Anno di transizione, campionato da seguire con attenzione. Il mondo del rugby a 13 è pronto ad allacciare le cinture, perché la Super League inglese è ai nastri di partenza, decisa a dare spettacolo in continuità con la Coppa del Mondo.
Se la competizione iridata si è conclusa con il pronosticato successo dell’Australia, il suo vero successo è stato quello di pubblico, come testimoniano i dati importanti fatti registrare dalle televisioni britanniche, oltre alle rivelanti cifre delle affluenze alle singole partite. Da Wembley fino agli stadi di Championship e Championship 1, la Rugby League World Cup ha permesso a tantissima gente di testimoniare la propria fame di rugby, rendendo le prossime stagioni a livello di club importanti per consolidare la crescita del movimento.
In questa direzione va l’opera di ristrutturazione della piramide dei campionati inglesi, visto che di recente è stato confermato il ritorno al sistema di promozioni e retrocessioni, per mandare in archivio il funzionale ma spesso discusso metodo delle franchigie e delle licenze pluriennali. Sul modello degli sport statunitensi e australiani, le licenze a lungo termine hanno permesso la messa in sicurezza degli investimenti, tutelandoli dal pericolo della retrocessione e quindi dalla perdita degli incassi dei diritti tv (vedi l’importante accordo tra Sky e la Super League, ndr) e degli incassi al botteghino, ma di fatto paralizzando il sistema. Quei club infatti troppo poco attrezzati per lottare per i playoff ma tutelati dal rischio Championship sono finiti spesso nel limbo di una stagione non competitiva né tesa, mentre spesso e volentieri compagini agguerrite e generose della seconda serie hanno mancato di coronare le loro cavalcate con la promozione: l’esempio è soprattutto quello di Sheffield, con gli Eagles varie volte capaci di assicurarsi la Grand-Final di Championship eppure relegati in seconda serie per via del blocco delle promozioni.
Certo, il sistema a franchigie era stato studiato e strutturato con scopi precisi (sacrificare un po’ di meritocrazia per favorire la crescita economica e proteggere gli investimenti di capitale), però un sentimento diffuso per il Regno Unito raccontava di imprenditori locali poco ispirati a spendere e impegnarsi in città storiche di questo sport come Leigh, la stessa Sheffield, Halifax, la stessa Featherstone: quando non puoi salire di categoria, la voglia di sacrificarsi e spendere viene meno.
E allora è stata giusta la decisione di ritornare al sistema di promozioni e retrocessioni, a partire dal 2015, per mettere un po’ di mostarda sulle zone meno nobili della Super League ma anche per rendere vivo e più godibile il campionato cadetto, pieno zeppo di nazionali rappresentanti le varie Irlanda, Scozia e così via. Superati i gironi d’andate e ritorno, le prime otto faranno un mini campionato a sé e poi i playoff, mentre le ultime quattro si uniranno ai migliori team della Championship per un gironcino con il palio la permanenza nella categoria. Tale sistema garantirà visibilità ai club della serie cadetta, che però saranno chiamati, per accaparrarsi almeno un posto nella Super League successiva, a investire budget molto alti. È una sorta di apertura condizionata, che garantirà match di più alto livello per i top team (dai cui ranghi presumibilmente verrà l’ossatura della nazionale inglese, oltre agli espatriati di lusso), qualcosa per cui i piccoli possano combattere, il sogno e la speranza per chi è intenzionato a programmare il futuro dalla seconda serie: guardare verso l’alto ora si può.
Cresce così la curiosità per capire chi, a partire dal 2015, sarà esclusa dai giochi e si troverà a giocare in Championship. La recente amministrazione controllata annunciata dai London Broncos, insieme alla loro crisi di risultati e agli annosi problemi logistici, aveva suggerito un futuro poco brillante per l’unico club professionistico della capitale, ma il trasferimento presso il The Hive Stadium, casa condivisa col Barnet di Conference Premier di calcio, suggerisce che nuove energie verranno investite nella squadra di Tony Rea. Le ultime due retrocedono: si salvi chi può.
