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Storie di Provincia: un salto nel tempo, Spal, Lucchese, Mantova, Varese, Lecco, Legnano e Ternana

Il viaggio intrapreso in questa rubrica ci ha portato a ripercorrere le vicende di squadre più vicine ai nostri ricordi, unitamente a qualche excursus storico.
Per completezza, ricordiamo gli episodi salienti di altre squadre che, in tempi ormai lontani, portarono lustro calcistico al proprio campanile di provincia.

Prima tra queste squadre, la Spal di Ferrara. Con le sue 16 partecipazioni alla massima serie, la Società Polisportiva Ars et Labor, in sigla S.P.A.L. si situa al 25° posto della classifica perpetua di Serie A (davanti a Perugia, Ascoli, Avellino, Pro Vercelli e Novara, per citarne alcune). Tra il 1951 e il 1968, con alcune retrocessioni prontamente recuperate, si svolse la militanza biancazzurra che ebbe come apice il quinto posto della stagione 1959-’60. Nel ’62, la SPAL arrivò sino in finale di Coppa Italia, persa con il Napoli. Tra i giocatori emersi dalle fila ferraresi – la squadra si distingueva per l’attenzione alla propria divisione giovanile – Sergio Cervato, Armando Picchi e Fabio Capello.

Tra il 1936 e il 1951 si svolsero le 8 stagioni della Lucchese in serie A. L’ottavo posto centrato nel ’49 fu il risultato migliore. Indossò la casacca rossonera Aldo Olivieri, campione del mondo a Parigi.

Partecipò sette volte invece il Mantova, tra il 1960 e il 1971, con un nono posto ottenuto nel ’61 quale miglior risultato. Tra i giocatori formati alla corte dei Gonzaga, spicca il portiere Dino Zoff, che qui giocò dal ’63 al ‘67, ben prima dell’approdo alla Juventus. Sormani (il vice di Pelè, acquistato dal Santos) e Schnellinger, gli altri campioni in biancorosso. A Mantova, nel ’67, l’Inter perse uno scudetto nel ’67, perdendo per 1-0 pochi giorni dopo aver perso anche la Finale di Coppa dei Campioni contro il Benfica.

Sette partecipazioni anche per il Varese, tra il 1964 ed il 1975. A presiedere la squadra in quegli anni, l’industriale Giovanni Borghi, proprietario dell’Ignis. L’ottavo posto del ’68, il miglior risultato. Tra i giocatori che vestirono la maglia biancorossa, Roberto Bettega ed i campioni del mondo del 1982, Claudio Gentile e Giampiero Marini.

Altre squadre lombarde che misero piede in serie A, furono il Lecco, per tre volte, tra il ’59 ed il ’61 e nel ’66-’67, ed il Legnano, che partecipò nel 1929-’30, nel 1951-’52 e nel 1953-’54. Con la casacca lilla del Legnano, giocarono due grandi cannonieri come Paolino Pulici e Gigi Riva.

Due partecipazioni anche per gli umbri della Ternana, le cosiddette fere, dalla caratteristica maglia rossoverde. In ambedue i casi, si conclusero con retrocessioni immediate, nel 1972-’73 e, dopo un’immediata risalita, nel 1974-’75. A caratterizzare la Ternana dell’epoca, le idee tattiche molto moderne e ispirate al gioco corto del Mister Corrado Viciani. Così su Wikipedia, viene riportata un’opinione del giornalista Francesco Rossi: “Il gioco della Ternana dava la sensazione di fluire con la semplice naturalezza di una forza della natura, come il salto d’acqua della cascata delle Marmore, e la squadra di Viciani ha finito per incantare tutti”.

Di queste squadre, alcune oggi sono più vive di altre, ma sotto ognuno di questi campanili, un tempo si è respirata l’aria del grande calcio.