Un campione che ha segnato un’ epoca: le movenze feline, lo scatto bruciante, il tiro potente come una sassata. E poi tanti, tanti gol. Che lo hanno consacrato a simbolo del calcio portoghese, anche al di fuori dei confini lusitani. Perchè lui era un fuoriclasse. Profilo di Eusébio, la “Pantera Nera” venuta dall’Africa.
A piedi scalzi
Nato a Lourenço Marques (oggi Maputo), capitale del Mozambico, il 25 gennaio 1942, Eusébio Ferreira da Silva è il quarto figlio di un ferroviere angolano e di una donna mozambicana. Il padre muore di tetano quando Eusébio ha solo 8 anni. Passa i suoi giorni diviso tra scuola e calcio, inseguendo un pallone fatto di stracci e carta di giornale, rigorosamente a piedi nudi. Finchè il suo talento cristallino viene notato dallo Sporting Lourenço Marques, il club più prestigioso della capitale. Eusébio ha appena 15 anni: tra il 1957 ed il 1960 realizza ben 77 reti in 42 partite. Vince un campionato del distretto di Lourenço Marques ed un titolo provinciale del Mozambico, entrambi nel 1960.
Il gioiello conteso
E’ il momento del grande salto: il Benfica di Lisbona, grazie al suggerimento dell’ex nazionale brasiliano Bauer, fa arrivare dal Mozambico l’attaccante appena maggiorenne. Si scatena una vera e propria polemica per il trasferimento: infatti, lo Sporting Lourenço Marques, come suggerisce il nome, era una società satellite dello Sporting Lisbona. Ricordiamo un aspetto fondamentale della storia, cioè quello che vedeva il Mozambico quale colonia portoghese. Si parla di scippo, di sgarro inaccettabile fatto dal Benfica allo Sporting. In realtà, il Benfica incontra la madre del giocatore, presenta un’offerta economica a lei ed un contratto al figlio. Lo Sporting, invece, avrebbe voluto solo inserirlo nella squadra juniores ed a titolo gratuito. Quando Eusébio sbarca in Portogallo nel dicembre 1960, viene tenuto nascosto in una località dell’Algarve per 12 giorni, per timore di ritorsioni. Finchè non si calmano le acque.
Gli anni d’oro
Esordisce in amichevole il 25 maggio 1961. La prima gara ufficiale è invece datata 1 giugno, in Coppa del Portogallo. Poi debutta anche in campionato. In tutte e tre le gare il suo nome è sul tabellino dei marcatori. Il Benfica si è appena laureato Campione d’Europa per la prima volta. Eusébio si inserisce alla grande in un collettivo di campioni a suon di prodezze: la sua prima stagione da titolare, quella 1961-62, è un trionfo. I lusitani bissano il successo in Coppa dei Campioni dell’anno prima ed il giovane attaccante venuto dall’Africa corona un primo anno da incorniciare addirittura con il 2° posto nel Pallone d’Oro dietro Masopust. Ormai il suo nome è sulla bocca di tutti gli addetti ai lavori. Le sue straordinarie doti tecniche e fisiche, unite ad un superbo istinto per il gol, lo collocano tra i migliori giocatori del periodo a livello continentale.
Coppa Rimet 1966
Eusébio è la stella più attesa del Portogallo che, grazie alle sue 7 reti (in 6 partite) nelle qualificazioni, prende parte alla sua prima Coppa Rimet nel 1966. Proprio le prodezze a ripetizione nel Benfica ed in Nazionale gli valgono il meritato Pallone d’Oro 1965, primo calciatore di origine africana e primo nero a vincere il trofeo. Circostanze che accrescono il valore storico delle sue imprese. Nel Mondiale inglese trascina letteralmente i compagni fino al 3° posto. Con ben 9 reti, si laurea capocannoniere della manifestazione. E’ il punto più alto della carriera di Eusébio.
Reti lusitane
Sembra incredibile, ma ad appena 24 anni ha appena raggiunto l’apice di una parabola che per il decennio successivo lo vedrà grande protagonista, ma solo in patria. Le reti arrivano sempre copiose dal fuoriclasse di Lourenço Marques: grazie soprattutto a lui, il Benfica porta a casa tanti trofei. E lui si toglie la soddisfazione di vincere per due volte la Scarpa d’Oro, nel 1968 e nel 1973. Smette la casacca rossa nel 1975, a 33 anni, totalizzando cifre straordinarie: 460 reti in 425 partite ufficiali, 11 campionati nazionali, 7 titoli di capocannoniere del campionato e per altre 3 volte della Coppa dei Campioni, due volte Giocatore Portoghese dell’ anno. Con la Nazionale colleziona 64 presenze e 41 reti, record realizzativo battuto solo da Pauleta e Cristiano Ronaldo.
Il tramonto americano
Nel 1975 lascia il Portogallo per volare negli Stati Uniti e spendere gli ultimi anni di calcio giocato nell’emergente NASL. Gioca con le maglie di Boston, Toronto e Las Vegas, intervallando le stagioni con incursioni in Messico (Monterrey) e Portogallo (Beira-Mar e Uniao de Tomar).
Ambasciatore
Dopo il ritiro, Eusébio ha ricoperto ruoli a livello federale, sempre vicino alle sorti della Nazionale. Rimanendo sempre un ambasciatore d’eccellenza del calcio portoghese e del Benfica nel mondo.
La scomparsa
Muore il 5 gennaio 2014 nella sua città adottiva, Lisbona, a seguito di un infarto. Negli ultimi anni aveva avuto importanti problemi di salute. Addio, Pantera Nera.