La domenica è il giorno più ricco di eventi per gli amanti dello sport. Non solo le partite di serie A, ma anche basket, pallavolo, formula uno, motomondiale, sci, finali di tennis e tanti altri appuntamenti che ogni fine settimana tengono gli appassionati incollati davanti al televisore o sugli spalti.
Approfittiamo di quest’ultima domenica del 2013 per rivivere le principali emozioni attraverso l’alfabeto sportivo di quest’anno solare, tralasciando il calcio e il basket a cui abbiamo riservato un capitolo a parte. I nomi da menzionare erano tanti e le lettere a disposizione poche, per questo ci scusiamo in anticipo per non essere riusciti a citare tutti i protagonisti e aver dimenticato qualcuno.
A come Anzanello
La pallavolo femminile italiana è diventata con il tempo uno sport di emigranti. Allenatori, giocatrici e dirigenti hanno detto addio al nostro paese per cercare fortuna all’estero dove questa disciplina ha più seguito e maggiori introiti economici. Tra di loro c’è anche Sara Anzanello, partita nel 2011 con destinazione Baku. La sua carriera da atleta, però, ha subito una drammatica scossa a marzo di quest’anno dopo un violento attacco di epatite e la corsa disperata in ospedale. Il grido “Forza Sara” delle sue ex compagne e amiche, la disperazione di tutto il movimento italiano, la speranza, le preghiere; una storia conclusasi per fortuna con un lieto fine e un trapianto di fegato che le ha salvato la vita.
B come Berruto
Il c.t. filosofo della nazionale italiana di volley maschile è stato uno dei protagonisti del secondo posto degli azzurri agli europei in Danimarca. I tempi d’oro di Velasco sono ormai un lontano ricordo, ma la nostra nazionale ha saputo dire la sua, sfiorando l’impresa in terra danese. La sconfitta con il Belgio nella fase a gironi ha complicato la vita ai nostri, ma poi sono arrivate una serie di vittorie con Olanda, Finlandia e Bulgaria. Tutte maturate con la stessa dinamica, il primo set perso e successivamente l’immediata reazione, trascinata dalla costanza difensiva del muro e dall’intensità dei nostri attacchi. Nella finale, disputata nell’insolita cornice di uno stadio di calcio, l’Italia non ha saputo tener testa ai russi e i due black out di corrente di certo non c’hanno aiutato, ma l’Italvolley è tornato comunque soddisfatto dall’avventura di Copenhagen.
C come Cagnotto
Tra le tante immagini di Londra 2012 c’era rimasta impressa nella mente quella di una Tania Cagnotto in lacrime per la deludente e immeritata medaglia di legno. La bolzanina non si è fatta abbattere, ha saputo lasciarsi alle spalle la delusione per rilanciarsi in un 2013 ricco di soddisfazioni. Due ori e un argento agli europei di Rostock, consolidando il binomio con Francesca Dallapè nel sincro e raggiungendo il record di 19 medaglie continentali vinte. Ai mondiali di Barcellona ha saputo tener testa alle cinesi e dopo l’argento nel sincro è terminata dietro la He Zi nel trampolino da un metro con una misera distanza dalla medaglia più pregiata. Stavolta, però, l’amarezza per una quasi storica vittoria è stata ammorbidita dalla conquista di un argento mondiale.
D come Duello
Duelli ce ne sono stati tanti nel tennis maschile e indimenticabile rimarrà quello che ha visto protagonisti Djokovic e Nadal agli US Open in uno scambio da 54 colpi. Il serbo e il maiorchino sono stati i protagonisti indiscussi della racchetta. Il primo ha trionfato in Australia e nella parte finale di stagione, mentre lo spagnolo è stato padrone a Parigi, sulla sua terra rossa, e a New York. Nel mezzo la vittoria di Andy Murray a Wimbledon, eclatante dopo la lunga attesa patita dal popolo britannico prima di rivedere un atleta di casa trionfare sull’erba londinese. Un piccolo spazio anche per l’Italia grazie al luglio “caliente” di Fabio Fognini , capace di ottenere nel giro di una settimana in Germania le sue prime vittorie in carriera nel circuito ATP.
E come Evelyn Insam
Il salto con gli sci è una disciplina dove l’Italia non ha una grande storia e la voce grossa la fanno altre scuole continentali. Il 5 gennaio in Germania, e più precisamente sul trampolino Langenwaldschanze, la nostra Evelyn Insam è riuscita a raccogliere uno splendido secondo posto dietro alla nipponica Takanashi. Un piazzamento che a prima vista può sembrare banale e che invece cela tanta speranza per un atleta che ha messo piede nella Coppa del Mondo solo nel 2011 e ha ancora tante frecce nel suo arco. Una strada lunga e ricca di tanto entusiasmo e ottimismo.
