MondoPallone Racconta… Fuorigioco: Giorgio Chinaglia
Nella prima metà degli anni ’70 ha imperversato in Italia un centravanti di grande stazza fisica, debordante tanto in area avversaria quanto con il suo carattere irascibile. Giorgio “Long John” Chinaglia è tuttora un idolo dei tifosi della Lazio, grazie alle sue reti che hanno trascinato i biancocelesti allo scudetto 1974. Per poi scappare negli Stati Uniti a monetizzare le ultime prodezze in un calcio minore. Profilo di un campione generoso e agitato.
Origini
Nato a Carrara nel 1947, Giorgio Chinaglia vive in Italia fino al 1955, quando raggiunge in Galles il resto della famiglia: il padre emigra per lavorare in miniera ed in seguito apre un ristorante, in cui il giovane Giorgio comincia a lavorare. Entra nelle giovanili dello Swansea City ed esordisce in prima squadra. Chinaglia trova ad ogni modo poco spazio e decide dopo due stagioni di ritornare in Italia.
Rimpatrio
Gioca in Serie C con Massese ed Internaples, prima di arrivare in massima serie nel 1969 alla Lazio. Il suo primo torneo in A vede il centravanti segnare 12 reti. Nell’annata successiva i romani retrocedono. Sembra un brusco stop nella carriera di “Long John”. E’ invece l’inizio del successo.
Gloria
La Lazio conquista immediatamente il ritorno in Serie A guidata da due grandi protagonisti, uno in panchina ed uno al centro dell’attacco: Tommaso Maestrelli e Giorgio Chinaglia. Quest’ultimo si laurea capocannoniere della cadetteria con 21 reti e, alla fine della stagione, viene chiamato da Valcareggi in Nazionale. L’esordio è datato 21 giugno 1972. A Sofia, contro la Bulgaria, realizza la rete azzurra nell’1-1 finale. L’inizio della carriera internazionale è da urlo: 3 reti in 3 partite.
Tricolore
Dopo una prima stagione di assestamento, in cui la Lazio si attesta tra le novità più importanti chiudendo al 3° posto, arriva il momento del trionfo. Il torneo 1973-74 vede il coronamento del sogno biancoceleste con la conquista dello scudetto, dove Chinaglia recita ancora una volta la parte del mattatore con 24 reti, che gli valgono di nuovo il trono dei bomber e la considerazione quale miglior attaccante italiano del periodo.
Tonfo iridato
Lanciato dalle imprese in campionato e dalla titolarità in azzurro nella stagione pre-mondiale, “Long John” si presenta al Mondiale 1974 quale probabile protagonista. Ma il debutto contro Haiti è una partita difficilissima per Chinaglia, che non trova la rete e viene sostituito con Anastasi. La scena poco edificante del centravanti che corre direttamente negli spogliatoi gesticolando verso la panchina fa il giro del mondo. Chinaglia vuole tornare subito in Italia e scappare dal ritiro, per il presunto torto ricevuto. Si scatena una polemica clamorosa e la maggior parte degli osservatori vorrebbero il suo allontanamento. Deve correre Maestrelli in Germania per calmare Giorgione. Alla fine viene reintegrato ma la parabola azzurra da quel momento sarà in discesa. Giocherà altre tre gare nel 1975 e chiuderà con uno score di 14 presenze e 4 reti.
Fuga negli States
Quando mancano poche partite al termine del campionato 1975-76, Chinaglia decide di lasciare una Lazio ormai lontanissima dai fasti tricolori e con il suo mentore Maestrelli gravemente malato. Firma per i New York Cosmos, nella NASL statunitense che cerca il decollo portando calciatori di grande nome. Chinaglia vivrà grandissimi successi negli USA, segnando valanghe di gol sull’erba sintetica. Per ben 5 volte sarà capocannoniere del campionato ed eletto MVP nel 1981. Fino al 1983, totalizzerà 234 presenze e 231 reti in gare di campionato: cifre incredibili, sebbene pesi notevolmente il valore mediocre del calcio americano dell’epoca.
Presidente della Lazio
Al termine della carriera agonistica ritorna in Italia, alla Lazio, ma nelle vesti di presidente. La sua gestione non coinciderà con i momenti migliori della squadra capitolina.
Problemi giudiziari
Nel 1996 viene condannato per bancarotta fraudolenta e falso in bilancio. Su di lui penderanno in seguito anche accuse di estorsione, aggiotaggio, rapporti con la camorra. Nel 2007, coinvolto nella cordata che cerca di acquisire la Lazio usando metodi illeciti, è stato considerato colpevole di manipolazione in relazione ai titoli della Lazio. Nel 2008 viene colpito da un mandato di arresto per riciclaggio.
La morte
Scompare a Naples (Florida) il 1° aprile 2012 in seguito ad un infarto. In seguito la sua salma è stata trasferita a Roma, nel Cimitero di Prima Porta, dove riposa a fianco di Tommaso Maestrelli.