MondoPallone Racconta… I 50 anni di “Zio” Bergomi
Talento precoce, tale da diventare Campione del Mondo a soli 18 anni, Giuseppe “Zio” Bergomi raggiungerà il prossimo 22 dicembre il traguardo dei 50 anni. Fuoriclasse di costanza e correttezza, ha rappresentato per quasi un decennio la grande scuola dei difensori italiani, spesso con la fascia di capitano al braccio nell’Inter ed in azzurro.
Nato a Milano il 22 dicembre 1963, viene scartato dal Milan dopo due provini a causa di valori sanguigni alterati. Entra allora nel vivaio dell’Inter e debutta in Serie A il 22 febbraio 1981, nella vittoria contro il Como. Il giovanissimo terzino impressiona da subito per personalità e rendimento, con la consapevolezza di un veterano. Ad accentuare questa sua caratteristica, i baffi che ne inquadrano il viso in modo più severo e serio. Bergomi ha vissuto un importante dolore ad appena 16 anni, a causa della perdita del padre quando era impegnato in a Lipsia (Germania) con la Nazionale juniores. Le precoci affermazioni con la maglia dell’Inter, in Serie A quanto in Coppa Italia – vinta in quella stagione – , lo rendono tra le sorprese più positive del campionato 1981-82. Tanto che Enzo Bearzot, C.T. della Nazionale maggiore, lo chiama ad aprile 1982 per l’ultima amichevole premondiale proprio… a Lipsia, corsi e ricorsi storici per il giovane Bergomi. Soprannominato “Zio” da Giampiero Marini per l’aspetto più maturo della sua età, viene convocato tra i 22 per il Mondiale di Spagna ’82. Parte ovviamente tra le riserve ma si conquista un posto tra i titolari nelle ultime tre partite del Mundial con Brasile, Polonia e Germania Ovest, nella magica notte del Bernabeu che ci consacra sul tetto del mondo.
Da quel momento in poi Bergomi vivrà quel decennio sempre da protagonista: più in azzurro che nell’Inter, in verità. E’ titolare nell’Italia anche alla successiva Coppa del Mondo in Messico e, con l’avvento di Vicini alla guida della Nazionale, viene promosso capitano ereditando la fascia da Scirea. L’Italia è protagonista di un ottimo Euro 88 dove si ferma in semifinale. Nel frattempo Bergomi vive la seconda grande vittoria della carriera con lo scudetto dei record nella stagione 1988-89, in squadra con il tedesco Lothar Matthaus, che Bergomi ha descritto quale il miglior compagno di squadra della sua carriera, insieme a Ronaldo.
Con l’Italia prova la grande delusione del Mondiale casalingo chiuso al terzo posto, una ferita ancora aperta. L’anno dopo coglie la sua prima vittoria in Coppa UEFA nella finale fratricida con la Roma, successo bissato nel 1994. Altra ferita, lo scudetto 1998 svanito a causa del famigerato match con la Juventus. Proprio in quel 1998 Bergomi si toglie le ultime soddisfazioni, grazie alla terza Coppa UEFA conquistata sulla Lazio e la chiamata di Cesare Maldini in azzurro dopo 7 anni per il Mondiale di Francia, il quarto per lui. Infatti, Arrigo Sacchi lo mise da parte dopo poche partite e per il resto della sua gestione non lo richiamò. In Francia Bergomi ebbe modo anche di giocare, sostituendo con grande rendimento l’infortunato Nesta. La sconfitta ai rigori nei quarti con i padroni di casa chiuse tra le lacrime una storia fatta di 81 partite (33 da capitano), 6 reti, quattro Coppe del Mondo e un Europeo disputati. Con la maglia nerazzurra mise la parola fine alla sua parabola agonistica dopo un’ultima stagione. Prima dell’avvento di Javier Zanetti è recordman assoluto di presenze con la maglia dell’Inter, con 756 gare ufficiali. Con 96 gettoni è tuttora il giocatore più presenti nella storia della Coppa UEFA. Diventa apprezzato commentatore televisivo per Sky, rientra all’Inter grazie a Giacinto Facchetti dopo che l’addio al nerazzurro non era stato dei più morbidi, scartato da Lippi. Allena le formazioni giovanili e dal 2013 diventa tecnico della Berretti del Como.
Auguri “Zio” !