Mondiali di basket? No, grazie
La prossima estate i tifosi italiani non potranno tifare per la nostra nazionale ai mondiali di pallacanestro in programma in Spagna. Il presidente FIP, Gianni Petrucci, infatti ha ritirato l’Italia dalla corsa agli posti disponibili, dicendo no alla proposta di pagare il milione di franchi necessario per acquistare una delle wild card libere.
Un epilogo amaro dopo lo splendido europeo disputato dagli azzurri in Slovenia. Una fase a gironi strepitosa, andata oltre le aspettative della vigilia, e poi il calo nelle sfide dirette, chiudendo a un passo dalla qualificazione all’appuntamento iridato. Sarebbe bastato un solo successo in più per avere un destino diverso e invece adesso ci ritroviamo qui a commentare un’assenza pesante per tutto il movimento che rappresenta.
La scelta di Petrucci ha creato una spaccatura tra gli appassionati; da una parte chi ha appoggia la decisione e dall’altra chi la critica in modo severo. Da tifoso è stato difficile accettare la rinuncia, un po’ come rivivere la sconfitta dello scorso settembre contro la Serbia che c’ha relegato all’ottavo posto tra le forze cestistiche del vecchio continente. Ragionandoci, però, non è stata una decisione del tutto sbagliato.
Pagare per ottenere la partecipazione a un campionato mondiale è un qualcosa che sinceramente stona con lo sport, dove i diritti andrebbero conquistati esclusivamente sul campo. Sperare che tale partecipazione possa essere utile a rilanciare il basket italiano ha il gusto di una scommessa con forti possibilità di risultare perdente. Il passato dei giochi olimpici ci ricorda che le varie medaglie, vinte nelle discipline meno note, spesso sono solo un fuoco di paglia; la loro fama si spegne nel giro di qualche mese, o qualche settimana nel peggiore dei casi, e i problemi delle federazioni e delle società restano. Alla luce di questi fatti allora la speranza di molti e il dovere delle istituzioni sportive è che quei soldi risparmiati vengano utilizzati per migliorare la situazione interna e risollevare le sorti di una disciplina che negli ultimi tempi sta iniziando a pagare gravi carenze, evitando sprechi e pianificando una gestione intelligente a lungo termine.
Certo, rimane solamente un forte dubbio. E se fossero stati i mondiali di calcio? Cosa sarebbe successo in Italia? Di sicuro il problema avrebbe avuto una maggiore discussione, finendo anche sulle prime pagine dei giornali e forse coinvolgendo anche il parlamento. Su questo quesito i tifosi del basket sembrano concordare su un’unica cosa: avremmo pagato quei soldi senza problemi per non mancare l’appuntamento.