“Vero Napoli cercasi” ha titolato Matteo Portoghese, nell’editoriale di ieri. Evidentemente se lo sentiva; gli azzurri frenano di nuovo, stavolta impattando sul Cagliari, e regalano a Roma e, soprattutto, Juventus, un’opportunità golosa per allungare in classifica. Dunque, questo Napoli non si è trovato, nonostante il successo sull’Inter della settimana scorsa. Questo Napoli no, proprio non convince.
Torniamo alla vittoria sui nerazzurri: netta, sì, ma non così tanto sul piano del gioco. E’ vero che conta fare gol e gli azzurri ne hanno fatti di più degli avversari, ma a conti fatti, l’Inter, avrebbe meritato forse qualcosina in più. Che poi il reparto offensivo dei partenopei sia formidabile, è un qualcosa che sanno tutti, anche i bambini; è là dietro, invece, che qualcosa non torna, e tali limiti – difensivi, più specificamente tattici – si sono manifestati anche nella gara di ieri sera, contro un Cagliari bravo a strappare un punto a una compagine palesemente più forte, ovviamente intenzionata a portare via l’intera posta dal Sant’Elia.
Il Napoli attuale sembra, insomma, una “bella e incompiuta”. Un ottimo portiere, un attacco incisivo, un centrocampo tenace, una difesa da puntellare. E un tecnico che non sta dando le dovute garanzie. Personalmente, proprio su questo aspetto mi soffermerei: Benitez non sta sfruttando appieno la rosa a sua disposizione, ed è incredibile come sembrino ripetersi le situazioni di quando lui vestiva nerazzurro. All’epoca, si trovava a guidare una squadra campione di tutto, ma – media dixit – pesò sulle sue spalle l’eredità di Mourinho. Adesso, di nuovo non sembra andare come Napoli e De Laurentiis vorrebbero, le cose, e… Mazzarri non sarà lo Special One e non avrà portato gli azzurri sul tetto d’Europa, ma… del buono l’ha fatto, alle pendici del Vesuvio. Con una squadra nettamente inferiore. Andato via lui, anticipato di qualche mese da Campagnaro, a Napoli, in estate, sono giunti giocatori del calibro di Reina, Callejon, Higuain (sì, ovvio, al posto di Cavani: ma il Pipita, possiamo dirlo, non sta facendo rimpiangere il Matador); la squadra, in sostanza, c’è, ed è qualitativamente piena di risorse. Vero, gli mancherà qualche tassello per essere vincente, però, seppur c’è ed è evidente il divario con i bianconeri, questo non può essere di sette punti dopo 17 partite disputate, con tanto di gara in più rispetto alla Vecchia Signora. Invece è proprio così, e ciò è sintomo di un qualcosa che non funziona; nello spirito di squadra magari, nella testa dei ragazzi, nell’organizzazione generale. Oppure, ed è ciò che sembra più reale, qualcosa non funge nei meccanismi forniti da un tecnico che – non ce ne voglia – ma sembra proprio che non riesca, qui in Italia, a dimostrare quel calcio che in Premier gli ha regalato belle soddisfazioni. “Adda passa ‘a nuttata”, don Raffae’.