Era il 12 dicembre 1999 quando un 17enne talentuoso e irriverente si bevve Blanc e Panucci con un solo controllo e realizzò il suo primo gol in Serie A. Quattordici anni dopo, qualche chilo in più, qualche milione in più, qualche cassanata di troppo e un ictus – che lo stava ammazzando – sconfitto a suon di gol, è ancora lui, Antonio Cassano, l’uomo copertina.
Da disgraziato a star a Bari, a tratti oppresso dall’ombra di Totti a Roma, Gordito a Madrid, “Re Mida” nella Genova blucerchiata, a mezzo servizio nella Milano rossonera, amico e poi antagonista di Stramaccioni in quella nerazzurra, adesso leader a Parma.
“Se avessi avuto la testa di Palombo sarei stato secondo soltanto a Messi” disse Fantantonio, consapevole che gran parte del suo infinito talento è andato sprecato.
Le imitazioni a Capello che lo inchiodarono alla tribuna, le corna a Rosetti e le minacce a Pierpaolo che gli macchiarono l’immagine e due soli campionati vinti, peraltro da comparsa. Ha avuto tantissime donne, e forse avrebbe rinunciato a qualcuna per giocare un Mondiale. Sabato scorso, però, dopo il colpo da biliardo al Bologna, il Brasile è forse più vicino. Intanto auguri pibe de Bari, e grazie per i tuoi lampi, Fantantonio. O forse faremmo meglio a chiamarti centantonio: genio e sregolatezza del calcio.