C’era in Europa: il 1982 dell’Aston Villa

Il dominio inglese sul calcio europeo, negli anni tra il 1977 e il 1982 (con il colpo di coda dell’84) vestì i nomi del Liverpool innanzitutto, del Nottingham Forest a seguire, ma anche, a concludere il ciclo proprio alla vigilia dei mondiali, dell’ Aston Villa, la squadra di Birmingham dalla caratteristica divisa “claret&blue”.

Negli anni in cui capitava che il Manchester United e l’Arsenal rimanessero staccate dal gruppo di testa, guidato dal Liverpool, mentre il Chelsea alloggiava in Second Division, l’Aston Villa riuscì ad aggiudicarsi la First Division nel 1981, dopo un’astinenza durata più di settant’anni, guadagnandosi il titolo per il debutto in Coppa dei Campioni.

L’Aston Villa di quegli anni era una squadra caratterizzata dalla lunga permanenza sulla panchina di Ron Saunders, che in otto stagioni aveva plasmato la squadra, affinando un gruppo di giocatori senza tenori, ma con un solido impianto corale. Tra i giocatori dell’epoca, spiccavano il capitano Mortimer, l’attaccante White, il centrocampista Cowans (che anni dopo militò nel Bari) e soprattutto la giovane mezzala Gary Shaw, un biondino talentuoso che tuttavia, dopo l’exploit di quell’anno non riuscì ad imporsi come avrebbe potuto, anche per via dei troppi infortuni.

Durante il cammino di Coppa dei Campioni, l’Aston Villa eliminò dapprima agevolmente avversari modesti, quali gli islandesi del Valur (5-0 0-2), poi, con maggiori difficoltà, i tedeschi dell’Est della Dinamo Berlino, riuscendo a passare a Berlino per 1-2, e soffrendo in casa, dove persero per 0-1. Nei quarti, l’Aston Villa affrontò un’altra grande squadra dell’Est: la Dinamo Kiev di Blochin. Grazie alla solidità difensiva, vero punto di forza della squadra, gli inglesi uscirono indenni da Kiev, in una partita finita a reti bianche e si imposero per 2-0 in casa, trascinati da Gary Shaw.

In semifinale, a cadere fu un’altra squadra che all’epoca attraversava un periodo d’oro: l’Anderlecht di Ivic, squadra che mostrava in Europa un calcio brillante all’avanguardia tattica e dotata di considerevoli talenti in campo. Ancora una volta però, prevalse la rocciosità difensiva dell’Aston Villa, che usci a reti inviolate da Bruxelles e vinse in casa con il minimo scarto.

Come spesso accade, nelle storie calcistiche legate a successi memorabili, dal Porto al Goteborg al Nottingham Forest, l’ultimo scoglio prima della vittoria fu rappresentato da una squadra tedesca. In questo caso, il temibilissimo Bayern Monaco di Rummenigge e Breitner.
Nel frattempo però, l’Aston Villa aveva perso il tecnico Saunders, che a causa del rendimento scadente in campionato, aveva rassegnato le proprie irrevocabili dimissioni e venne sostituito dal proprio secondo, Tony Barton.

Neanche a dirlo, i bavaresi partivano con ogni favore del pronostico. I tedeschi disputarono una partita offensiva, trascinati dal due volte pallone d’oro (’80 ed ’81) Karl-Heinz Rummenigge ma nemmeno la potenza di fuoco dei panzer riuscì a far breccia nella trincea difensiva inglese, nonostante l’Aston Villa avesse perso nei primi minuti il proprio portiere titolare Rimmer (sostituito dal giovane Spink) per un infortunio alla spalla. A metà della ripresa, il colpo del k.o: contropiede ficcante dell’Aston Villa, palla al centro per l’attaccante White, che colpendo sporco infilò in porta il gol della vittoria finale. Trafitto, il Bayern Monaco crollò, esausto.

E così, Birmingham divenne campione d’Europa 1982. Per i “villains” è il punto più alto della propria storia.
L’Aston Villa concluse nel più trionfante dei modi il periodo della resurrezione calcistica dopo i fasti dei primi decenni del secolo e le ombre successive. Dopo quella vittoria, fu l’Amburgo a spezzare il dominio delle squadre inglesi, ripreso l’anno dopo dal Liverpool a Roma e concluso nel più tragico dei modi il 29 maggio 1985 con i fatti dell’Heysel e la squalifica dei club inglesi.

Di seguito il tabellino dell’incontro.

Aston Villa FC – FC Bayern München 1-0
Stadio De Kuip, Rotterdam

Aston Villa: Rimmer (10’ Spink), Evans, McNaught, Swain, Williams, Cowans, Morley, Mortimer,Bremner, Shaw, Withe. Allenatore:: Tony Barton.

Bayern Monaco: Müller, Augenthaler, Horsmann, Weiner, Breitner, Dremmler, Dürnberger, Kraus (79’ Niedermayer), Hoeness, Mathy (52’ Guttler), Rummenigge. Allenatore: Csernai.

Reti: Withe 67’
Qui, il video della gara.