Venendo al campo da gioco, l’anno dopo la Coppa del Mondo è sempre un anno di svolta. Come un inizio, con nuove storie da raccontare, progetti da pianificare, idee tattiche da disegnare da zero: Wigan ha perso in Sam Tomkins e Pat Richards, volati rispettivamente ai New Zealand Warriors e Wests Tigers nella NRL, due tra i giocatori chiave degli ultimi trionfi. Riuscirà Shaun Wane, accostato di recente alla panchina dell’Inghilterra prima della conferma di McNamara, a mantenere competitiva la squadra?
Vediamo ora, squadra per squadra, quali sono i temi del 2014.
Allenatore: Tony Smith.
Arrivi: Roy Asotasi (South Sydney Rabbitohs), Kevin Penny (Swinton Lions), Anthony England (Featherstone Rovers), Matty Russell (Gold Coast Titans)
Partenze: Mike Cooper (St George Illawarra Dragons), Garreth Carvell (Bradford Bulls), Adrian Morley (Salford Red Devils), Matty Blythe (Bradford Bulls), Tyrone McCarthy (Northern Pride), Rhys Williams, Brett Hodgson, James Mendeika e Gavin Bennion (Featherstone Rovers), Lee Briers (ritirato)
Coach: Tony Smith (Australia)
Capitani: Ben Westwood (Inghilterra) e Michael Monaghan (Australia)
Pesante la partenza di Brett Hodgson, visto in 3 stagioni con la maglia degli Exiles a livello di International Origin, idem dicasi per la leggenda Briers, che certo al suo Galles sarebbe servito come il pane in Coppa del Mondo. La garanzia è il nome dell’allenatore, perché Tony Smith, dopo il fallimento alla guida dell’Inghilterra nei mondiali 2008, ha costruito un’era di importanti successi e piazzamenti a Warrington: il titolo manca dal 1954-55 e sembra una maledizione, ma la stabilità potrebbe aiutare. Tra i nuovi, occhio a Russel, nazionale scozzese dai Gold Coast Titans (NRL). Manca sempre qualcosa per vincere il titolo, ma se la perdita di Hodgson e Briers viene ben gestita nulla è precluso. Del resto, per la legge dei grandi numeri, prima o poi i tifosi dei Wolves il titolo lo festeggeranno.
HUDDERSFIELD GIANTS
Allenatore: Paul Anderson
Arrivi: Kyle Wood (Wakefield Wildcats), Chris Bailey e Antonio Kaufusi (London Broncos), Jodie Broughton (Salford Red Devils)
Partenze: Luke O’Donnell Sydney Roosters, Dale Ferguson e Luke George (Bradford Bulls), Stuart Fielden (ritirato), Matty Dawson (St Helens), Jamie Cording (Featherstone Rovers), Jack Blagbrough (Sheffield Eagles)
Coach: Paul Anderson (Inghilterra)
Capitano: Danny Brough (Scozia)
La crescita dei Giants con l’attuale proprietà è sotto gli occhi di tutti. Vero che il titolo manca da troppo tempo, ma dalle parti del John Smith’s Stadium regna l’ottimismo. Lo scorso anno fu League Leaders Shield, trofeo assegnato a chi “vince” la regular season: un cimelio simbolo o poco più, ma promettente in vista del 2014. Era probabilmente troppo presto per diventare campioni d’Inghilterra, ma attorno alla stella Brough (unico europeo nella lista dei finalisti per il rugbista internazionale dell’anno) Paul Anderson sta costruendo una squadra importante: lo scozzese sa fare la differenza da solo, anche quando conta (chiedere all’Italia), figurarsi se ha attorno campioni come Kopczak, Grix e Cudjoe. Una delle squadre più internazionali del campionato.
