Gibilterra: il sogno che diventa realtà

Estádio Algarve, 30mila posti, Faro, Portogallo.

Qui, ieri sera, si è scritto un nuovo pezzetto di storia del calcio europeo. Non ci sono spareggi mondiali o Palloni d’Oro che tengano. Ieri sera, sulle sponde dell’Oceano Atlantico, una nuova Nazionale ha fatto il debutto al gran ballo del Vecchio Continente: la Nazionale di calcio di Gibilterra.

Sì, proprio quel luogo che non si è mai davvero capito se fosse una regione, un territorio indipendente, una Nazione vera e propria, o se esistesse soltanto per farci capire dov’erano le famose Colonne d’Ercole di cui parlavano nell’antichità. In realtà Gibilterra è un insieme di tutto questo. Secondo l’elenco delle Nazioni Unite è un territorio non autonomo, o meglio, in parole povere, un’ex colonia dell’Impero Britannico che ha rinunciato a ottenere l’indipendenza totale dalla Corona inglese (alla quale resta legata a livello assoluto, pur avendo un governo interno autonomo). The Rock, “La Rocca”, dove si parla inglese e ci sono le cabine postali come se foste a Londra, da maggio è stata ammessa all’elenco UEFA delle Nazionali di calcio europee.

E ieri sera ha esordito sul campo, sul serio. Il primo risultato che verrà riconosciuto e registrato agli annali anche a livello ufficiale: 0-0 contro la Slovacchia, un pareggio che vale oro, ottenuto dando “molto più del 100%” come ha dichiarato il ct Allen Bula raggiante, nel post-partita. E poco importa che i vicini della Spagna, più per una presa di posizione gratuita (quasi “rosicona”) a tinte politiche, abbiano provato a mettere i bastoni tra le ruote fino all’ultimo. Gibilterra non è Spagna e non fa parte della Spagna. E, oggettivamente, fa parte del Regno Unito solo sulle carte. In realtà Gibilterra è sé stessa. È un territorio indipendente, con una sua identità. E da ieri, anche con una sua Nazionale di calcio.

Meno di 30.000 abitanti vivono alla “Rocca”. Hanno festeggiato tutti ieri sera. Un momento storico, dopo 14 anni di battaglie legali ai piani alti del governo europeo del pallone. E ora appuntamento alle qualificazioni per Euro2016, un nuovo capitolo nella storia del calcio è appena alla prima pagina.

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Alcune cose che (forse) non sapevate della Nazionale di calcio di Gibilterra

  • con una popolazione di 29.752 abitanti, Gibilterra è la Nazione più piccola in assoluto appartenente all’UEFA. Seguono, in ordine crescente, San Marino, Liechtenstein, Faroer e Andorra;
  • è una dipendenza d’oltremare del Regno Unito”: ex colonie britanniche, hanno rinunciato all’indipendenza e restano idealmente sotto il controllo della Corona inglese. I poliziotti vestono come in Inghilterra, le cabine postali e telefoniche sono del modello inglese, e così via. Altre dipendenze d’oltremare, più comuni, sono per esempio le varie isole del Pacifico o dei Caraibi (Isole Cayman, Isole Vergini, Anguilla, Bermuda, ecc) che riportano una piccola bandiera del Regno Unito all’interno del vessillo nazionale;
  • il ct Bula ha circa 600 calciatori tra cui scegliere. Tra questi 3 arrivano dal calcio britannico: Danny Higginbotham (ex Stoke City, oggi al Chester City), Scott Wiseman (Barnsley) e Adam Priestley (Farsley Celtic). Bula è anche lo zio di Higginbotham;
  • ci sono 20 Club a Gibilterra e la loro Premier League è formata da 8 squadre;
  • la prima sfida internazionale risale all’aprile 1923, ma il primo torneo a cui la Nazionale (allora amatoriale) prese parte fu nel 1993, agli Island Games. Proprio agli Island Games avvennero la vittoria più ampia della storia (19-0 contro Sark, una piccola isola del canale della Manica) e la sconfitta peggiore (0-5 contro la Groenlandia);
  • l’attuale Victoria Stadium non ha gli standard UEFA necessari per ospitare partite ufficiali, quindi Gibilterra giocherà all’Estádio Algarve fino a quando non sarà pronto il nuovo Europa Point Stadium, 10mila posti;
  • Gibilterra non è ancora un membro della FIFA, quindi per il momento non è prevista la partecipazione alle qualificazioni per il Mondiale 2018. Prenderà invece parte, dall’estate prossima, a quelle per Euro2016.