Home » Non parliamo di Galliani

È possibile scrivere di calcio sabato 30 novembre 2013 senza parlare di Adriano Galliani? Difficile, a scorgere le home dei siti dedicati allo sport più popolare del mondo, eppure ci si può provare.

Perché in fin dei conti, quando un argomento lo sviscerano un sito sì e l’altro pure, è facile cadere nel banale. O nell’emotivo. O nel facile.

A ognuno il suo: Adriano Galliani merita gli auguri in vista di qualsiasi carriera vorrà intraprendere (impossibile vederlo con le mani in mano), ai nostalgici una pacca sulle spalle, ai critici l’onere di spiegare perché e per come il tifoso milanista potrà sentirsi tranquillo nei prossimi mesi.

Venendo al weekend – perché alla fine si gioca, il football non è uno sport per soli amministratori delegati – il programma è invitante.

Personalmente, mi attrae molto ciò che accadrà sull’asse Italia-Inghilterra. I tanti temi si snodano fra il sabato e la domenica, con la sensazione che a Cardiff si scriverà qualcosa di importante e che l’Emilia è locus amoenus per chi cerca un calcio concreto e pragmatico.

Questo giro, programma di Premier League alla mano, c’è il viaggio in Galles dell’Arsenal capolista, una partita accattivante dato il recente pareggio del Manchester United in quel di Cardiff. I Gunners, reduci dalla vittoria sul Marsiglia e in pole position per l’ennesimo passaggio del turno in Champions League (ma stavolta forse alla qualificazione il nord di Londra accompagnerà rinnovate ambizioni di successo finale), possono dare l’ennesima spallata a un campionato invero imprevedibile.

Alla faccia dei luoghi comuni, allora, molti top club inglesi perdono punti qua e là, su campi non irresistibili eppure viscidi, scivolosi. Ed è una buccia di banana dietro l’altra: a parte il sorprendente Southampton, molte outsider rischiano di rovinare i piani di chi di solito è abituato a vincere.

Se alle 18 l’Arsenal ne saprà di più, dalle nostre parti si metteranno in gioco realtà importanti.

Diversi ambienti coltivano aspettative, lontano dalla zona coppe. Si preannuncia scoppiettante il derby della via Emilia: i gialloblù, con tutto l’estro di Cassano e tanto entusiasmo nel motore, vogliono i 3 punti per andare nella metà sinistra della classifica, il Bologna cerca punti salvezza. Per fare in trasferta ciò che a molte concorrenti non riesce.

Donadoni e Cassano, tra l’altro, insieme da qualche parte li avevamo già visti: quell’Italia i suoi problemi li aveva, ma la fortuna si prese pure un bel mese di vacanza. Attenzione allora a chi è reduce dal colpaccio di Napoli.

In prima serata Genoa-Torino metterà a confronto i due progetti tattici, con Gasperini e Ventura separati da 3 punti ma da 5 posizioni in classifica. Rispetto a qualche anno fa, il rapporto fra tifosi rossoblù e granata s’è incrinato, e certo al Toro occorrerebbe raccogliere qualcosa dopo tanti vantaggi dilapidati, tante beffe, non poche polemiche.

Fra Italia e Inghilterra, si diceva: oltre a Newcastle-West Bromwich (in contemporanea con Parma-Bologna), i veri fuochi d’artificio arriveranno domenica, con sfide di cartello e materia per emettere dei primi giudizi.

Si pensi a ciò che accadrà all’ora di pranzo, al Tottenham che affronta nuovamente una squadra di Manchester: contro la metà Blue della città gli schiaffi sono stati sei, con i Red Devils è un altro test impegnativo. Poco spazio per attenuanti, scuse, promesse sul futuro: Villas Boas si gioca tutto e farlo coi campioni in carica non deve essere cosa comodissima.

Non vorremmo vestirli, questo periodo, i panni dell’ex tecnico del Porto, un tempo enfant prodige e ora perennemente sotto esame. Il verdetto di White Heart Lane spiegherà il momento che sta vivendo il calcio: l’affare Bale pesa tantissimo, incide su ogni singola partita di una potenza (per ora) mai nata, ricorda a tutti che gli Spurs hanno investito vagonate di soldi e che la famosa amalgama di squadra è assente non giustificata.

Ricordate quando si diceva, su queste pagine, che spendere tanto e spendere tutto insieme porta più danni che benefici? Si parlava dei piani bassi, del Palermo come del Genoa, o del QPR spendaccione e mal assemblato: sta accadendo lo stesso in casa Spurs, perché alla fine i vari Lamela, Eriksen, Chiriches, Capoue, Soldado, Chadli e Paulinho hanno portato un terremoto, e i valori tecnici non sempre pagano.

Probabilmente, la mossa di spendere in così poco tempo la moneta versata dal Real ha devastato i progressi del gruppo, l’alchimia, pregiudicando a un tempo gli effetti della cura Redknapp e della gestione Villas Boas. Dura emergere adesso, solo una vittoria di prestigio aiuterebbe.

Per risalire la china, la squadra del mercato impulsivo sfiderà quella della programmazione e dei piccoli passi, che prende Van Persie ma tante altre stelle se le costruisce pian piano.

Che è un po’ la via che bisognerebbe seguire sempre.

Che è un po’ quello che Adriano Galliani sa benissimo.

Che ci porta a una conclusione: impossibile sabato 30 novembre 2013 parlare di calcio senza parlare di lui.