Walter Mazzarri e l’incertezza della gioventù

Doveva essere l’Inter dei giovani secondo Moratti e dovrà esserlo ancora di più dopo la dichiarazione di intenti di Thohir. In realtà fino a questo momento Walter Mazzarri ha preferito affidarsi maggiormente a giocatori navigati, relegando in secondo piano i giovani talenti nerazzurri. Indiscutibile la scelta del tecnico, dato che analizzando le prestazioni della squadra si è notato che molti di loro non forniscono le garanzie dei colleghi più anziani.

Kovacic è il caso più emblematico tra tutti. Arrivato l’anno scorso per circa 15 milioni di euro, dopo un avvio incoraggiante, è stato utilizzato con il contagocce nella stagione in corso, un po’ a causa dell’infortunio estivo che ne ha rallentato la sua preparazione, un po’ perché le prove fornite fino a questo momento hanno deluso. Kovacic è un regista, solo che nel calcio di Mazzarri questo ruolo non è contemplato, è stato quindi provato anche come trequartista, ma è stata solo una circostanza.

Stesse perplessità sono sorte intorno a Belfodil, colpaccio estivo del mercato che però non convince il tecnico che lo considera ancora acerbo tatticamente e poco incisivo.

Meglio di lui aveva fatto Icardi, prima di essere messo fuori uso da un’ernia inguinale, anche se il suo minutaggio non era comunque altissimo.

Wallace giovanissimo in prestito via Mourinho, per ora si ricorda soprattutto per il fallo ingenuo commesso contro il Torino, da cui è arrivato poi il pareggio granata e anche ieri con il Trapani non ha certo entusiasmato.

I calciatori giovani, dai 22 anni in giù, all’Inter sono sette, su una rosa di 27 giocatori. In questa stagione, solo Juan Jesus sembra aver convinto il mister conquistando un posto da titolare nella difesa a tre.

A sorpresa Il secondo giovane più utilizzato è Taider, il quale sembra aver soffiato il posto a Kovacic, non tanto per le doti tecniche quanto per quantità e abnegazione. Degli altri giovanotti rimangono solo le briciole. Mazzarri non utilizza i giovani, non lo faceva nemmeno a Napoli e forse dovevamo aspettarcelo in una squadra che nell’anno zero doveva assimilare nuovi innesti  e nuovo modulo.

Il tempo di maturazione e inserimento in un organico di un giovane può variare da tante cose, si possono attendere mesi oppure anni, l’abilità del mister sta nel saper aspettare senza bruciare il talento, mentre al giocatore spetta capire come  far emergere le proprie doti.

Certo vedendo i rendimenti di Pereira, Wallace, Ranocchia, Kuzmanovic;  gli infortuni di Zanetti, Samuel e Chivu viene voglia di pensare che magari Caldirola e Donati titolarissimi in Bundesliga avrebbero fatto comodo. Tuttavia la politica societaria estiva è stata quella di far cassa con i giovani, anche perché i reduci della scorsa disastrosa stagione non avevano mercato.

Tempo al tempo, la linea verde maturerà e ci farà ricredere probabilmente. Forse perché questo accade si dovrà attendere che la qualità dei giovani in rosa si alzi grazie al tycoon indonesiano. Per ora godiamoci questa Inter poco sbarazzina, che talvolta inciampa tra le ingenuità dei giovani e gli acciacchi dei vecchi.  A Mazzarri lasciamo l’arduo compito di cambiare filosofia, in fondo è quello che vuole la nuova dirigenza, non sarà facile ma sicuramente stimolante.

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Francesco Filippetto