Samp, ho qualcosa in serbo per te
Sono passati molti anni da quando Sinisa Mihajlovic, ormai prossimo allenatore della Sampdoria, illuminava lo Stadio Marassi con le sue magie su punizione (e non). Dopo un inizio di stagione a dir poco disastroso e i fantasmi della retrocessione ormai fissi nella mente dei tifosi blucerchiati, adesso tocca a lui togliere le castagne dal fuoco e permettere alla Samp di ritrovare la tranquillità che l’altra metà di Genova, quella rossoblù, ha ritrovato grazie alla competenza tattica e all’entusiasmo portato dall’arrivo di Gasperini.
Non è una novità che, in Italia, quando una squadra non gira sia l’allenatore a pagarne il conto: l’incrocio che si prospetta tra Rossi e Mihajovic, però, è di quelli interessanti. L’allenatore serbo, infatti, ai tempi della Fiorentina venne esonerato dopo una sconfitta interna contro il ChievoVerona e a sostituirlo fu proprio Delio; adesso avviene l’esatto inverso, con Sinisa che lascerà – con molta probabilità – anche la panchina della Serbia per sedere su quella scottante del Luigi Ferraris.
L’umore dei tifosi blucerchiato, se possibile, è ancora peggiore di quello che può sembrare da fuori. In campo i giocatori vengono sostenuti a ritmi alterni, ma le contestazioni maggiori vengono fatte a Riccardo Garrone; critiche fatte con criterio, perché dopo aver perso giocatori del calibro di Romero, Poli, Icardi e Maxi Lopez in cambio è arrivato “soltanto” Gabbiadini, un attaccante che tra l’altro mal si sposa con Eder, sicuramente la punta di maggior spessore presente nella rosa della Sampdoria.
La mancanza di un attaccante di peso sarà un problema importante per Sinisa, che nella sua breve carriera di allenatore ha utilizzato spesso il 4-3-3. Oltre a Pozzi, che comunque in Serie A non ha mai convinto al 100%, chi può giocare al centro dell’attacco? Probabilmente Petagna, arrivato in estate con grandi aspettative dal Milan ma che, nella gestione Rossi, non ha mai trovato spazio con continuità. I suoi 188cm potrebbero essere la soluzione per Mihajlovic, nella speranza che ripercorra le gesta di Icardi, la cui esplosione è stata fondamentale per la permanenza in Serie A dei blucerchiati.
Indipendentemente da chi sieda sulla panchina, però, il problema di questa squadra è la qualità a centrocampo. Obiang è in rampa di lancio per consacrarsi tra i migliori talenti del nostro campionato, nonostante un inizio non proprio eccezionale, mentre Krsticic deve continuare il suo percorso di crescita fisica e mentale senza, però, avere l’assillo di dover trascinare i compagni: al momento non è un playmaker puro, ma ha i margini di miglioramento per imporsi. Per il resto Soriano, Bjarnason, Gentsoglou ed Eramo non hanno le qualità per stare in questa categoria col peso della maglia da titolare: resta anche il mistero Renan che, complici alcuni problemi fisici che lo hanno tenuto ai box, non ha convinto sino adesso.
A gennaio ci sarà bisogno di una simil-rivoluzione, consegnando a Mihajlovic quei giocatori funzionali al suo sistema di gioco: in primis un portiere migliore di Da Costa che, con tutta la buona volontà, ha fatto sì la differenza ma in negativo, e poi un esterno sinistro di caratura almeno nazionale che possa permettere alla Sampdoria di fare anche su quella fascia ciò che De Silvestri sta facendo sulla destra.
Ritrovare la serenità e dare un’identità precisa ai blucerchiati: è questa la sfida di Mihajlovic, un uomo carismatico (ancor prima che un allenatore preparato) che pare essere l’uomo giusto al momento giusto. Chi invece dovrebbe fare un esame di coscienza è Garrone, che oltre a litigare con il Comune di Genova per la questione Stadio di proprietà avrebbe dovuto costruire una rosa almeno da salvezza tranquilla, invece che “regalare” ai suoi tifosi l’ennesima stagione di sofferenza, dopo l’apoteosi del 2010 culminata con la qualificazione ai preliminari della Champions League. “In medio stat virtus” a breve diventerà un detto non solo latino, ma anche genovese: passare da Cassano-Pazzini a Eder-Gabbiadini è la fotografia del declino blucerchiato degli ultimi quattro anni.