Home » Ragatzu e Comi, Lanciano la terra del riscatto

Per un giovane non è mai facile esplodere. Anzi, in Italia sappiamo tutti che sono pochi gli allenatori che puntano sui ragazzi. E così, per un talento, è sempre complicato riuscire a imporsi nel nostro Paese. In questi giorni di calciomercato, la Virtus Lanciano, squadra di Serie B che ben si sta comportando fino a questo momento, ha prelevato due prospetti che rispecchiano in pieno ciò che è stato detto prima. Si tratta di Gianmario Comi, arrivato dal Novara via Milan, e Daniele Ragatzu, in prestito dal Verona. Il primo classe 1992, il secondo nato un anno prima, nel 1991. Due giovani che, nonostante grandi capacità e ottime doti calcistiche, hanno vissuto momenti difficili e, pur con due storie diverse, sperano vivamente che Lanciano sia la loro terra promessa. Una volta per tutte.

Gianmario ComiMEGLIO USARE LA TESTA – Comi è un centravanti vecchio stampo, uno di quelli che con una zuccata fa vincere le partite. E, un anno fa, ne ha risolte più di qualcuna in questo modo a Reggio Calabria: già, perché con la maglia della Reggina, nella sua prima esperienza in cadetteria, è riuscito a realizzare undici centri. Mica male. Questa stagione doveva essere quella della consacrazione. Si è parlato di un ritorno al Milan, poi qualche voce che lo ha avvicinato alla Serie A e poi ecco le chiamate, ufficiose, di Cesena e Novara. Gianmario sceglie il Novara: la squadra è vicina a casa (lui è di Torino) e gli azzurri qualche mese prima hanno sfiorato addirittura la A. L’obiettivo è quello di riprovarci, ancora più seriamente. La prima rete Comi la firma alla seconda giornata, contro il Siena: entra nel finale e di testa, come al solito, realizza il gol decisivo. Poi, da quel momento, il nulla. Aglietti prima, e Calori poi, lo utilizzano con il contagocce, mentre i piemontesi sprofondano nelle zone basse delle classifica. Ora una nuova opportunità a Lanciano, dove Baroni, amante dei giovani, può farlo tornare quello di Reggio Calabria. Usando la testa, ovviamente.

ragatzuIL GIOIELLO SPRECATO DA CELLINO – Diversa la storia di Daniele Ragatzu. Per certi versi, molto più interessante. A Cagliari è considerato il nuovo Zola. A soli 16 anni esordisce in Coppa Italia e Allegri, tecnico dei sardi, decide di aggregarlo in pianta stabile alla prima squadra. Siamo nella stagione 2008/2009 e il 1 marzo 2009 Ragatzu esordisce in A, in uno spento Cagliari-Torino che finirà 0-0. E’ un talento folgorante, Cellino si sfrega le mani quando lo vede. Un mese dopo, ecco la prima rete, a Firenze. L’anno successivo Ragatzu mette a segno altre due reti, ritagliandosi un po’ di spazio in più anche nella stagione seguente. Il Cagliari decide di mandarlo in prestito al Gubbio, per dargli la possibilità di farlo esplodere. E’ il momento giusto per Daniele che, però, a causa anche di un carattere poco tranquillo, spreca la chance e realizza una sola rete in ventotto presenze, di cui solo quattro da titolare. Vero anche che gli umbri, poi retrocessi, schierano ben nove attaccanti in tutto il loro fallimentare campionato. Una situazione poco adatta per crescere. Il Cagliari comunque, per tutta risposta, decide di mandarlo in Lega Pro, quasi come una bocciatura. Il nuovo tecnico rossoblù Ficcadenti dice espressamente a Cellino che non vuole Ragatzu in squadra: e così il patron cerca di spedire Daniele a Lumezzane, insieme ad altri gioiellini sardi (scellerata la gestione dei giovani in quegli anni a Cagliari: sprecati talenti come Cocco, Mancosu e proprio Ragatzu per fare spazio a gente come El Kabir, Larrivey e Ceppelini…). La scelta non va giù a Ragatzu che finisce fuori rosa: a 21 anni diventa praticamente un ex calciatore, non potendo allenarsi e rescindendo successivamente il contratto con il club sardo. Il 22 dicembre il Verona lo acquista e lo gira in prestito alla Pro Vercelli, altra squadra che deve salvarsi. 17 presenze, 3 reti. Meglio di niente. Torna in Veneto, dove però Mandorlini non lo schiera neanche per un minuto nella massima serie. E così, il passaggio a Lanciano. Dove Ragatzu, ora più che mai, deve dimostrare di che pasta è fatto.