Storie di Provincia: la Coppa Italia del Vado (1922)
Almanaccando tra i palmares delle squadre italiane, balza all’occhio un nome che non trova corrispondenza con le attuali formazioni di serie A, ma nemmeno con quelle di B e, a ben cercare neppure con quelle della Lega Pro. E’ quello del Vado, la prima squadra calcistica della città di Vado Ligure, in provincia di Savona, attualmente militante nel campionato di Serie D.
Eppure fu proprio il Vado ad aggiudicarsi la prima storica edizione della Coppa Italia, nel lontano 1922.
L’istituzione del trofeo da parte della FIGC, sul modello di quanto già accadeva in altri paesi, avvenne in un momento complicato della gestione dei rapporti tra società e federazione. Le grandi squadre infatti avevano proclamato la propria secessione in un’altra federazione. L’avvento della Coppa Italia rispondeva alla necessità di dar vita comunque ad un torneo stagionale per le squadre rimaste in FIGC. Una formula farraginosa, complicata da numerosi ripescaggi e l’assenza di molte squadre, fece accantonare l’esperimento, riproposto poi nel 1935, quando lo scisma delle grandi era stato ormai sanato.
Ma intanto, in quell’edizione, ad imporsi fu una squadra che non militava nel massimo torneo (impresa poi riuscita solo al Napoli, anni dopo).
Dopo aver eliminato in semifinale la favorita Libertas Firenze (progenitrice dell’attuale Fiorentina), il Vado si trovò ad affrontare in finale l’Udinese.
La finale fu disputata a Vado Ligure il 16 luglio 1922 e fu un match molto combattuto, che venne deciso nei tempi supplementari da un campione militante tra le fila dei liguri: Virgilio Felice Levratto.
Bomber famigerato per la propria potenza, grazie ad un tiro possente riuscì più volte a sfondare letteralmente le reti delle porte avversarie. Della sua fama è rimasta traccia nel verso “Sei meglio di Levratto, ogni tiro va nel sacco, oh oh oh che centrattacco!” della canzone del Quartetto Cetra “Che centrattacco” (1959), riutilizzata per gli stacchetti in alcune trasmissioni sportive.
Di seguito, ecco la descrizione, rintracciabile oggi sul web, della realizzazione decisiva di Levratto, così come riportata all’epoca:
«Levratto avanza verso il centro e triangolando con Babboni II anticipa l’entrata del centro mediano avversario, affronta il terzino destro, lo finta sulla sinistra, passa di slancio, avanza e da venti metri spara rapidissimo colpendo d’esterno sinistro, la palla carica d’effetto saetta lungo lo specchio della porta, si infila alta nell’angolo sinistro, squarcia vistosamente la rete e spegne la sua incredibile potenza contro la Torre di Scolta che orna il Leo a tramontana».
Di seguito, riportiamo il tabellino dell’incontro:
Vado – Udinese 1 – 0 dts
Vado: Babboni A., Babboni L., Raimondi, Masio, Romano, Cabiati, Roletti, Babboni G., Marchese, Esposto, Levratto.
Udinese: Lodolo, Bertoldi, Schiffo, Dal Dan, Barbieri, Gerace, Tosolini, Melchior, Moretti, Semintendi, Ligugnana.
Rete: Levratto (118′)
Arbitro: Pasquinelli
Quel trofeo in argento della Coppa Italia del 1922 andò distrutto durante il fascismo, . Oggi, nella vetrina della banca Cassa di Risparmio di Savona è possibile vederne una copia, riprodotta dalla FIGC nel 1992.