Ciclismo, Ballan squalificato per due anni
Duro colpo per Alessandro Ballan. Il corridore veneto, attualmente in forza alla BMC, è stato squalificato per due anni dal Tribunale Nazionale Antidoping. Ballan è stato condannato per aver praticato autoemotrasfusioni di sangue e quindi per aver violato l’articolo 2.2 della WADA, l’Agenzia Mondiale Antidoping, che punisce chi fa ricorso non solo a una sostanza proibita ma anche a un metodo vietato, come è l’autoemotrasfusione di sangue. Il TNA ha quindi ritenuto valida la tesi della Procura della Repubblica di Mantova, che aveva indagato Ballan proprio per questo motivo. Non è stata quindi convincente la difesa dell’atleta di Castelfranco Veneto, basata sull’asserzione di aver praticato solo ozonoterapia per recuperare da un’epatite acuta nel più breve tempo possibile.
La squalifica parte da oggi 17 gennaio 2014 per terminare il 16 gennaio 2016, quando Ballan avrà 37 anni. La sentenza potrebbe quindi rappresentare la parola fine della carriera di Ballan, una carriera che ha trovato il suo culmine nel 2008, quando il corridore veneto si laureò campione del mondo in quel di Varese. Oltre a Ballan, sono stati squalificati due medici sportivi. Per il dott. Guido Nigrelli è arrivata la squalifica a vita, mentre il dott. Fiorenzo Egeo Bonazzi se “la cava” con uno stop di quattro anni. Questo il testo integrale della sentenza: “La Seconda Sezione del Tribunale Nazionale Antidoping ha affermato la responsabilità dell’atleta Alessandro Ballan in ordine all’addebito ascrittogli ex art. 2.2 del Codice Mondiale Antidoping e gli ha inflitto 2 anni di squalifica, a decorrere dal 17 gennaio 2014 e con scadenza prevista il 16 gennaio 2016. Ha altresì condannato Ballan al pagamento delle spese del presente procedimento, quantificate in EURO 400,00, e al pagamento della sanzione economica pari a EURO 2.000,00. Ha disposto che il presente dispositivo sia comunicato all’interessato, all’UPA, alla WADA, all’UCI, alla FCI, alla Società di appartenenza all’epoca dei fatti e, per conoscenza, alla Procura della Repubblica di Mantova.