40 milioni di sterline. E di ragioni

La notizia non è freschissima, ma se ne è parlato tanto. Juan Manuel Mata andrà al Manchester United. Lascerà il Chelsea, club che lo aveva acquistato dal Valencia nell’estate 2011, e vola alla corte di David Moyes.

Ne ha proprio bisogno, lo scozzese, incredibilmente indietro rispetto alle abitudini di classifica dei Red Devils. Vero che quest’anno le assenze sono state tantissime, ma parliamo pur sempre di un gruppo che con Alex Ferguson ha vinto e convinto anche sotto le avversità. Chiaramente, sarebbe ingenuo supporre che con gli infortuni di quest’anno l’ex tecnico avrebbe guidato il campionato, ma immaginarlo fuori dalla zona Europa è davvero troppo.

Allora l’ex tecnico dell’Everton sta vivendo lo smacco di vedere la sua ex squadra 5 punti sopra il blasonato Manchester United che, quanto a dinamiche di gioco e linguaggio del corpo dei giocatori, preoccupa.

Il mercato di gennaio, in questi casi, è un’arma a doppio taglio. Chiedetelo a Kenny Dalglish, una leggenda dalle parti di Glasgow e (soprattutto) Liverpool, che nel giudizio recente degli appassionati rimarrà sempre a metà tra l’affare Suàrez e la scottatura Carroll. O ai poveri direttori sportivi italiani, costretti a fare affari con pochi euro, tra comproprietà, riscatti futuri, prestiti e così via.

Solitamente in inverno chi vende regna: se compri vuol dire che ne hai necessità, che hai qualche problema da risolvere, che stai poco bene come stai. Da lì i prezzi, spesso gonfiati dalla consapevolezza, in chi vende, di poter giocare sulle mancanze altrui: ne sa qualcosa José Mourinho, il più furbo degli allenatori, cui forse nell’esperienza milanese e madrilena era mancato il ruolo del manager. All’inglese, a tutto tondo.

Succede quindi che i campioni d’Inghilterra, lontani dai fasti non dico di un tempo, ma di sei mesi fa, puntino tutto su un nazionale spagnolo forte ma non fortissimo (giudizio di chi scrive, puramente personale), con il cinico, sbarazzino e terzo in classifica Chelsea lì ad alzare al prezzo.

Per vedere quanto grave Moyes ritiene la mancanza di fantasia della squadra.

Per capirne i bisogni.

Per mettere un po’ di soldi in cassa, che non fa mai male dopo le solite spese estive.

Succede dunque che questo brillante spagnolo classe 1988, campione del Mondo e d’Europa, dovrà calarsi in una realtà in subbuglio, poco abituata a lottare per un piazzamento, ad essere già fuori da entrambe le coppe nazionali, ai primi malumori dopo l’era di Ferguson generale indiscusso.

Il trasferimento ha alimentato le critiche degli addetti ai lavori, pure di quelli più prestigiosi: Arsène Wenger sospetta che Mourinho, furbescamente, abbia voluto avvantaggiare Arsenal e City che lo scontro diretto con lo United devono ancora giocarlo. L’idea è peregrina ma non troppo, visto che lo scherzo del calendario c’è, ma la differenza deve averla fatta la cifra proposta, oltre al mancato feeling col giocatore.

Mata giocherà con sulla gobba 40 milioni di sterline, 40 milioni di ragioni per essere subito performante. Prendere una squadra in mano, fare subito la differenza.

Magari insieme a Rooney e Van Persie, ma senza prescindere da un miglioramento nell’approccio tattico, nell’impianto di gioco: sembrerebbe davvero irreale una Champions League senza Red Devils.

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Matteo Portoghese