Il capodanno a New York, si sa, è un evento imperdibile, affascinante e sicuramente da provare almeno una volta nella vita: il 2014, inoltre, pare aver rivitalizzato i Knicks e i Brooklyn Nets, le due franchige della Grande Mela che, a causa di numerose problematiche tra cui alcuni infortuni chiave, avevano iniziato la stagione molto più che in sordina. In realtà la squadra di Jason Kidd ha ancora indisponibili certi giocatori, vedi Brook Lopez e Deron Williams, ma le grandi prestazioni fornite da Joe Johnson hanno parzialmente colmato questa lacuna: il merito è chiaramente di tutta la squadra, che piano piano sembra digerire il sistema creato dall’ex giocatore dei Dallas Mavericks. L’inesperienza di Kidd, da questo punto di vista, si è fatta sentire molto nei primi mesi da Head Coach dei Nets, ma la sensazione è che l’alto chilometraggio dei suoi giocatori abbia contribuito al fallimento dei primi mesi più di ogni altra: il rientro di Kirilenko, d’altro canto, è stato fondamentale su ambo i lati del campo. Anche se non è più un ragazzino, infatti, l’ala piccola russa ha dimostrato di saper spiegare basket sia in difesa che in attacco, dando quella concretezza e quella solidità alla squadra che, sino a questo momento, non si erano visti in maglia bianconera.
La svolta, come abbiamo già anticipato, è arrivata anche sull’altra sponda di Times Square. I New York Knicks di Mike Woodson, in passato vicinissimo a lasciare la panchina della squadra arancioblu, hanno finalmente ingranato le marce alte e, dall’inizio dell’anno, hanno totalizzato un record di 6-1: l’unica sconfitta, inoltre, è arrivata contro gli Houston Rockets in un incontro deciso con un tiro all’ultimo secondo. Il cosiddetto “rodeo trip”, ossia il viaggio in Texas per giocare anche contro San Antonio e Dallas, avrebbe potuto rovinare completamente la stagione nella Grande Mela: a sorpresa, invece, Carmelo Anthony ha finalmente imparato a giocare di squadra, seppur con tutti i limiti del caso, e l’assenza di Chandler non si è fatta sentire più di tanto. Merito di un Bargnani che, stranamente, ha fatto vedere le cose migliori in difesa anziché in attacco, mentre Shumpert e Felton hanno cominciato a segnare con costanza, senza concedere troppi punti agli avversari nella propria metà campo; chi invece resta tutt’ora un oggetto misterioso (e di mercato, viste le voci insistenti) è JR Smith, il quale avrebbe dichiarato di soffrire della Sindrome di Peter Pan, non riuscendo a maturare sotto nessun punto di vista. Soprattutto quello professionale, visto che per più volte ha tentato di slacciare le scarpe agli avversari durante i tiri liberi: la risposta di Woodson non si è fatta attendere, e con un giustificatissimo “faccia quello per cui è pagato” ha rispedito al mittente la patata bollente sulla questione. Distrarre la squadra dall’obiettivo stagione, ossia raggiungere i playoff come vincitrice dell’Atlantic Division, sarebbe un errore fatale.
In tema di ritorni, infine, non può non affascinare quello di Rajon Rondo: lontano dai campi da moltissimo tempo, tornerà (forse) proprio contro i Los Angeles Lakers in un match che, soltanto tre anni e mezzo fa, valeva la finale NBA. Oggi però rappresenta l’emblema di due squadre in piena ricostruzione che, nonostante il tanking avviato per scegliere un talento miglior al prossimo Draft, sicuramente vorranno vincere contro gli acerrimi rivali di sempre. Buona fortuna Rajon, nella speranza che il suo ritorno non segua le orme di Derrick Rose e Kobe Bryant, tornati ai box dopo poco tempo di attività.
LE PUNTATE PRECEDENTI:
Zona NBA #12 – La rivincita di Datome e il Natale a stelle e strisce
Zona NBA #11 – Dragic, Love e l’ipotesi di abolizione delle conference
Zona NBA #10 – Il genio di Carlisle, Bennett e il ritorno di Kobe
Zona NBA #9 – C’era una volta la terra delle macchine
Zona NBA #8 – Portland, Rose e il season ending injury
Zona NBA #7 – Beasley, Ware e i problemi della Grande Mela
Zona NBA #6 – La trasformazione di Marco Belinelli
Zona NBA #5 – Carter-Williams, Oladipo e il fascino della matricola
Zona NBA #4 – Gigi l’americano
Zona NBA#3 – Power Ranking: Western Conference
Zona NBA #2 – Power Ranking: Eastern Conference
Zona NBA #1 – La compagnia dell’anello
Zona NBA #0 – L’antefatto e il numero zero