluta nel cricket… e poi festa finita. Facciamo anche un po’ di numeri: 26 medaglie in 23 olimpiadi estive, e mai una gioia nella manifestazione invernale. Per dare un’idea del fenomeno: l’Azerbaijan ha ottenuto 26 medaglie in sole 5 olimpiadi; l’Estonia, 33 medaglie in 11 partecipazioni; l’Egitto, 26 in 21; l’Irlanda 28 in 20 (più nessuna in 5 invernali); la Slovacchia 28 (24+4) in 10 olimpiadi (5+5). Oppure: la Croazia nella sua storia ha ottenuto 33 medaglie (23 estive, 10 invernali). E la Croazia esiste (per 4,3 milioni di persone) soltanto dal 1991.
Dicevamo: 26 medaglie in 23 olimpiadi estive, e mai una gioia nella manifestazione invernal. Ma un atleta indiano alle Olimpiadi di Sochi c’è stato. Sì. Forse anche più di uno.
Indiano di nascita (ma con madre italiana), Shiva Keshavan ha partecipato alla gara dello slittino (quella del record di Zöggler: a medaglia per sei olimpiadi consecutive), due giorni fa. Primo indiano di sempre in un’olimpiadi invernale, sì; ma senza bandiera. A spese proprie. Come anche lo sciatore alpino (himalayano?) Himanshu Takur, e il fondista Nadeem Iqbal. Indiani. Ma sotto la bandiera del Comitato Olimpico.
L’altro lato della medaglia, invece, è che l’India non partecipa a questi giochi. Sono i postumi dei giochi del Commonwealth (tenutisi nel 2010) e dello scandalo della corruzione: il comitato olimpico indiano è stato sospeso dal CIO. Così, Keshavan ha potuto soltanto usare il Web per fare una raccolta fondi e partecipare sotto la bandiera olimpica. Non può rappresentare l’India, ma è lì per rappresentare lo sport: e questo è ciò che più conta.