LEEDS RHINOS
Arrivi: Andy Yates (Hunslet Hawks), Tom Briscoe (Hull FC), Paul Aiton (Wakefield Trinity Wildcats)
Partenze: Darrell Griffin Salford City Reds, Jordan Baldwinson e Mason Tonks (NZ Warriors), Richard Moore, Paul McShane, Jimmy Keinhorst e Luke Briscoe (Wakefield Trinity Wildcats), Liam Hood e Joe Vickery (svincolati), James Duckworth, Alex Foster e Thomas Minns (London Broncos)
Coach: Brian McDermott (Inghilterra)
Capitano: Kevin Sinfield (Inghilterra)
Stagione complessa: Sinfield ha un anno in più, è lontano dalla sua forma migliore, ha retto ma solo fino a un certo punto la pressione del footie internazionale. Dai piedi e dalla regia dell’ex Golden Boot passano gioie e dolori di questi Rhinos, forse a fine ciclo o comunque lontani dai fasti di qualche anno fa. L’anno scorso sembravano nuovamente pronti a stupire il mondo, eppure il 22-12 in semifinale con Wigan ha raccontato una storia diversa: a Briscoe, fresco di contratto di 5 anni in arrivo da Hull, il compito di invertire la rotta, magari insieme ai senatori del gruppo e a quel fuoriclasse assoluto di Hall, consacratosi a livello internazionale in un mondiale giocato magistralmente. I nomi ci sono: Hardaker, Jones-Bishop, Watkins, McGuire, Burrow, Jones-Buchanan, Ablett e Peacock sono una garanzia nel campionato inglese. Tra i favoriti, ma con la riserva di capire lo stato fisico di Sir Kev. Riflettori puntati anche su Aiton, veterano papuano ex Penrith, Cronulla e Wakefield.
WIGAN WARRIORS
Arrivi: Andy Powell (Sale, rugby union), Sam Hopkins (Leigh Centurions), Eddy Pettybourne (Wests Tigers), Matthew Bowen (North Queensland Cowboys), Tony Clubb, Dan Sarginson (London Broncos), John Bateman (Bradford Bulls), Jordan James (Salford Red Devils)
Partenze: Lee Mossop (Parramatta Eels), Pat Richards (Wests Tigers), Paul Prescott (ritirato), Gareth Hock (Salford Red Devils), Sam Tomkins (New Zealand Warriors), Chris Tuson (Hull FC), Liam Carberry (Widnes Vikings), Tom Spencer (Leigh Centurions), Harrison Hansen Salford Red Devils, Rhodri Lloyd (Widnes Vikings), James Greenwood (London Broncos)
Coach: Shaun Wane (Inghilterra)
Capitano: Sean O’Loughlin (Inghilterra)
Dalle parti del DW Stadium rassicurano: la squadra è rimasta forte. Certo è che le partenze di Richards e Tomkins verso la NRL spostano un bel po’ di equilibri: su di loro soprattutto è stato il ciclo vincente degli ultimi anni, e adesso Wane dovrà inventarsi qualcosa. In avvio di stagione, i Warriors viaggeranno verso l’emisfero sud, dove affronteranno i Sydney Roosters nel World Club Challenge. Minichiello e compagni partiranno col favore del pronostico, ma certo un exploit in Australia renderebbe epico il già storico ciclo di successi del club fondato il 21 novembre 1872. Capitolo mercato: Andy Powell sta convincendo pochissimo, è arrivato Bowen dai Cowboys, insieme al nazionale statunitense Pettybourne (Wests Tigers). Contratto di un anno per il gallese James.
Arrivi: Luke Walsh, Mose Masoe (Penrith Panthers), Richard Beaumont (Hull Kingston Rovers), Kyle Amor (Wakefield Wildcats), Matty Dawson (Huddersfield Giants)
Partenze: Francis Meli, Tony Puletua Salford (Red Devils), Lee Gaskell (Bradford Bulls), Josh Perry (ritirato), Dominic Speakman (Barrow Raiders), Nathan Ashe (rilasciato)
Coach: Nathan Brown (Australia)
Capitano: Paul Wellens (Inghilterra)
Lontana dai fasti di un tempo, ma sempre ostica specie in casa: la società della Merseyside divide l’impianto di gioco con le riserve del Liverpool di calcio e cerca di tornare nelle top 4. Il palmares è ricco e la bacheca è piena, per un club che solo 11 anni fa saliva sul tetto del mondo; dai Penrith Panthers sono arrivati, con contratto biennale, Walsh e Masoe, insieme all’irlandese Amor. I Saints sarebbero stati semifinalisti l’anno scorso, senza la magia di Sinfield e McGuire a Leeds: da tener d’occhio. Importante il rinnovo di Lomax.
