Il Punto sulla Serie A: tredicesima giornata

La Juventus in vetta. Grazie al terzo pareggio consecutivo della Roma, i bianconeri di Conte tornano in testa dopo aver espugnato Livorno. Cade il Napoli, non ne approfittano l’Inter e la Fiorentina. Quinta partita senza vittorie per il Milan, San Siro in rivolta.

LOTTA SCUDETTO: Soltanto tre partita fa eravamo qui a parlare di calendario agevole e probabile fuga per la Roma e, invece, ora ci ritroviamo al ribaltone in classifica: la Juventus di Conte guidata da un Llorente in versione top player batte 2-0 il Livorno e grazie allo 0-0 della Roma all’Olimpico contro il Cagliari trova la vetta. Non è certamente finito qui il campionato, anche perché difficilmente troveremo due squadre con così tanti punti dopo 13 giornate. Fatto sta che la tanto bistrattata terza Juve di Conte non solo torna in testa, ma lo fa con il record di punti dell’allenatore pugliese, mai così in alto dopo lo stesso numero di partite. La sensazione è sempre quella di inizio anno: i bianconeri quando vogliono segnare, lo fanno. Era un problema di testa, di motivazioni, quello delle prime partite. Ma quelle vittorie sofferte sono comunque valse una presa di coscienza tale da arrivare fin qui. È la Juve, adesso — ma probabilmente lo è sempre stata –, la squadra da battere.
La Roma, invece, ritrova solidità difensiva ma non l’efficacia sotto porta. La mancanza di alcuni uomini fondamentali per gli schemi di Garcia si sta facendo sentire. Avramov salva la porta del Cagliari in parecchie occasioni, ma è inutile nascondersi dietro le parate del portiere avversario: questa Roma non è la stessa di un mese fa.
Perde terreno dalle prime due, invece, il Napoli, che probabilmente sente la pressione della super sfida contro il Borussia Dortmund e paga dazio in casa contro il Parma, vittorioso grazie al gol di Cassano. Anche Benitez stenta a ritrovare quella condizione e quel gioco messi in mostra a inizio campionato, ma l’unica a goderne è proprio la Juventus.

ZONA EUROPA: Rallenta anche la corsa all’Europa, visto che delle prime sei in classifica vince solo la Juventus. L’Inter, nonostante numerose palle gol, non va oltre l’1-1 a Bologna, mentre la Fiorentina cade a Udine, nonostante un primo tempo dominato. Occasione sprecata per entrambe soprattutto in ottica Champions, vista la sconfitta casalinga del Napoli. Ma dietro di loro, nessuna ne approfitta: il sorprendente Hellas Verona di quest’anno perde all’ultimo secondo il derby contro il Chievo per colpa di Lazarevic, che trova il tiro giusto nel finale e regala i primi tre punti a Corini; anche la Lazio trova gioia poco prima del triplice fischio finale a Genova contro la Samp, quando Cana regala un punto ai biancocelesti e — probabilmente — salva la panchina di Petkovic, capace di perdere in superiorità numerica contro la squadra di Mihajlovic; infine, anche la sfida tra Genoa e Milan finisce in parità. A San Siro, però, si svolge nei primi dieci minuti: vantaggio di Kakà e pareggio di Gilardino su rigore. Poi succede di tutto, dall’espulsione di Manfredini, al rigore sbagliato da Balotelli, alle occasioni sprecate sotto porta dai rossoneri fino ad arrivare alla contestazione del tifo di San Siro. Allegri non vince da cinque partite, nessuno in Serie A ha avuto questo record negativo senza essere esonerato. Presagio?

LOTTA SALVEZZA: In fondo, come detto, il sussulto del Chievo serve ad accorciare la classifica. I clivensi raggiungono il Catania, schiantato a Torino per 4-1, e si portano a un punto dalla Samp e a due dal Bologna. Il Sassuolo vince lo scontro diretto con l’Atalanta grazie ai giovani Zaza e Berardi (già a quota 7 gol in campionato) e esce dalle zone critiche, andando a 13 punti al 15° posto. Sapete chi c’è a 14? Il Milan.

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