Una settimana di passione per il calcio italiano a pochi giorni dal natale. In pochissime ore sono tornati prepotentemente lo scandalo calcioscommesse con i soliti nomi eccellenti buttati in prima pagina per fare notizia, il processo calciopoli con i 2 anni e 4 messi di Luciano Moggi e poi il razzismo nelle curve italiane con un derby di Milano da giocare in una strana atmosfera e cori intuiti male. In tutto questo però c’è anche un raggio di luce e a fornircelo è un ex giocatore della Juventus, Alessandro Birindelli.
L’ex difensore bianconero ha ormai da tempo appeso gli scarpini al chiodo e ora si occupa del settore giovanile del Pisa, la sua città natale. Domenica era uno dei dirigenti nel match Ospedalieri-Pisa esordienti, categoria nata per permettere a questi futuri calciatori di muovere i primi passi nel mondo del calcio senza troppa pressione agonistica. Questa partita non è stata portata a conclusione per colpa dell’idiozia e del protagonismo di alcuni genitori, che si sono messi a litigare in tribuna per futili motivi, costringendo lo stesso Birindelli a sospendere la partita. Un gesto che ha fatto clamore ed è stato elogiato da tutti gli addetti ai lavori.
“Educare i genitori prima di educare i bambini”, queste le parole dell’ex calciatore juventino. Tanta verità in un mondo troppo condizionato dalle ansie di mamme e papà che vorrebbero avere un figlio campione e non capiscono il vero significato e l’utilità dello sport. Genitori che si accaniscono in maniera esasperata contro l’arbitro o il giocatore avversario per un ammonizione o per un fallo nei confronti del proprio figlio; papà su tutte le furie con l’allenatore, colpevole di non aver inserito tra i titolari il loro campioncino. I cori dei bambini della Juventus, il razzismo delle curve e ora l’inciviltà dei genitori, tutti elementi che inquadrano un unico problema, quello di una società in difficoltà nell’interfacciarsi in modo corretto con la realtà e con il prossimo.
Quello di Birindelli non è l’unico episodio, in passato ne sono avvenuti tanti e quasi tutti nell’indifferenza perché magari non hanno visto calciatori professionisti tra i protagonisti. Lasciate giocare i vostri figlio in pace, fateli crescere, fateli capire il rispetto per l’avversario e il senso di sportività e soprattutto fateli divertire perché vi assicuro che alla loro età non c’è niente di più bello di trovarsi su un prato con un pallone a avere la possibilità di giocare all’aria aperta con i loro coetanei.