Arrivi: Mickey Paea Hull (Kingston Rovers), Jordan Thompson (Castleford Tigers), Iafeta Paleaaesina (Limoux Grizzlies), Tom Biggs (Bath RFC), Chris Tuson (Wigan Warriors), Fetuli Talanoa South (Sydney Rabbitohs), Jordan Rankin (Gold Coast Titans)
Partenze: Danny Tickle (Widnes Vikings), Ben Galea, Mark O’Meley (ritirato), Brett Seymour, Andy Lynch (Castleford Tigers), Tom Briscoe (Leeds Rhinos), Paul Johnson (Widnes Vikings), Daniel Holdsworth (Cronulla Sharks)
Coach: Lee Radford (Inghilterra)
A un passo dalla storia, ma nettamente battuti in finale di Challenge Cup, a Wembley: i Black and Whites vengono da un 2013 tutto sommato positivo e puntano a mantenere la supremazia cittadina. I derby, a meno di improbabili accoppiamenti ai playoff, saranno tre, compreso quello del Magic Weekend, e in città la febbre sale. Occhio a Rankin, classe 1991 in arrivo da Gold Cost: può ricoprire diversi ruoli. Pesantee la perdita di Tom Briscoe, 70 mete in poco meno di 150 incontri in maglia Hull FC. Come ha dichiarato Craig Murdock di BBC Radio Humberside è un “annata di transizione“.
CATALAN DRAGONS
Arrivi: Elliott Whitehead (Bradford Bulls), Ben Pomeroy (Cronulla Sharks), Jeff Lima South (Sydney Rabbitohs), Michael Oldfield (Sydney Roosters)
Partenze: Rémi Casty (Sydney Roosters), Steve Menzies (ritirato), Damien Blanch (Sydney Roosters), Tony Gigot (London Broncos)
Coach: Laurent Frayssinous (Francia)
Capitani: Gregory Mounis e Jason Baitieri (Francia)
La nazionale francese, più o meno. Sì, perché in attesa che la candidatura di Toulouse per un posto in Super League dia o meno i suoi frutti, il top del movimento “tredicista” francese vive a Perpignan. Luogo di rugby d’ogni tipo, di entrambi i codici: la gente dello Stade Gilbert Brutus ai suoi Dragons tiene tantissimo. Praticamente, l’intera ossatura o quasi dei Tricolores è composta da giocatori dei Catalans, che hanno faticato ad essere competitivi contro i tanti assi NRL schierati ai mondiali da Nuova Zelanda e Samoa. L’anno scorso la squadra aveva ottenuto un onorevole piazzamento utile per i playoff, con un calo nella parte finale della stagione. Il 2014 inizia con qualche incognita: Casty ha lasciato l’Europa alla volta di Sydney, seguito poco dopo dal nazionale irlandese Blanch. Anche il ritiro di Menzies, leggenda di questo sport che in Catalogna ha chiuso una carriera magica e vincente, non aiuta: trovare l’amalgama spetta a Frayssinous, che da giocatore fu protagonista dello storico tour del 2001 della Francia in Nuova Zelanda e Papua Nuova Guinea. Bei tempi. Il destino e il futuro del XIII d’oltralpe dipende dalla salute di questo club e dalla sua capacità di sostituire chi è partito. Ceduto ai Broncos Tony Gigot.
