Mas que un partido
El Clasico ha dominato la scena negli ultimi anni della Liga, ma in questa stagione si è inserito il terzo incomodo, com’è solito dirsi in questi casi. Si tratta dell’altra squadra di Madrid, l’Atletico, allenata da Diego Simeone: una squadra solida, anzi la più solida di tutta la Spagna forte dei soli 11 gol incassati in 18 partite, numeri che hanno fatto del giovane portiere Thibaut Cortois il numero uno con il miglior coefficiente di reti subite. In attacco, invece, la solita sicurezza di origine brasiliana, con quel Diego Costa che con 19 reti segnate è dietro soltanto a Cristiano Ronaldo: insomma la compagnia è di quelle importanti, anche se il portoghese resta comunque su un altro livello.
Qual è la chiave del successo dei “Colchoneros”? La tranquillità. Questo è il grande merito di Simeone, ossia l’aver trasmesso al gruppo una serenità tipica di chi non ha nulla da perdere, tipica di chi è consapevole delle proprie abilità ma, allo stesso tempo, rispetta un valorosissimo avversario. E non potrebbe essere altrimenti contro il Barcellona: non sarà più quella squadra di marziani che nell’ultimo lustro ha sbaragliato la concorrenza in Europa e non, ma è comunque una compagine dura da affrontare e ricca di individualità importanti. A partire dal rientrante Lionel Messi, che ha fugato tutti i dubbi legati alla sua condizione fisica segnando una doppietta contro il Getafe nella Coppa del Re: e poi Sanchez, Pedro e Fabregas, che tanto hanno fatto bene con l’argentino fermo ai box. Sarà davvero difficile per il Tata Martino lasciare in panchina qualcuno, specie perché oltre ai già citati ci sarebbe pure Neymar, colpito però da una gastroenterite che lo ha costretto ad allenarsi con il freno a mano tirato. L’equilibrio è la chiave dei blaugrana, e toccare i meccanismi che sino adesso stavano tornando a essere ben oliati potrebbe essere un errore imperdonabile.
El Cholo Simeone ha una tradizione negativa contro il Barcellona, ma questo sembra non preoccupare nessuno: a partire dallo stesso allenatore argentino, passando per i tifosi e i giocatori stessi. “In difesa abbiamo uomini che sanno come fermare Messi” sono le dichiarazioni di Diego Costa che hanno infiammato la vigilia di questo incontro, un modo gentile per indicare che, nella capitale, la paura è stata sostituita dall’entusiasmo. I dubbi che si trattino soltanto di dichiarazioni fini a se stesse, però, è molto alto: perché se è vero che conquistare 49 punti su 54 ti etichetterebbe come schiacciasassi in qualunque altro campionato al mondo, questo non vale se giochi contro il Barcellona, che in 18 partite ha avuto lo stesso identico ruolino di marcia dei biancorossi. Se non sono marziani loro, nessuno lo è.
Da spettatori esterni non ci resta che sederci sul divano, alzare il volume della televisione e goderci novanta minuti di calcio vero nella meravigliosa cornice dell’Estadio Vicente Calderón: nella speranza che le emozioni non manchino, ma su questo garantiscono i nomi dei ventidue in campo. Una cosa è sicura, e cioè che questa partita vale molto più dei tre punti in palio: ma non ditelo a Simeone, potrebbe arrabbiarsi.