Serie B, fuga dalla… zona retrocessione
Tra il Trapani e il Carpi, in questo momento, ci sono quattro punti di distacco. Quattro lunghezze che, a dicembre, delimitano in maniera, comunque flebile, la zona retrocessione da quella cosiddetta “tranquilla”. Il campionato di B pare sempre di più un accozzaglia, visto che tra Reggina (penultima) e Varese (ottava, ultima posizione per accedere ai play-off) ci sono appena dieci punti. Un filotto di vittorie può cambiare radicalmente gli obiettivi stagionali o, nel peggiore dei casi, una serie di sconfitte può, drammaticamente, sconvolgere i piani societari. E’ questo il bello della cadetteria, l’imprevisto. Ora come ora, però, ci sono alcune squadre, dal Carpi in giù come detto, che paiono avere qualcosa in meno delle altre. E che, in questo momento, pensano a una cosa sola: salvarsi dall’inferno della Lega Pro.
Carpi, Brescia, Bari, Cittadella, Ternana, Novara, Padova, Reggina, Juve Stabia. Eccole, le nove sorelle. Dalla meno agitata a quella più disperata. Partiamo dal fondo. La Juve Stabia è quella messa peggio, non c’è altro da aggiungere. A sei punti dalla Reggina, mica pochi, sembra essere già mezza condannata. A meno che Pea non compia un miracolo. Perché se Braglia, nonostante fosse amatissimo dalla piazza, ha fallito clamorosamente fino ad ora, il neo tecnico non ha certo iniziato nel migliore dei modi, con la sconfitta di Latina. A Castellammare si aggrappano alla sorte perché, in questo momento, la squadra va a rotoli. Non che a Reggio siano messi meglio. I calabresi sono lì, in mezzo a lottare con le altre, ma la squadra non ha gioco e stenta. Dopo l’esonero di Atzori, ecco Castori: giusto il tempo di fare sei gare ed ecco l’allontaneamento dell’ex Cesena e il ritorno di Atzori. Foti ha parecchia confusione in testa. Il Padova, dopo, un inizio horror, è riuscito invece a riprendersi con Mutti. I patativini, che hanno una rosa che può vantare giocatori del calibro di Pasquato, Santacroce, Iori e Vantaggiato, sono in ripresa. Un po’ come il Novara, che con Calori ha ritrovato sprazzi di gioco perduto. Anche se le vittoria latita: ben undici le gare senza successi per i piemontesi.
Terni, invece, è inferocita. La società umbra, che dopo l’ottimo mercato estivo coltivava ambizioni di promozione, si è ritrovata impantanata in zona retrocessione. E ora rischia anche l’intoccabile Toscano. Perché Antenucci non basta. Il Cittadella, pur con un organico non irresistibile, avanza con calma e, per ora, ha fatto meglio di squadre più quotate. Chi va piano, va sano e va lontano. Foscarini è un amante di questo proverbio. Il Bari, invece, è la compagine più giovane del torneo. Dopo le solite crisi societarie si pensava che i pugliesi non avessero chance di salvezza. Invece, grazie a ragazzi talentuosi come Galano, Ceppitelli, Fedato e Beltrame, i biancorossi stanno dimostrando a tutti di potersela giocare. E alla grande. Così come Brescia e Carpi: Caracciolo sogna qualcosa di più che il mantenimento della categoria, ma senza l’Airone le rondinelle non riescono ad andare lontane; gli emiliani, al debutto assoluto in cadetteria, sono in acque, per ora, tranquille: un plauso a Vecchi.