Partenze: Michael Weyman (St George Illawarra Dragons), Neville Costigan (Newcastle Knights), Kris Keating (Canterbury Bulldogs), Jamie Langley (Bradford Bulls), Kevin Larroyer (Catalans Dragons), Justin Poore, Ben Cockayne (Wakefield Wildcats)
Arrivi: Michael Dobson (Newcastle Knights), Mickey Paea (Hull FC), Sam Latus (York City Knights), Ryan O’Hara (Lezignan Sangliers), Richard Beaumont (St Helens), Cory Paterson (Wests Tigers), Lincoln Withers, Evarn Tuimavave (rilasciato), Alex Brown (Leigh Centurions)
Coach: Craig Sandercock (Australia)
Cinque campionati e una Challenge Cup descrivono una bacheca dei trofei orgogliosa e di tutto rispetto. Le ambizioni dei Rovers, ottavi al termine della scorsa regular season, sono quelle di chi vuole restare in zona playoff, nell’elite di questo sport. Si farà sentire la partenza di Dobson, volato verso Newcastle (Australia), mentre Paea è passato ai rivali cittadini. Da Perpignan è arrivato il prestito del nazionale francese Larroyer, tre sono gli arrivi overseas: Weyman (St George), Keating (Canterbury) e il papuano Costigan. L’ex Newcastle si sarebbe dovuto accompagnare ai connazionali Maki e Paniu, ma un problema legato ai permessi di lavoro ha vanificato l’operazione. Anche qui, contano derby e piazzamento playoff: missione non impossibile.
Arrivi: Garreth Carvell, Matty Blythe, James Saltonstall, Joe Philbin, Tom Walker (Warrington Wolves), Dale Ferguson, Luke George (Huddersfield Giants), Lee Gaskell (Salford), Adam Henry (Sydney Roosters)
Partenze: Elliott Whitehead (Catalan Dragons), Keith Lulia (Wests Tigers), Jobe Murphy (Dewsbury Rams), Jamie Langley (Hull KR), Heath L’Estrange, Curtis Naughton (Sydney Roosters), John Bateman (Wigan Warriors), Michael Platt (North Wales Crusaders)
Coach: Francis Cummins (Inghilterra)
Capitano: Matt Diskin (Inghilterra)
Tira una brutta aria a Bradford, città che ha vissuto un’estate burrascosa, date le incertezze sulla nuova dirigenza. Sembra che la squadra rischi una penalizzazione in classifica, per via dell’amministrazione controllata. Da tener d’occhio l’azzuro Saltonstall, prodotto dell’Academy di Warrington già visto con la casacca dell’Italia: per lui prestito di un mese e possibilità di mettersi in mostra. Da Sydney è arrivato Henry, da Huddersfield lo scozzese Ferguson. Sarebbe dovuto arrivare il samoano Winterstein, ex Crusaders e Widnes, ma ha preferito stare in Australia e passare al rugby union. Missione difficile per coach Cummins.
Arrivi: Danny Tickle, Paul Johnson (Hull FC), Danny Galea (Canterbury Bulldogs), Liam Carberry, Rhodri Lloyd (Wigan Warriors).
Partenze: Shaun Briscoe, Ben Cross (ritirati), Gareth Hock (Salford Red Devils), Frank Winterstein (rugby union)
Coach: Denis Betts (Inghilterra)
Capitano: Jon Clarke (Inghilterra)
Il decimo posto nella Super League XVIII è una buona base di partenza, ma conterà soprattutto restare a galla, evitare il rischio retrocessione (conseguente alla riforma dei campionati), sopravvivere. Giocano le partite interne al Select Security Stadium, stadio usato nel 2013 dalla squadre femminile del Liverpool campione d’Inghilterra. 9 campionati, 7 Challenge Cup e 1 World Club Challenge abbelliscono la bacheca dei Vikings. Contratto di 1 anno, in entrata, per Danny Galea, classe 1983 in arrivo da Penrith; attenzione anche a Rhodri Lloyd, che nel 2010 contro l’Italia divenne il più giovane gallese di sempre a indossare la maglia dei Dragons.
