Al termine della sfida di Udine che ha decretato l’eliminazione dell’Inter dalla Coppa Italia e, soprattutto, un 2014 che sembra poter diventare uno degli anni più bui a livello di prestigio della formazione nerazzurra, arrivano le parole di conforto di Walter Mazzarri.
Prima l’analisi della partita: “Nel secondo tempo è stato un monologo, la reazione non è stata tardiva. Noi siamo ancora un cantiere aperto, abbiamo pagato il primo tempo perché eravamo un po’ frastornati. Certo, volevamo andare avanti il più possibile in Coppa Italia, ma non ci siamo riusciti anche perché dovevo fare delle prove. Oggi il recupero di Milito è la nota più importante, era una vita che non faceva 90 minuti, il risultato ci sta stretto. Ci consoleremo in campionato con il recupero di Milito – spiega l’ex allenatore del Napoli che poi torna sulla questione arbitri – Ormai sta diventando una barzelletta. Sono 17 partite che è così, anche oggi c’era un rigore clamoroso su Milito. Ma da oggi non ne parlo più, altrimenti dicono che mi lamento“.
Infine il futuro: “Anche in conseguenza di quanto fatto l’anno scorso, abbiamo giocato a Udine che è un campo difficile… Dal 2002 non si andava fuori dalla Coppa? Allora io dico che da 14 anni non si restava fuori dall’Europa: credo sia un segnale forte e importante. Siamo stati chiari io e la società sin dal primo giorno: volevamo provare delle cose, le stiamo facendo al meglio. È un anno di rifondazione, la gente lo capisce e lo accetta. Questa squadra ha un’identità e un’anima: tutto in un anno non si può fare. Guarin? Vorrei che rimanesse, è naturale. Se si pensa a una sua cessione, questo vi fa capire in che momento è la società. Quest’anno ci sono 8 giocatori in scadenza di contratto: questo la dice lunga. Probabilmente hanno preso me per questo: a Napoli ho preso una squadra sest’ultima in classifica e avete visto dove siamo arrivati in quattro anni. Si spera che nel giro di poco tempo si torna a essere competitivi. Obiettivi non sono in grado di definirli“.