Ni Hao, Alino

Forse può sembrare uno scherzo del destino, una vera nemesi storica. Un pratese che si trasferisce in Cina. Rarissimo percorso inverso rispetto alla più grande comunità cinese in Italia. Alessandro Diamanti saluta l’Italia e lascia il Bologna. L’offerta economica prospettata dal Guanghzou di Marcello Lippi era troppo ghiotta. Impossibile dir di no a un contratto a cifre più che raddoppiate con un ingaggio oltre i 4 milioni di euro all’anno. Remore per un trasferimento oggettivamente complicato dal punto di vista logistico, neutralizzate dalla familiarità della moglie di Alino con la Cina.

Silvia Hsieh è taiwanese di Taipei, nata da genitori cinesi. Canton, 12 milioni di abitanti, più grande città costiera del sud della Cina, sarà la nuova casa di Diamanti. Non nuovo a esperienze all’estero dopo l’anno in Inghilterra, al West Ham. Al Bologna rimarranno giocate e gol sensazionali (22 in 88 partite), incastonati nella memoria del club ma soprattutto 9 milioni di euro fondamentali per dare linfa alle malmesse casse societarie. “Dalla Cina con furore” con un soggetto e una sceneggiatura differenti: perché c’è un Mondiale da giocare e Diamanti non intende perdere il treno azzurro. Questa la vera sfida del fantasista. Che chiude la valigia e saluta tutti.

Ni Hao, Alino.

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