In questa ultima settimana abbiamo avuto modo di assistere a diversi casi arbitrali particolari in NFL. Di seguito prendiamo in esame due di questi avvenimenti, che sicuramente chiariranno qualche dubbio che è normale sopraggiung e non solo ai nuovi appassionati di football.
Partiamo dal SuperDome di New Orleans dove i Saints affrontavano i San Francisco 49ers in uno dei molti attesissimi scontri di questo settimana.
Il caso che prendiamo in esame è l’intercetto di Colin Kaepernick lanciato nel secondo quarto. L’azione sembra pulita: lancio fuori misura intercettato da Corey White, che lo riporta fino quasi alla linea di meta avversaria. Ma ci sono due cose poco chiare: il placcaggio di Mario Manningham su di lui e il fumble da White commesso alla fine dell’azione.
placcaggio: per essere considerato un placcaggio, l’attaccante (White) deve avere pieno possesso del pallone. Solo a quel punto il tocco di Mario Manningham, che butta White a terra, sarebbe stato considerato placcaggio e l’azione dei Saints si sarebbe fermata laddove il loro giocatore era caduto. Invece al momento della spinta fortuita di Manningham a White, egli non ha il possesso del pallone, che guadagnerà solo in seguito (qualche centesimo di secondo dopo), per cui il placcaggio non è da considerarsi tale e dopo essere caduto White ha potuto continuare la sua corsa.
fumble: il giocatore in possesso del pallone commette fumble quando lo perde. In questo caso White ha perso il possesso qualche yard prima della End Zone (area di meta) avversaria, ma il pallone è uscito dal campo. L’avesse fatto sulle 2 yard, i Saints avrebbero ricominciato da lì. Purtroppo per i Saints però l’ovale è uscito attraversando la End Zone. Quello è un touchback, quindi la palla è passata a SF che ha ricominciato la partita dalle sue venti.
E’ per quello che gli arbitri hanno riguardato l’azione all’instant replay: non per il fumble, ma per il placcaggio. Se Manningham avesse toccato White dopo che quest’ultimo aveva il possesso del pallone, i Saints avrebbero avuto la palla. Invece la decisione sul campo è stato confermata, quello non era un placcaggio e quindi i 49ers hanno ripreso la palla secondo le modalità descritte in precedenza (touchback e palla sulle 20).
Ma per molte decisioni esatte, gli arbitri NFL ogni tanto ne combinano una sbagliata…
Monday Night, pochi secondi al termine. Il tempo scade mentre Tom Brady, quarterback dei New England Patriots, lascia partire un pallone verso Rob Gronkowski. Sarebbe il TD della vittoria, ma Luke Kuechly, fenomeno della difesa dei Carolina Panthers, trattiene vistosamente il tight end dei Pats. Un arbitro lo vede e lascia cadere il fazzoletto giallo della penalità. Il tempo scade, ma se la penalità fosse confermata Brady avrebbe un’ultima occasione dalla linea della yard per vincere la partita perchè il tempo non può finire su una penalità.
Niente da fare, il capo arbitro tira su il fazzoletto giallo e nega la penalità, consegnando la vittoria a Carolina.
Per spiegare questo caso torniamo sulla penalità di Pass Interference (seguite il link per la prima lezione a riguardo). Si ha interferenza difensiva su passaggio se un ricevitore a cui è destinato tale passaggio viene toccato dopo le 5 yard dalla linea di scrimmage (linea del pallone). Nel caso specifico Kuechly trattiene Gronkowski abbastanza evidentemente, poi arriva il passaggio di Brady in quella zona. Agli occhi del sottoscritto sembra una ovvia pass interference, e anche a quelli di Brady che lo fa sapere al capo arbitro in modo veemente.
Lo stesso arbitro parlerà alla fine della partita (l’America è anche questo, arbitri che rilasciano dichiarazioni sul loro operato): “Il lancio era corto per il ricevente inteso (Gronkowski), e la palla è stata intercettata nello stesso momento in cui c’è stato il fallo, che quindi non ha rilevanza in quanto la palla non era ricevibile del giocatore dei Patriots”. Una spiegazione che, guardando il filmato, non ci sembra troppo condivisibile. Infatti la corsa di Gronkowski è stato interrotta ben prima dell’arrivo del pallone, e quindi l’87 di New England avrebbe potuto benissimo riceverlo se non fosse stato disturbato.
In confronto a quanto è, l’avrete capito, complicato, il lavoro degli arbitri è spesso quasi ineccepibile. La differenza tra una penalità e una non penalità fa la differenza tra una vittoria e una sconfitta, differenza enorme in una stagione da sole 16 partite; ma le polemiche televisive o giornalistiche sono sempre tenute sotto controllo, senza mai eccedere nel campanilismo o nelle eccessive elucubrazioni sull’operato arbitrale, anzi scherzandoci sopra. Risparmiando molto tempo, investito a parlare di tattica nei salotti televisivi o di altri aspetti più aderenti al gioco vero e proprio.