A piccoli passi

È stata una domenica a piccoli passi, in una giornata di campionato piena di pareggi e favorevole solo a Roma e Milan, a livello di top club.

Classifica e stato d’animo tengono lontane le due squadre, in un momento anche storico completamente opposto, però per una volta tutte le altre sono andate piano, hanno rallentato il passo e allora obiettivi che parevano lontanissimi ora sono sono lontani.

E dire che la rincorsa del Milan all’Europa, come nella infausta stagione 1997-1998 (culminata con la beffa della futura leggenda rossonera Alessandro Nesta), sembrava passare dalla Coppa Italia, ma l’Udinese non ha concordato.

È diventato così obbligatorio, per i rossoneri, tornare con la testa al campionato, unica via per il calcio continentale a meno di un improbabile successo nella Champions League di quest’anno.

Certo, i mezzi tecnici e atletici per battere le big d’Europa ora il Milan non ce li ha, eppure è un po’ come se il vento fosse girato: 6 punti su 6, Balotelli concreto come di rado quest’anno, carattere in controtendenza rispetto all’ultima era Allegri.

Forse la dea bendata ha anche ripreso a parlare rossonero: altrimenti la pazzia di Cabrera, uruguagio di stanza a Cagliari pallavolista al limite dell’area, non si spiega.

It´s a Mad, Mad, Mad, Mad World, recitava il titolo di un vecchio film, e senza l’ingenuità del ragazzo di Montevideo magari parleremmo di Seedorf come di un effetto placebo già svanito, del solito Milan mediocre e non autoritario, dello spreco di fantasia là davanti. È il calcio, bellezza.

Però è anche vero che, paradossalmente, la via dell’Europa può ancora passare per la Coppa Italia: a seconda di come andranno le prossime partite, se chi andrà in finale avrà già il posto assicurato nel calcio continentale, si “sbloccherà” il sesto posto di campionato, in tal caso utile piazzamento per la coppa che nessuno vuol fare, ma che sempre sa di epopea.

Specie se il tuo nome sa di leggenda.

Ricapitolando: adesso il Milan è a 5 punti dall’Europa League, 4 se dovesse bastare il sesto posto.

Mancano 17 partite, un’eternità: nulla è precluso, a piccoli passi.

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Matteo Portoghese