Partiamo dal pantano della Türk Telekom Arena di Istanbul. La Juventus e i suoi tifosi pensavano di averle viste tutte dopo quel 14 maggio 2000, quando, abbattuti dal cazzotto di Calori, salutavano lo scudetto nell’acquitrino del Renato Curi di Perugia. Ironia della sorte, anche quella volta, a beneficiarne fu Roberto Mancini, ieri giocatore di una Lazio tricolore, oggi guida di un Galatasaray che non ha rubato nulla e che parteciperà, meritatamente, agli ottavi di Champions. Già, perché alla fin fine su quel campo ci hanno giocato anche loro. Ha cercato di spiegarlo a parole Drogba a Conte, l’ha dimostrato con i fatti Sneijder in partita. Due che, in quanto a tecnica, non hanno nulla da invidiare ai colleghi bianconeri e per questo, a rigor di logica, anch’essi avrebbero potuto lamentarsi delle condizioni del terreno di gioco.
Non è, questo, un processo alla Juventus, per carità, anzi dispiace per l’uscita dai giochi di una squadra italiana ed è normale che bruci un’eliminazione maturata in questo modo, ma, nel complesso della fase a gironi, l’undici di Conte ha evidenziato limiti lampanti: è mancato di cattiveria agonistica, determinazione e anche un po’ di qualità. Quella che abbondantemente mette in campo in campionato.
Qualità che non è mancata al Napoli, fuori dal grande palcoscenico europeo da primo in classifica con 12 punti, raccolti in un girone di ferro che comprendeva la finalista della scorsa edizione, l’attuale capolista della Premier League e la seconda classificata della Ligue 1 2012-13. Una beffa non da poco, se si considera che lo Zenit va agli ottavi con la metà dei punti del Napoli. E qui sorgono dubbi sulle modalità dei sorteggi stabilite da Uefa e Fifa. Dubbi e perplessità che allarghiamo al recente sorteggio mondiale, che ha generato gruppi di ferro come il B (Spagna, Olanda, Cile), il G (Germania, Portogallo, Usa, Ghana) o quello degli Azzurri (Italia, Inghilterra, Uruguay) e altri da riderci sopra, come quello della Francia (che se la vedrà con Svizzera, Ecuador e Honduras) o del Belgio (assieme a Russia, Algeria e Corea del Sud).
Evidentemente, qualcosa nel sistema non funziona e bisogna intervenire al più presto, se non altro per scongiurare voci di complotti, combine e favoritismi. Con il Milan unica italiana a rappresentarci negli ottavi della coppa che conta, dovremo concentrarci sull’Europa League, che, a questo punto, vedrà impegnate quattro squadre di casa nostra: le “vecchie” (Fiorentina e Lazio) e le “retrocesse” (Juventus e Napoli). Intanto, lunedì a Nyon ci sarà il sorteggio per gli ottavi di Champions e per i sedicesimi di Europa League. Il Milan incrocerà comunque una grande europea, per cui evitare Real Madrid e Bayern sarebbe già un buon punto di partenza.
In quanto alla coppetta, è lecito aspettarsi che almeno una delle quattro arrivi fino in fondo, magari a giocarsi proprio la finale che si disputerà allo Juventus Stadium. A proposito, vuoi vedere che quella vecchia volpe di Conte non si è inventato la scusa del campo “dangerous” proprio per andare a giocarsi la finale in casa? Meglio riderci su. Ma in questo momento, l’unica via di riscatto per il calcio italiano pare proprio quella di colorare di verde, bianco e rosso questa bistrattata coppetta.