F come Fiorettiste
Il nostro dream team non delude neanche quest’anno e dopo le medaglie olimpiche sono arrivati altri ori, quello europeo a Zagabria e quello mondiale di Budapest a cui si aggiungono i singoli titoli, continentale della Di Francisca e iridato della Errigo. Una squadra da anni senza rivali, mutata nel tempo ma sempre sul gradino più alto. Valentina Vezzali la veterana, Elisa Di Francisca la punta di diamante, Arianna Errigo il dirompente nuovo che avanza e infine Carolina Erba, l’ultima arrivata. Un quartetto tanto sicuro delle proprie potenzialità al punto da arrivare a realizzare una danza in stile “Haka” prima di ogni loro incontro.
G come Ginnaste
Le abbiamo conosciute grazie a un programma televisivo di MTV, non sono un Dream Team eppure le ginnaste italiane sono riuscite a farci entusiasmare. L’emblema di questa squadra resta Vanessa Ferrari, adirata contro i giudici a Londra e tornata più rabbiosa di prima. L’apice della sua stagione lo ha toccato ad Anversa con l’argento mondiale al corpo libero, ma non possiamo non citare i tre ori e il bronzo vinti ai Giochi del Mediterraneo. Di poco fuori dal podio europeo Carlotta Ferlito che ai Giochi del Mediterraneo ha dovuto rinunciare per motivi di studio. L’Italia femminile prosegue comunque il suo ottimo cammino con tanta fiducia e con l’obiettivo fisso su Rio 2016.
H come Haka
La tipica danza di inizio partita degli All Blacks, la squadra neozelandese di rugby. Perché questa squadra la conosce anche chi non segue il rugby, il 2013 è stato l’anno perfetto. Solo vittorie (cosa mai successa dall’era del professionismo), anche in serate impegnative come contro Sudafrica e Irlanda. Perfetti chiunque scenda in campo, tutti utili e nessuno indispensabile: nessuno come loro, praticamente perfetti. E ora tornerà Sonny Bill Williams.
I come Innerhofer
Gli italiani si sono scoperti un popolo di discesisti. Nella coppa del mondo di sci alpino i nostri atleti hanno trovato ben sei successi e cinque di questi sono arrivati dalla discesa su piste storiche e molto tecniche come Stelvio, Wengen, Garmisch e la Streif di Kitzbuhel. I jet azzurri si chiamano Christof Innerhofer e Dominik Paris e alla loro eccezionale stagione si aggiunto anche l’argento ottenuto da Paris ai mondiali di Schladming. La prossima sfida si chiama Sochi dove si va alla caccia grossa di un oro olimpico.
J come Jessica Rossi
Un cecchino infallibile dalle sembianze di una giovane ragazza ferrarese che il popolo italiano ha scoperto nella favolosa estate londinese del 2012. Lei, capace di vincere un oro olimpico a suon di piattelli abbattuti e record, ha vissuto il 2013 tra le apparizioni al festival di Sanremo, i giochi del Mediterraneo e i due ori mondiali nella fossa olimpica a Lima dove la rappresentativa italiana è stata la regine della rassegna con ben cinque titoli conquistati. Lo sport italiano punta su di lei per nuovi futuri trionfi.
K come Kowalczyk
Poco conosciuta dal pubblico italiano che ha perso contatto con lo sci di fondo dopo i ritiri di Belmondo e Di Centa, la Kowalczyk è stata la protagonista nella Coppa del Mondo. La sciatrice polacca è riuscita a tenersi alle spalle la valanga norvegese e ha fatto la doppietta sia nella classifica generale che in quella delle prove sulla distanza. In compenso le avversarie, le norvegesi Johaug e Bjorgen, hanno saputo rifarsi, facendo incetta di medaglie nei mondiali della Val di Fiemme dove la polacca si è dovuta accontentare dell’argento.
L come Lindsey Vonn
Molti appassionati dello sci alpino collegheranno il 2013 al terribile incidente capitato alla Vonn ai mondiali di Schladming. Una stagione decisamente sfortunata che l’ha vista rientrare dopo alcuni problemi problemi fisici per poi salutare anticipatamente con quel volo impressionante. Frattura della tibia, rottura del legamento crociato, trauma cranico e rottura del setto nasale; nonostante questo la Vonn è riuscita a vincere la Coppa del Mondo di discesa, lasciando il resto alla Tina Maze, che ha passeggiato in classifica generale in assenza di vere rivali, e alla giovane statunitense Shiffrin, giovane talento tra i pali stretti.
