Home » Top e flop della ventiduesima giornata di Serie A

Sugli scudi German Denis con la sua doppietta speciale al Napoli. Emeghara rinasce, la Lazio si coccola un Keita Balde sempre più interessante. Mazzarri sbaglia tutto nella supersfida Juve-Inter, Reina e Manfredini la combinano grossa.

TOP

German Denis: affonda il Napoli con una doppietta, realizzando entrambi i gol nella porta dietro la quale c’era suo figlio in qualità di raccattapalle. Anche il Tanque ha il suo talismano.

Innocent Emeghara: rigenerato dalla cura Di Carlo, sembra tornato quello esplosivo ammirato con la maglia del Siena. Due gol più un rigore procurato (un po’ generoso a dire il vero), che tuttavia non sono bastati al Livorno per vincere la sfida salvezza di Catania. Lui però il suo dovere l’ha fatto.

Keita Balde: ad addolcire la bocca dei tifosi laziali, amareggiati per la cessione di Hernanes, c’è questo interessantissimo attaccante senegalese di passaporto spagnolo di soli 19 anni, grande protagonista della vittoria al Bentegodi sul Chievo prima con l’assist a Candreva e poi firmando personalmente il raddoppio.

FLOP

Walter Mazzarri: troppo facile prendersela con Palacio, che ha la spia rossa accesa da qualche settimana. La colpa principale è di chi fa giocare lui e tutti gli altri giocatori palesemente fuori forma, vedi Jonathan e Alvarez. Con il risultato di un’Inter senza mordente e sconfitta ancor prima di scendere in campo nel Derby d’Italia con la Juve. Proprio la partita in cui si dovrebbe lottare col coltello tra i denti. Inaccettabile.

Pepe Reina: una sua papera sul tiro non irresistibile di Denis dà il via alla debacle del Napoli a Bergamo. Il brutto è che poi i suoi compagni di reparto a turno l’hanno imitato. Da flop, in verità, sarebbe l’intera difesa partenopea.

Thomas Manfredini: ci mette del suo nell’infelice esordio di Alberto Malesani sulla panchina del Sassuolo. Il difensore appena acquistato dal Genoa commette la sfortunata autorete che sblocca il risultato. Ci penserà poi Toni a dare il colpo di grazia ai neroverdi, sempre più inguaiati.