Ossessione mondiale
Ancora pochi mesi e sarà BRASILE 2014, un altro Mondiale, un avvenimento atteso e fantastico nella terra dove il calcio è pane e fantasia.
Un evento planetario con gli occhi del Mondo addosso, occasione unica e indimenticabile per i partecipanti, una di quelle manifestazioni dove bisogna fare di tutto per esserci.
Uno spettacolo il cui inizio si avvicina un giorno alla volta, ma che nella testa dei giocatori c’è già da un po’ di tempo e comincia a farsi sentire, nei pensieri , nelle riflessioni con inquietudine, eccitazione e determinazione.
Così se i brasiliani parlano già di ansia ed emozione come Paulinho che dice di essere elettrizzato già ora e di faticare a gestire l’ansia a mesi di distanza. Per altri però, il Mondiale comporta stati d’animo diversi, altrettanto forti e contrastanti.
Partiamo da quelli che stanno avendo una stagione travagliata e che devono cercare il questi ultimi mesi di convincere i propri ct a riservare loro un posto della lista dei convocati. Mata passato al Manchester U. dovrebbe avere ora lo spazio necessario per guadagnarsi il posto in sudamerica, stesso discorso per Essien volato a Milano e Burdisso sbarcato a Genova. In Italia Quagliarella e Osvaldo nella Juve, in caso di scarso minutaggio, rischiano tantissimo invece. Discorso inverso per Diamanti attualmente quasi certo di esserci, ma che in caso di trasferimento nel poco competitivo campionato cinese, potrebbe vedere le sue sicurezze traballare. Presenza sicura invece quella di Julio Cesar nonostante la sua particolarissima stagione al QPR (2° divisione inglese) , grazie alle parole del suo ct. Scolari ha già detto che lo chiamerà per il Mondiale in ogni caso.
Ci sono poi i casi “vorrei ma non posso”, giocatori che rischiano di saltare l’evento per le proprie prestazioni non certo esaltanti in stagione, inciampati nell’annata peggiore nel momento meno opportuno. Tra questi mettiamo: El Shaarawy , Marchetti, Ranocchia, Ogbonna, Lamela, Ramirez, Lucas, Pato. Campioni che passano un periodo buio della propria carriera, oppure che stanno pagando scelte di mercato infelici.
Altri invece confidano di entrare nelle grazie dei commissari tecnici proprio in extremis grazia ad una annata importante. Cosi con le loro prestazioni alimentano il sogno mondiale i vari: Candreva, Borini, Parolo, Florenzi, Alvarez, Nainggolan, Tevez, Kiessling, Gomez, Llorente. Tutti giocatori che nell’anno in corso si stanno facendo notare con rendimento e continuità
Non vanno poi dimenticati i campioni attualmente ai box per problemi fisici. Giocatori il cui recupero è appeso ad un filo se non impossibile. Qui i nomi sono pochi ma pesantissimi: Falcao, Rossi, Khedira.
Categoria a parte sono gli Evergreen giocatori non più giovanissimi, ma che potrebbero risultare utili per esperienza e talento a varie nazionali. In questa categoria inseriamo i nominativi di calciatori con già dei mondiali alle spalle che covano nell’intimo una piccola speranza di partire per il Brasile grazie alla buona stagione che stanno giocando, come : Totti, Toni, Gilardino, Terry, Rio Ferdinand, Cambiasso, Kakà, Ronaldinho.
Insomma il Mondiale per un calciatore è una ossessione che incide fortissimamente nella sua testa. La volontà di esserci, la determinazione impiegata per arrivare al torneo al massimo della forma stanno facendo vivere una stagione entusiasmante a tanti giocatori. Altri invece devono gestire le ansie derivanti da un desiderio che rischia di diventare un rimpianto. Infatti il non trovare spazio in squadra ha portato qualche campione ad accettare trasferimenti impensabili solo mesi fa. Altri invece affrontano la stagione con inquietudine, nel tentativo di preservarsi o recuperare da un infortunio che rischia di tagliarli fuori.
Insomma nella testa e nel cuore dei calciatori il Mondiale è già iniziato, l’evento è qualcosa che ti consuma mese dopo mese, che ti priva di energie mentali e contemporaneamente ne genera. Molti i casi in passato dove alcuni campioni furono attaccati da tifosi delle rispettive squadre perché davano l’impressione di pensare più alla Coppa del Mondo piuttosto che alla stagione in atto. Altrettanti quelli che con una stagione strepitosa si sono caricati sulle spalle la propria nazionale trascinandola poi anche in estate.
Il Mondiale è una occasione unica e irripetibile per qualcuno, esserci fa la differenza per questo è normale che sia un chiodo fisso, un tormento. Meglio viverlo per i ricordi piuttosto che per dei rimpianti.