M come Marquez
Marc Marquez ha fatto la sua apparizione in MotoGP e si è portato subito a casa il titolo iridato, lasciandosi alle spalle vittorie ma anche polemiche. Una stagione incentrata sulla sfida con il connazionale Jorge Lorenzo senza risparmiare colpi e con quest’ultimo che non ha gradito lo stile di guida troppo rischioso e aggressivo di Marquez. Il giovane spagnolo, però, ha saputo andare oltre le critiche, e nel 2013 è diventato il più giovane campione mondiale della classe regina.
N come Nibali
Gli obiettivi dello squalo erano due: la vittoria al Giro d’Italia e il trionfo iridato ai mondiali di Firenze. Solo uno di questi è stato centrato, ma l’annata del ciclista siciliano resta comunque da applausi per le emozioni epiche che ha saputo regalare agli appassionati italiani. Nelle celebre corsa rosa non ha avuto ostacoli che lo hanno fermato e ha battuto anche il tempo ostile, vincendo la pioggia, il vento e persino l’insolita neve. Saltato tatticamente il Tour del centenario, vinto agevolmente da Froome, ha sfiorato la storica doppietta alla Vuelta con i rivali spagnoli Rodriguez e Valverde rimasti dietro, ma dove non sono stati fatti i conti con la sorpresa, forse anche troppo, Horner. A Firenze quella di Nibali è stata una mezza vittoria; il suo quarto posto infatti vale come un primo dopo la dura rimonta conseguita alla caduta. Battuti, invece, gli spagnoli, i grandi sconfitti di questo 2013.
O come Oracle
Alla barca statunitense va senza dubbio il premio come miglior impresa sportiva del 2013. Nella Baia di San Francisco l’America’s Cup sembrava ormai assegnata all’imbarcazione di New Zealand con un punteggio parziale di 8-1 e una sola vittoria dal successo. Invece è accaduto l’incredibile e Oracle è riuscita a trovare una miracolosa rimonta con otto vittorie consecutive, entrando non solo nella storia della vela ma in quella dello sport. Una beffa per i neozelandesi e la dimostrazione che nello sport tutto può accadere e nessuno deve darsi per sconfitto quando la contesa non è ancora terminata.
P come Pellegrini-Paltrinieri
Le due medaglie arrivate dal nuoto dalla vasca di Barcellona agli ultimi mondiali. Un movimento italiano che sta cercando di ritornare in auge dopo l’ondata di polemiche e gossip che lo ha attraversato e dopo le delusioni di Londra. In Spagna non sono arrivati molti segnali positivi, ma i recenti europei in vasca corta in Danimarca hanno riacceso la speranza con dodici medaglie e il ritorno al successo di Federica Pellegrini. La strada intrapresa sarà quella giusta? Le prossime risposte si avranno dagli europei di Berlino della prossima estate.
Q come Quindici aprile
Una delle pagine più drammatiche dello sport nel 2013. La maratona di Boston, una delle più antiche corse podistiche, è stata rovinata quest’anno dal folle gesto di due fratelli ceceni che hanno seminato morte e distruzione lungo la linea dell’arrivo. L’esplosione delle due bombe e le immagini tragiche riprese dalla tv sono l’emblema di questa strage. Tre i morti, tra cui un bambino di otto anni, 178 i feriti, e tanta, troppa la rabbia per come un evento di sport sia stato trasformato in pochi istanti in una tragedia per colpa della follia umana.
R come Riner
L’idolo dello sport francese. Il gigante francese è il re della categoria dei pesi massimi dello judo e quest’anno a Rio de Janeiro ha vinto il suo settimo titolo iridato. Uno dei principali candidati alla palpa di sportivo transalpino dell’anno in una disciplina che ha visto gli italiani perdersi e mancare ancora una volta dal medagliere.
S come Straneo
L’esempio lampante che nello sport la carta d’identità non sempre pone dei limiti. Valeria Straneo ai mondiali di Mosca di atletica leggera ha vissuto una seconda giovinezza nonostante quel 1976 nell’anno di nascita. La sua è una vera favola; malata di sferocitosi e ritornata successivamente all’attività con una partecipazione alle Olimpiadi che sa di premiazione per la precedente battaglia vinta. L’oro ai Giochi del Mediterraneo è stato solo il preludio per il successivo argento mondiale vinto dietro alla Kiplagat.
T come Tenniste
Il secondo dream team italiano dopo le fiorettiste. La vittoria in Federation Cup è stato l’apice di un 2013 molto positivo per il tennis rosa nostrano. La leader è la bolognese Errani, fortissima nel doppio in coppia con la Vinci con cui ha vinto gli Australian Open, ma ottima anche in singolo con la semifinale al Roland Garros. Non da meno la Pennetta, arrivata quasi a un passo dalla finale degli US Open. Se nel tennis maschile l’Italia arranca, nel femminile sa farsi valere e possiede una squadra che molte nazioni ci invidiano.
