Tutte e due di nuovo giù. Il Napoli e il Milan, tutte e due, come ho appena detto, di nuovo giù. Vero, mi direte: il Milan non ha perso, ma il pari di San Siro con il Genoa sa di sconfitta, diciamolo chiaramente. E sa di sconfitta perché i rossoneri non sono riusciti a voltar pagina, e conquistare quei punti utili a migliorare una classifica, attualmente, decisamente poco onorevole. Situazione, questa, che sta facendo imbestialire una curva ovviamente stanca, che paradossalmente si trova a… sperare di allontanare il più presto possibile una zona retrocessione che sì, è praticamente a un passo. Certo, sto scrivendo di notte e ho sonno, ma nonostante ciò tranquilli: ho ancora la lucidità mentale per dire che sarebbe follia pensare a un Milan invischiato nella lotta per non retrocedere; fatto sta, però, che i rossoneri ora come ora sono lì, a quota 14 punti in tredici partite disputate, a +5 dalla terzultima piazza e già doppiata da Roma, Juventus e… Napoli.
Sì, proprio quel Napoli che ieri sera è riuscito a fare anche peggio del Milan: sconfitta in casa per mano di un Parma cinico, bravo a contenere gli affondi azzurri (calati nella ripresa) e intelligenti nel concedere ai partenopei un lungo, ma sterile, possesso palla. La reazione tanto decantata da Benitez non c’è stata: dopo il ko con la Juve, e dopo una pausa in cui gli impegni dei nazionali non hanno consentito di fare quadrato come don Raffae’ avrebbe voluto, si puntava in casa Napoli a fare degli emiliani un sol boccone, per rimanere agganciati al gruppo di vetta, tornare a urlare la propria pericolosità al mondo, e soprattutto evitare che quelle due, là sopra, fuggissero. Missione fallita (per ora).
Quelle due lassù, appunto. Una giocherà di pomeriggio, sull’ostico campo di Livorno, l’altra chiuderà la tredicesima giornata. La Roma è a caccia di una reazione, recupera Gervinho, vuole tornare a vincere dopo due pareggi consecutivi, e ospita il Cagliari di un Conti che, paradosso del destino, in qualità di figlio di un grande romanista, la Roma, quando può la purga sempre. In quel di Torino, invece, preoccupa la difesa: Vidal in retroguardia è un esperimento, diciamolo, che suscita grande curiosità.
Ah, vero, poi c’è anche quel rigore sbagliato da Balotelli, nella notte di San Siro, che fa tanto discutere. Perin non ne aveva mai parato uno in carriera, ha scelto l’uomo giusto per iniziare. Un uomo che dopo l’errore col Napoli aveva dimostrato di non essere così infallibile come in tanti erano sicuri che fosse (e forse ne era convinto anche lui). Ecco: abbiamo avuto anche la seconda, di dimostrazione. Suvvia, diciamolo pure: oramai i portieri l’hanno capito. Quando batte Balo, non bisogna buttarsi se non all’ultimo momento. Sì, lo hanno capito in tanti, e questo per SuperMario è un problema. Perché da che i suoi rigori erano imprendibili, sta correndo il rischio che diventino adesso piuttosto facili da neutralizzare, ora che la cosa è stata compresa e assimilata. Ok dai, Mario: hai sbagliato, ci puoi fare ben poco se non studiare un altro modo, un altro trucchetto. Dura, lo so, soprattutto perché sei anche tu in un momento-no, però la colpa, in fondo, non è tua. La colpa è di chi ancora non ha capito che in casa Milan c’è bisogno di una svolta. Immediata. Perché Allegri, signori, mica è più un grande nomen omen…