Arrivi: Daniel Smith (South Sydney Rabbitohs), Richard Moore, Paul McShane, Jimmy Keinhorst, Luke Briscoe (Leeds Rhinos), Scott Anderson (Brisbane Broncos), Matt Ryan (Parramatta Eels), Pita Godinet (New Zealand Warriors)
Partenze: Kyle Wood (Huddersfield Giants), Frankie Mariano (Castleford Tigers), Tim Smith (Salford Red Devils), Oliver Wilkes (Leigh Centurions), Kyle Amor (St Helens), Danny Cowling (Halifax RLFC), Vince Mellars (Featherstone Rovers), Paul Aiton (Leeds Rhinos), Justin Poore, Ben Cockayne (Hull KR)
Coach: Richard Agar (Inghilterra)
Capitano: Danny Kirmond (Inghilterra)
La qualità non è tantissima, a Richard Agar (che è anche ct della Francia) il compito di dimostrarsi creativo, di sapere rinnovare il suo rugby e trarre il massimo da questi uomini. Incoraggianti gli arrivi del pilone ex Melborune Anderson, del brillante Godinet ammirato in maglia Samoa ai mondiali, e di McShane, promettente giovane uscito da Leeds, dove era chiuso dall’arrivo di Aiton. La perdita dello stesso Aiton rischia di farsi sentire.
Arrivi: Ryan Boyle (Salford City Reds), Frankie Mariano (Wakefield Wildcats), Ashley Gibson (Salford City Reds), Luke Dorn (London Broncos), Brett Seymour, Andy Lynch (Hull FC), Scott Wheeldon, Michael Channing (London Broncos, Liam Finn (Featherstone Rovers)
Partenze: Jacob Emmitt, Rangi Chase (Salford City Reds), Steve Nash (Dewsbury Rams), Jordan Thompson (Hull FC), Jonathan Walker (Hull KR), Ben Johnston (Halifax RLFC)
Coach: Daryl Powell (Inghilterra)
Capitano: Michael Shenton (Inghilterra)
I Tigers sembrano a rischio: con la riorganizzazione dei campionati e l’apertura ai club di Championship lo spazio si farà stretto, qualcuno sarà sacrificato. Acquista un valore supplementare allora questa stagione, decisiva per il futuro della squadra almeno a questi livelli. Il mercato ha visto la partenza del nazionale inglese Chase, che in Super League la differenza l’ha sempre fatta; coach Daryl Powell ripartirà dai tanti volti nuovi, nessuno dei quali giunge dall’Australia. Mercato tutto “domestico” e scommesse rischiose: riflettori puntati su Mariano e il pilone Boyle. Interessante l’ingaggio del capitano dell’Irlanda Liam Finn.
Allenatore: Tony Rea
Arrivi: George Griffin (Hull KR), James Duckworth (Leeds Rhinos), Alex Foster (Leeds Rhinos), Thomas Minns (Leeds Rhinos), Scott Moore (North Queensland Cowboys), Nesiasi Mataitonga (Cronulla Sharks), Denny Solomona (Melbourne Storm), Jordan Atkins (Gold Coast Titans), James Cunningham (Hull FC), James Greenwood (Wigan Warriors)
Partenze: Craig Gower (Newcastle Knights), Chad Randall, David Howell Retire, Mark Bryant Retire, Ben Fisher e Chris Melling (ritirati), Jamie Soward (Penrith Panthers), Tommy Lee (Salford Red Devils), Luke Dorn, Scott Wheeldon e Michael Channing (Castleford Tigers), Chris Bailey e Antonio Kaufusi (Huddersfield Giants), Tony Clubb e Dan Sarginson (Wigan Warriors), Jamie O’Callaghan (London Skolars), Michael Witt (St. George Illwarra Dragons), Shane Grady (Dewsbury Rams), Michael Robertson, Liam Colbon, Shane Rodney e Alex Hurst (svincolati)
Coach: Tony Rea (Australia)
Perso l’ex azzurro (rugby union) Gower in giugno, la franchigia della capitale viene dall’ennesimo anno negativo. Tra affluenze basse, spostamento di stadio, amministrazione controllata e crisi tecnica, per il criticatissimo coach Tony Rea il lavoro deve essere tutt’altro che facile. L’anno scorso i tifosi si erano illusi grazie alla semifinale di Challenge Cup, ma le proporzioni della batosta contro Wigan fecero nuovamente deprimere chiunque voglia bene al rugby league londinese. Lontano dalle roccheforti di questo sport c’è spazio per un club del genere? La sensazione è che il futuro dei Broncos sia a rischio, che l’errore originale sia stato il mancato riconoscimento con una delle mille identità locali di Londra, perché nel calcio non esiste una società che la rappresenti tutta, insieme a palesi errori nella gestione tecnica e nel marcato. In questa sessione, i Broncos hanno perso tantissimi giocatori, a partire dal nazionale scozzese Hurst, svincolato. A pelle, i tanti giocatori arrivati in prestito non basteranno e il futuro del codice a Londra è a rischio: non è detto sia un male, giocare un po’ di Championship potrebbe essere un modo per contenere le spese, viaggiare a fari spenti, e premiare i prodotti della convincente Academy locale. Ossigeno puro l’ingaggio del nazionale francese Tony Gigot.