U come Usain Bolt
Al Golden Gala di Roma il pubblico capitolino aveva visto un Bolt diverso, un Bolt sconfitto da Gatlin davanti ai tanti occhi e alle macchine fotografiche presenti solo per lui. Successivamente sono arrivate le voci di doping e di squalifiche che hanno seminato un polverone nella nazionale giamaicano. Tutta faceva presagire al peggio sulla pista di Mosca; le prestazioni delle eliminatorie non erano esaltanti e anche il clima sembrava voler andare contro il centrometrista. Bolt, invece, non ha deluso le aspettative e si è portato a casa tre medaglie d’oro, cancellando una volta per tutte l’amarezza di quella squalifica a Daegu. Insomma non è il Bolt da 9’58”, ma resta ancora l’uomo più veloce del mondo.
V come Vettel
La Formula Uno è approdata su Sky. Gli spettatori hanno potuto seguire le gare, perdendosi tra replay, camera car e altre immagini affascinanti. In pista il migliore si è riconfermato per la quarta volta consecutiva Sebastian Vettel, fortissimo sulla sua Red Bull e degno erede del connazionale Michael Schumacher. Un ruolino di marcia infallibile con 13 vittorie su 19 Gran Premi; per gli altri sono rimaste le briciole e il ferrarista Alonso si è dovuto accontentare di essere il primo tra gli “umani”.
W come Williams
Tra le atlete dell’anno c’è Serena Williams e non può essere altrimenti per una tennista che ha lottato non solo contro le avversarie, ma anche contro l’età e gli infortuni. Raggiunge la posizione più alta in classifica, mette a segno una serie di vittorie consecutive sulla terra, arrivando a trionfare al Roland Garros e si ripete anche agli US Open. A Wimbledon stecca in un’edizione che ha visto cadere molte teste importanti sia in campo maschile che femminile. Il suo bilancio finale sarà di undici tornei vinti tra cui due grandi slam e ben 12 milioni di montepremi. Non male per una tennista che non appariva al top nei primi mesi dell’anno.
Y come Yelena Isinbayeva
L’atleta più attesa ai mondiali di Mosca di atletica leggera per ovvie ragioni. La più forte in una disciplina nata da poco tempo come l’asta femminile, che in passato apparteneva solo al genere maschile e a un solo uomo: Bubka. Davanti al pubblico di casa non ha fallito l’appuntamento e ha conquistato l’oro con la sua miglior prestazione stagionale, ma ha fatto parlare molto nel mondo anche per motivi extrasportivi. La Isinbayeva infatti ad agosto è stata protagonista di dichiarazioni pro regole russe sui gay, facendo scoppiare un putiferio tra gli sportivi. Affermazioni corrette in seguito dalla stessa atleta, specificando che la sua non era una presa di posizione contro l’omosessualità ma contro chi non rispetta le leggi del proprio paese. Insomma un argomento bollente che nel 2014 tornerà ancora a far parlare in vista delle Olimpiadi invernali di Sochi.
X come Giusto tributo a chi non c’è più
La X l’abbiamo voluta riservare per tutti quelli sportivi che nel 2013 c’hanno lasciato come Doriano Romboni, in pista per ricordare la memoria di Simoncelli e morto, per uno strano scherzo del destino, nello stesso modo in un freddo sabato di dicembre. Non c’è più Pietro Mennea, la Freccia del Sud e quel suo record dei 200 m che ha resistito per tanti anni prima di essere migliorato da Michael Johnson, un omaccione statunitense con quel particolare modo di correre. Addio a Carmelo Imbiani e Stefano Borgonovo, che hanno lottato fino alla fine contro le loro rispettive malattie senza mai arrendersi. E poi addio a tutti gli altri, sportivi deceduti, ma rimasti nel cuore dello sport per le loro gesta sportive.
Z come Zoeggeler
Lo slittino è una specialità che parla quasi esclusivamente tedesco. La squadra italiana ha cercato di dire la sua nel totale dominio teutonico è il risultato è stato brillante con vari podi, un quarto posto di Zoeggeler in classifica generale e soprattutto il podio tutto italiano di Lake Placid il 9 febbraio. Ripartita la Coppa del Mondo a novembre, la squadra italiana c’ha preso gusto, trovando altre tre vittorie. Lo slittino italiano è in continua ascesa e per questo motivo il Coni ha voluto riconoscere tali risultati, premiando Zoeggeler con l’onore di essere portabandiera italiano a Sochi 2014.