Lezioni di NFL: la pratica del giocare per perdere
Tanking è un termine molto usato in NFL, soprattutto dall’opinione pubblica. La sua definizione può essere italianizzata con un “giocare male”, cioè fare di tutto per perdere una partita.
Quale scopo può avere perdere apposta una partita in NFL? Ovviamente avere una scelta alta al draft successivo alla stagione. La squadra con la peggiore classifica infatti sceglie per prima quello che è secondo gli osservatori il miglior giovane in uscita dai college.
In alcuni casi, “tanking” rappresenta una soluzione a lungo termine accettabile per un’organizzazione. I Colts del 2011 ebbero il peggior record della lega e poterono scegliere con la prima chiamata assoluta Andrew Luck, il miglior prospetto nella posizione di quarterback da molti anni a quella parte. La pratica di perdere apposta per garantirsi Luck fu rinominata “Suck for Luck Sweepstakes” (il “la competizione ‘Fai schifo per Luck’” in una impossibile traduzione di cui ci scusiamo).
L’opinione pubblica è divisa quasi equamente tra chi crede al tanking e chi no: in pratica, c’è chi pensa sia possibile perdere apposta una partita di football e chi non lo ritiene possibile. Chi vi scrive è della seconda filosofia.
Pensiamoci bene: se voglio perdere una partita di calcio, basta un corner e un colpo di testa nella propria porta per uscirne sconfitti; se voglio che la mia squadra perda a pallavolo, sbaglio una schiacciata tirandola in tribuna; se in NBA voglio perdere basta non difendere (e c’è una buona metà delle squadre che lo fa anche naturalmente). Ma nel football?
Nel football non crediamo sia possibile, almeno non banalmente. Parliamoci chiaro: se corri molle, difendi molle, lanci male, prima o poi ti fai male, molto male. In secondo luogo, ci sono circa 55 giocatori in un roster. A molti di loro il contratto scade a fine stagione: cosa volete importi loro del nuovo fenomeno collegiale in arrivo? Loro vogliono ben figurare per avere un buon contratto l’anno seguente, magari in qualche altra compagine. Non possono, costoro, giocare male.
Esaminiamo la situazione attuale: il fenomeno in arrivo è Teddy Bridgewater, quarterback di Luoisville. Per prenderlo la “corsa” è tra Texans, Jaguars, Browns, Falcons, Vikings, Rams, Buccaneers e Browns, cioè le squadre il cui record (numero partite vinte – numero partite perse) è peggiore. Se i Texans volessero fare del tanking, credete che avrebbero perso di soli 3 punti contro i ben più forti e posizionati Patriots? I Jaguars avrebbero battuto i Browns domenica? I Vikings avrebbero vinto all’overtime (supplementari)? Bridgewater non sarà Luck (e in effetti non vale nemmeno un quarto del prodotto di Stanford) ma in ogni caso credere nel tanking è quantomeno superficiale.
Mettiamo caso che il tanking esista ora. Cosa ci vuole, NFL, ad adottare un sistema di lottery (estrazione)? Quattro palline in un’urna, con i nomi delle quattro peggiori squadre, e una bambina bendata che estrae. Succede in NBA e in NHL. Perchè non nel mondo del football, dove le scelte sono molto più importanti? Tanto a chi non crede nel tanking come noi poco importa, e gli altri avrebbero quello che desiderano da tanto tempo.
Vi lasciamo con qualche link su cui rimuginare e farsi un’idea del tanking: l’ordine di scelta parziale al prossimo draft e un resoconto passato del Suck for Luck di cui scrivevamo in precedenza.