Più che una partita, un micidiale cocktail di emozioni, con un occhio a Lisbona. L’Olympiakos ritrova gli ottavi di finale, ma deve soffrire, paradossalmente, perlopiù per proprie colpe e leggerezze. L’Anderlecht gioca un secondo tempo da guerriero, Proto para due rigori. I greci giocano con qualità, ma non concretizzano.
ANDERLECHT “DIE HARD”, OLYMPIAKOS “DUMB AND DUMBER” – Sotto le coreografie del Karaiskaki, immersi nell’atmosfera fantastica che i tifosi biancorossi sanno creare, l’Olympiakos può fare la storia e centrare quegli ottavi di Champions che mancano dalla stagione 2009/2010. Michel deve fare a meno di bomber Mitroglou e Maniatis, quindi riesuma Paulo Machado e schiera Michael Olaitan unica punta. Dall’altra parte Van den Brom si copre con un multiforme 4-5-1, molto utile per le ripartenze, con il giovanissimo Mitrović in avanti.
Sono i greci a tenere palla e a creare gioco, ma trovano un efficace frangiflutti nello schieramento difensivo dei belgi, che, seppur goffi e fallosi, affollano l’area, rendendo difficile la circolazione di palla. L’Anderlecht è inconcludente nelle rare azioni offensive, mentre l’Olympiakos è molto più presente e attivo dalle parti di Proto. L’1-0 arriva alla mezz’ora: un immenso Machado recupera palla, serve Fuster, il cui tiro viene rimpallato, ma il pallone arriva a Javier Saviola, che fulmina il portiere con un bel diagonale. La sorpresa è però dietro l’angolo. Samaris sbaglia un calcio d’angolo e i bianco-malva organizzano una ripartenza perfetta e fulminea: partono in tre, la difesa è sbilanciata, la palla arriva a Gillet, che serve Klještan per un pareggio a porta sguarnita.
La ripresa, per i greci, si apre come meglio non potrebbe: fallo di mano del già ammonito Kouyaté, rigore ed espulsione. Ci pensa Saviola a riequilibrare la sorte, facendosi parare il tiro da un bravissimo Proto. L’argentino si fa subito perdonare, mettendo a segno il 2-1 in maniera molto meno scontata: Fuster va al tiro dopo una bella azione e l’ex Real Madrid corregge in rete con una girata di prima intenzione. I belgi non si perdono d’animo e attaccano come non avevano mai fatto prima. Roberto deve sfoderare un fantastico riflesso per negare il 2-2 a Gillet. Il momento di sbandamento finisce e l’Olympiakos guadagna un altro rigore grazie all’intesa tra Campbell e Weiss: sul dischetto va lo stesso slovacco, ma Proto para ancora, ripetendosi sull’azione seguente. In seguito, la squadra in dieci sembra la truppa del Pireo, remissiva, spenta e in bambola. Su un ribaltamento di fronte di Weiss, N’Sakala riceve il secondo giallo e costringe i bianco-malva in nove. L’aggressività degli ospiti è immutata, i greci subiscono. Il meglio deve ancora venire: Proto commette fallo in area e viene espulso, in porta va Mitrović e Chori Dominguez segna il 3-1. Trovare un senso a questa gara è arduo, ma le grandi emozioni non lo richiedono, no?
OLYMPIAKOS PIREO – ANDERLECHT: 3-1 (1-1).
Olympiakos (4-2-3-1): Roberto 6,5; Salino 5, Manolas 5,5, Siovas 5,5, Cholevas 6; Samaris 5,5, Machado 6,5 (53′ Weiss 6); Campbell 7, Saviola 7,5 (61′ Dominguez 6,5), Fuster 7 (89′ Ndinga sv); Olaitan 6. A disp.: Megyeri, A.Papadopoulos, Yatabaré, Bong. All.: Michel.
Anderlecht (4-5-1): Proto 8; Vanden Borre 5 (73′ Acheampong sv), Kouyaté 5, Mbemba 5,5, N’Sakala 4,5; Najar 5,5, Gillet 6,5, Milivojević 5 (53′ Nuytinck 6), Klještan 6,5, Praet 6 (83′ Trielemans sv); Mitrović 5. A disp.: Kaminski, De Zeeuw, Cyriac, Vargas. All.: Van den Brom.
Arbitro: Wolfgang Stark (Germania).
Marcatori: 33′, 58′ Saviola (O), 38′ Klještan (A), 90’+4 rig. Dominguez (O).
Note: ammonizioni: Fuster (O), Kouyaté, Milivojević, Mitrović, N’Sakala, Klještan (A). Espulsioni: 49′ Kouyaté (A), 88′ N’Sakala (A), 90’+2 Proto (A).