Allenatore: Brian Noble
Arrivi: Junior Sa’u (Melbourne Storm), Adrian Morley (Warrington), Francis Meli (St Helens), Steve Rapira (New Zealand Warriors), Tim Smith (Wakefield), Gareth Hock (Widnes), Rangi Chase (Castleford), Tony Puletua (St Helens), Jake Mullaney (Parramatta Eels), Tommy Lee (London Broncos), Jason Walton (Batley Bulldogs), Greg Johnson (Batley Bulldogs), Lama Tasi (Brisbane Broncos), Harrison Hansen (New Zealand Warriors)
Partenze: Marc Sneyd, Ashley Gibson, Ryan Boyle (Castleford Tigers), Liam Foran (Parramatta Eels), Vic Mauro (rilasciato), Lee Gaskell (Bradford Bulls), Dan Brotherton (Cambridge Rugby Union), Wayne Godwin (Dewsbury Rams), Jodie Broughton (Huddersfield Giants), Jordan James (Gloucestershire All Golds), Stephen Wild (North Wales Crusaders), Ryan McGoldrick, Adam Neal, Ben Gledhill, Lee Jewitt, Chris Nero (svincolati), Jacob Emmitt (Leigh Centurions)
Coach: Brian Noble (Inghilterra)
Capitano: Adrian Morley (Inghilterra)
C’è stata la cosiddetta “Red Devils revolution“, con la proprietà dinamica e innovativa nel cambiare il nome alla squadra, cercando un’immagine pronta da vendere a una platea più ampia di quella tradizionale del rugby league. In realtà i cosiddetti nickname delle squadre sono caratteristici dell’era moderna di questo sport, quindi non ci sono state le proteste indignate che vediamo in altri sport. Anzi, la gente di Salford, stanca e affranta dall’ultimo posto nel 2013, ha salutato positivamente la novità, perché sposata a un progetto di rilancio e crescita del club tutto. La proprietà è ambiziosa, pronta a scalare la Super League fino alle posizioni che contano: l’idea è che ci vorrà del tempo, perché i nuovi sono tanti e la rosa va amalgamata. La guida tecnica è una garanzia, essendo Brian Noble uno degli allenatori più esperti di tutta la lega. Già in passato ct della Gran Bretagna, protagonista ai mondiali da commentatore tecnico in televisione, Nobby avrà a disposizione giocatori di tutto rispetto per la categoria: occhio a Morley, lontano dai giorni migliori ma espertissimo ex nazionale inglese e britannico, ma anche a Hock, che ha firmato un quadriennale e vuole dimenticarsi l’incubo di una Coppa del Mondo finita anzitempo per motivi disciplinari. Per il resto ci penserà la classe di Chase, protagonista nel bene come nel male con l’Inghilterra e certo a suo agio in campionato più che sulla scena internazionale: a lui la cabina di regia, questa squadra ingranerà. Resta da capire quando.