Un derby senza colori
Ci sono momenti, nella vita, in cui le esigenze televisive dovrebbero farsi da parte. Quel momento è adesso: anzi per la precisione quel momento è già passato, visto che la Lega Calcio ha confermato che il Derby della Lanterna, uno tra i più belli d’Italia, si giocherà alle 12.30. Uno spazio solitamente relegato alle partite meno importanti ma che, comunque, le televisioni vogliono occupare lo stesso per riempire il palinsesto. Tra il dire e il fare, però, c’è di mezzo il mare e convincere decine di migliaia di tifosi genovesi a prendere parte a un derby all’ora di pranzo, onestamente, è un’impresa che i vertici della Lega avrebbero fatto bene a non esplorare.
Entrambe le tifoserie, infatti, hanno fatto intendere la volontà di non prendere parte a questa partita, rinunciando quindi alla visione di quella che a Genova è considerata la partita per eccellenza, uno dei motivi principali per cui una stagione può definirsi ottima o mediocre: molto più semplicemente il derby. Un incontro che, specie negli ultimi anni, non ha visto protagonisti eccelsi sul prato verde, sostituiti eccellentemente dai veri fenomeni, quelli sulle tribune e gradinate: uno spettacolo di colori, coreografie pittoresche e cori da fare invidia a qualsiasi stadio d’Italia. Insomma un’atmosfera degna del derby di Roma o di Milano; relegare tutto questo alle 12.30, considerando anche la contemporaneità con una festa tipica della zona adiacente allo stadio, è francamente offensivo nei confronto di una città intera. Viste queste premesse quindi non c’è stupirsi dalla reazione della tifoseria, che mai come in queste ore si è sentita unita attorno a un’unica bandiera, quella genovese.
Spostare quella che è a tutti gli effetti una delle due partite di cartello della 22/a giornata di Serie A – insieme a Juventus-Inter – dovrebbe essere un atto dovuto da parte della Lega Calcio, che in questo modo non fa altro che piegarsi alla volontà delle televisioni. In queste ore anche il Comune di Genova si è adoperato, attraverso il suo assessore per lo sport, nel tentativo di spostare la partita o addirittura rinviarla: nel caso in cui si debba giocare nell’orario stabilito, però, gli Ultras Tito hanno deciso che resteranno fuori dal Luigi Ferraris, mentre i Fedelissimi 61 (entrambi di fede doriana) tramite un comunicato hanno deciso di manifestare la propria volontà di occupare lo stesso i propri posti all’interno della struttura. Per quanto riguarda gli ospiti, invece, è stato il presidente Preziosi stesso a cercare di placare gli animi, auspicando che i supporter alla fine decidano lo stesso di assistere direttamente alla partita.
A farne le spese, alla fine, sarà l’immagine del calcio italiano: in un’Europa in cui i maggiori campionati riempiono gli stadi anche per partite non di cartello, non sarebbe bello vedere un derby con spalti vuoti. Specie se il derby in questione è quello di Genova, uno spettacolo nello spettacolo.